Autore: Wilkie Collins
Lingua: italiano
Titolo originale: No name
Genere: romanzo
Prima pubblicazione: 1862
Inghilterra, XIX secolo. Alle sorelle Norah e Magdalen sembra non mancare nulla: giovinezza, bellezza, spensieratezza, due genitori amorevoli ed un ingente patrimonio. Un'improvvisa tragedia, però, porta con sé delle conseguenze inaspettate, e la vita delle ragazze cambia radicalmente.
Mentre Norah affronta con rassegnazione gli eventi e tenta di ricostruirsi una nuova esistenza, la più giovane Magdalen vede risvegliarsi in lei uno spirito guerriero e un coraggio che la sosterranno nella sua lunga battaglia per riappropriarsi di ciò che le è stato tolto...
Anni fa il riemergere dei romanzi di Wilkie Collins nel panorama letterario italiano mi aveva incuriosito molto, ma già
La legge e la signora, letto dopo
La donna in bianco, non mi aveva granché entusiasmato.
Senza nome presenta un inizio promettente, che ci fa scoprire che l'autore aveva talento anche nel raccontare scene di armoniosa quotidianità familiare, che mi hanno ricordato un po' i romanzi di
Jane Austen.
Tuttavia, proprio quando la storia è entrata nel vivo, e quindi avrebbe dovuto farsi interessante, ho invece cominciato ad apprezzarla meno.
Innanzitutto il focus è quasi completamente su Magdalen, mentre mi sarebbe piaciuto molto curiosare anche nella vita di Norah, relegata invece a personaggio marginalissimo, menzionata di tanto in tanto e recuperata nel finale. Inoltre, la storia paga molto il fatto di essere stata concepita come un racconto da pubblicare a puntate su una rivista: spesso ho avuto l'impressione che i capitoli si trascinassero senza che nulla davvero accadesse, o che gli eventi fossero diluiti per fare in modo che i lettori aspettassero il prossimo episodio. Anche la battaglia di astuzie tra Mr Wragge e Mrs Lecount, veri antagonisti per buona parte del racconto, ad un certo punto annoia per il suo protrarsi che appare infinito. L'inserimento del sonnambulismo e di una "malattia di nervi", tanto cara ai romanzi vittoriani, non ha di certo migliorato le cose.
La prima mi è parsa un facile espediente affinché Magdalen fosse aiutata nella sua ricerca; la seconda, un pretesto affinché la protagonista potesse divenire la fanciulla da salvare.
Purtroppo è stato anche prevedibile cosa sarebbe successo con Noel Vanstone e con il capitano Kirke.
L'elemento più brillante del romanzo sono di sicuro i personaggi, ben caratterizzati e fedeli a se stessi
fino alla fine.
Entrato nella storia di soppiatto, quasi come un fastidio, la canaglia Wragge è diventata presto il mio preferito. Certo il suo modo di vivere è biasimevole, ma ho apprezzato che col tempo riuscisse ad affezionarsi a Magdalen, ed ero sempre incuriosita riguardo a quale sarebbe stata la sua prossima mossa. E' stato molto soddisfacente leggere di ciò che ne era stato di lui, alla fine.
Magdalen, la protagonista, è un personaggio molto forte e determinato. Proprio per questo, e per il fatto di non arrendersi come la sorella, viene tacciata di cattiveria e perversione innumerevoli volte, e, dopo l'inganno, diventa anche un'onta per la propria famiglia. Non so se con le sue vicende l'autore volesse denunciare la condizione della donna ai suoi tempi o dare un messaggio morale, ma di sicuro fa riflettere il modo in cui tutti trattano la ragazza. Probabilmente, se fosse stata un uomo, sarebbe stato giudicato diversamente per non essersi arreso e aver cercato di recuperare ciò che gli era stato ingiustamente tolto.
Altri personaggi molto ben descritti sono l'ipocrita e debole Noel, la scaltra Mrs Lecount e la cara Mrs Wragge.
Da apprezzare la riflessione sul sistema legale dell'epoca, che lasciava completamente sole due ragazze che non avevano nessuna responsabilità per le azioni dei propri genitori.
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La copertina: benché la fanciulla del dipinto non mi faccia pensare a nessuna delle sorelle del romanzo, mi piace molto la pacatezza dell'immagine e la scelta del font e della disposizione del titolo e del nome dell'autore.
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Trama: Senza nome è uno degli esempi più belli di «melodramma contenuto», secondo la definizione di Thomas S. Eliot, dell’opera di Wilkie Collins. Capolavoro di minuziosa osservazione psicologica e allo stesso tempo critica decisa alle storture della società vittoriana, ha un posto di primo piano nella letteratura inglese del secolo scorso. Protagoniste ne sono due sorelle, Magdalen e Norah Vanstone che, per una sfortunata serie di circostanze, alla morte improvvisa dei genitori si trovano private di una cospicua eredità e sono costrette a guadagnarsi da vivere. Sullo sfondo di questa contrastata vicenda, scandita da perizie legali e tradimenti, emergono i personaggi, mirabilmente caratterizzati, di una storia intensamente drammatica, ma anche venata di umorismo. Una strepitosa narrazione, ricca di innumerevoli colpi di scena, in cui ogni elemento si ricollega all’altro in una dinamica continua e incessante. Un romanzo che per tutto il 1862 ha tenuto in sospeso migliaia di lettori che ne seguivano gli sviluppi sulla rivista «All The Year Round» e che rimane ancora oggi un esempio miracoloso del talento del grande autore de La pietra di luna e de La donna in bianco.
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Rating: 2,5/5