Lingua: inglese
Genere: retelling/ fantascienza / romance
Prima pubblicazione: dicembre 2017
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Ensnared è un retelling della fiaba della Bella e la Bestia ambientato in un mondo futuristico in cui robot più o meno antropomorfi fanno ormai parte della vita di tutti i giorni, essendo impiegati come poliziotti, autisti, infermieri e medici.
La "Bella" della storia è Alainn, una ventiquattrenne che vive con il padre e il fratello, entrambi programmatori e sviluppatori di automi. Per proteggere il genitore da una sicura detenzione, la ragazza si offre di raggiungere la "Bestia", ovvero il misterioso Mr Lorcann Garbhan, nella sua torre, e fingere di essere il robot che l'uomo aveva ordinato, ma che il padre non è riuscito ad ultimare.
Nella torre futuristica ma irreparabilmente isolata dal mondo esterno, Alainn troverà una realtà del tutto differente da quella che aveva immaginato, e ciò che temeva potesse essere una soffocante prigionia, si rivela una porta verso il suo lieto fine.
Ma un automa ormai più intelligente dei suoi creatori e capace di riprogrammarsi potrebbe avere un'idea molto diversa di quale sia la felicità per tutto il genere umano...
La Bella e la Bestia è una delle mie fiabe preferite, e naturalmente sono stata entusiasta di leggere in anteprima Ensnared, anche se l'ambientazione non mi aveva convinta del tutto, preferendo setting più "bucolici" o medievali.
Di sicuro la trama è originale, ma l'esecuzione lascia un po' a desiderare.
Tra i personaggi, l'unico che mi sia piaciuto è Lorcann, la Bestia destinata a vivere rinchiusa nella sua torre dalla maledizione degli abusi subiti nell'infanzia.
Ricchissimo e circondato da qualsiasi cosa di cui abbia bisogno, all'uomo manca ciò che desidera di più al mondo: un essere umano con cui riuscire ad interagire e costruire un rapporto basato su sentimenti veri.
Da qui l'idea di farsi costruire Rose, un automa dalle fattezze umane con cui esercitarsi, per poter poi riuscire a passare del tempo con una persona in carne ed ossa.
Alainn, che di Rose prende il posto, è una ragazza che si sente emarginata nella sua stessa casa per il suo essere intellettivamente "normale" rispetto al padre e al fratello, e che non dà molto valore alla sua vita, soprattutto a causa di una spaventosa esperienza di qualche anno prima.
Connor Murphy, il padre della protagonista, è un inventore con la dipendenza per il gioco d'azzardo, nonché un codardo, e l'ho disprezzato molto per le conseguenze che il suo egoismo ha sulla figlia.
Colby, il fratello di Alainn, benché alla fine della storia sia di aiuto, mi è sembrato comunque egoista almeno quanto il padre, e concentrato solo sui suoi obiettivi.
Gli altri personaggi sono alquanto inutili ai fini della storia; Greg, ad esempio, amico di Alainn e suo capo, pare messo lì giusto perché vi fosse qualcuno che ricordasse Gaston, mentre il lavoro da soccorritrice di montagna di Alainn, così slegato dal contesto, voleva forse essere un richiamo al suo amore per la natura - qualcosa di vivo, dunque -, o, quel che mi auguro, mostrare la differenza tra un mondo non ancora robotizzato e la città che ormai non può più fare a meno degli automi, ma che si rivela così un luogo freddo e privo di empatia.
Tra i robot, Rose è di sicuro da film horror: macchina in un certo modo senziente e molto più intelligente della gran parte degli esseri umani, riesce anche a porsi degli interrogativi etici, ma poi, prendendo come riferimento la moralità dei suoi creatori, sceglie di mettere la vita umana al secondo posto dopo i suoi scopi.
Le scimmiette sono carine ma, ancora, pensare che siano solo dei robot fa venire la pelle d'oca.
La scrittura è molto spigolosa, per niente elegante, e spesso Alainn rasenta il volgare, facendomi pensare più volte a lei come a uno scaricatore di porto, piuttosto che a una ragazza.
La storia tra lei e Lorcann è abbastanza appassionante, ma avrei preferito che l'autrice non indugiasse nelle descrizioni dei loro rapporti intimi. Sembra che ormai nessun romanzo moderno possa essere immune da contenuti maturi più o meno espliciti!
Non mi è piaciuto il background di Alainn: la sua esperienza passata è troppo terribile e violenta, e non è per nulla necessaria alla caratterizzazione del personaggio.
Pur essendo questo il racconto dell'incontro tra due persone spezzate e problematiche, Lorcann non ne esce "guarito": che riesca ad avere una relazione con Alainn e ad interagire - probabilmente solo virtualmente - con altre persone non basta, ed alla fine della storia ciò che mi ha fatto paura è stata proprio la prospettiva di una vita della protagonista con lui. Qui non si tratta di accettare l'altro ed amarlo così com'è, ma di chiudere gli occhi davanti a problemi gravissimi, e non fare nulla per cercare di risolverli.
L'ultima parte è stata molto noiosa, tutto avrebbe potuto risolversi in poche righe; il processo è stato ridicolo e ha quasi del tutto fatto fuori gli interrogativi sulla eventuale pericolosità di robot troppo umanizzati e intelligenti. Un monito, forse, per un futuro non troppo lontano.
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Trama: A Near Future Retelling of Beauty and the Beast.
Alainn’s father is not a bad man. He’s a genius and an inventor. When he’s hired to create the robot Rose, Alainn knows taking the money is a mistake.
Rose acts like a human. She looks exactly like Alainn. But, something in her comes out wrong.
To save her father from a five year prison sentence, Alainn takes Rose’s place. She says goodbye to the sun and goes to live in a tower no human is allowed to enter. She becomes the prisoner of a man no human is allowed to see.
Believing that a life of servitude lies ahead, Alainn finds a very different fate awaits her in the company of the strange, scarred recluse.
Giudizio personale: 3/5
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