domenica 30 luglio 2017

La 19a moglie

Autore: David Ebershoff
Lingua: italiano
Genere: romanzo / storico / giallo
Prima pubblicazione: agosto 2008

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Era dai tempi di Big love, la serie tv della HBO incentrata su una famiglia poligama americana, che volevo leggere questo romanzo.
Si tratta di una narrazione corposa e molto particolare, che, almeno inizialmente, viaggia su due binari paralleli.

Il primo segue la storia di Ann Eliza Young, una donna realmente esistita che, nel 1873, chiese il divorzio da Brigham Young, secondo profeta dei Santi degli Ultimi Giorni, di cui era una delle innumerevoli mogli (a seconda del criterio di conteggio utilizzato, la 19a, o la 27a, o la 52a). Il suo gesto provocò un grande scossone all'interno della comunità mormone dell'epoca, e fece conoscere a tutti gli Stati Uniti l'esistenza del matrimonio plurimo e la condizione delle donne all'interno di esso.
Per raccontarci di lei, l'autore utilizza stralci della vera biografia della donna, documenti di archivio, pagine di Wikipedia, articoli di giornale e così via.
Ann Eliza Young
La storia è naturalmente romanzata, e non saprei dire quanti e quali di quei documenti siano effettivamente veri, ma, pur non trattandosi di un saggio, è piuttosto interessante e informativa, e l'autore è molto bravo nel narrare come la Chiesa dei Santi sia passata dall'essere una religione basata sull'amore, ad uno stile di vita fondato sulla sottomissione e schiavitù femminili.

Il secondo "binario" del romanzo segue invece una vicenda mystery ambientata ai giorni nostri. A narrare è la voce di Jordan, un ragazzo scacciato anni prima dalla comunità mormone poligama in cui era cresciuto, che cerca di far luce sull'omicidio del padre, di cui è accusata proprio la sua stessa madre, una tra le decine di mogli dell'uomo.
In questa parte del romanzo ci viene descritta la vita in un compound di poligami, l'orrore subito dalle donne e dalle ragazzine, molte delle quali, rese cieche dalla fede, dall'ignoranza e dall'indottrinamento, o anche solo dalla paura di una vita diversa, non accettano aiuti esterni né tentano di sottrarsi al giogo dei loro uomini.

Nella prima metà del romanzo, la storia di Eliza è quella che mi ha preso di più, tanto che non vedevo l'ora che il racconto di Jordan terminasse per tornare nel XIX secolo. Nella seconda metà, invece, è successo il contrario, anche se alcuni eventi ambientati nel nostro tempo mi sono sembrati un po' tirati per i capelli.


La 19a moglie è un romanzo che, nonostante la sua mole - più di 700 pagine - si divora in fretta e riesce a raggiungere diversi scopi: non solo intrattiene, ma insegna molto su una religione spesso sconosciuta, sulla sua nascita, le sofferenze dei suoi fedeli, l'aberrazione del matrimonio plurimo; fa riflettere sulla condizione femminile, sul potere dell'indottrinamento, sul coraggio di voler cambiare e sulla paura di essere liberi.

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Quarta di copertina: Questo straordinario romanzo racconta due storie parallele di poligamia. 
La prima si svolge in una setta religiosa nelle aride distese dello Utah, dove torbidi misteri si nascondono dietro l'apparente armonia di una famiglia in cui convivono più di venti mogli. Quandoil giovane Jordan, cacciato anni prima dalla comunità, scopre che la madre è accusata dell'omicidio del padre, decide di tornare nei luoghi della sua infanzia, determinato a conoscere la verità.
La seconda storia, che cresce come un fiume in piena per intrecciarsi alla prima, è quella di Ann Eliza, una donna che a fine Ottocento vide la madre accogliere una seconda moglie nel letto di suo marito, seguita da una terza e una quarta, sempre più giovani e pretenziose. Un destino a cui Ann Eliza si ribella, punita per questo suo gesto dal marito, leader e profeta della Chiesa mormone.
Tra crime story e romanzo storico, questo bestseller internazionale indaga con grande originalità il misterioso potere della fede.

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Giudizio personale: 5/5

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