mercoledì 3 giugno 2020
Intenso come un ricordo
Autrice: Jodi Picoult
Lingua: italiano
Titolo originale: The storyteller
Genere: romanzo
Prima pubblicazione: 2013
Sage ha scelto di lavorare di notte, come fornaia, per nascondere di giorno la cicatrice che le deturpa parte del viso e che è una sorta di estrinsecazione del suo senso di colpa.
Partecipando ad un gruppo di sostegno, incontra il novantacinquenne Josef e ne diventa amica, finché l'uomo non le confessa di essere stato un ufficiale delle SS e di aver partecipato alla soluzione finale...
Erano anni che non leggevo un romanzo di Jodi Picoult, eppure il suo stile è stato subito inconfondibile. Purtroppo, però, non ho amato questa storia così come mi era accaduto con Senza lasciare traccia e Un nuovo battito, trovandola invece spesso noiosa, prevedibile, e poco appassionante.
Il personaggio di Sage non è per niente originale. È la classica protagonista che sceglie di ritirarsi dalla vita e pensa di non essere degna di amore per un senso di colpa che si porta dietro da anni. Non mi è riuscito di trovarla simpatica o di parteggiare per lei, e la sua storia con Leo è risultata scontata sin dall'apparizione dell'uomo sulla scena. Ho tuttavia apprezzato le sue scelte, e soprattutto quella che chiude la storia, non perché le condivida, ma perché l'hanno resa umana e l'hanno finalmente liberata dalla banalità.
Il vero gioiello di questo romanzo è la parte centrale, ovvero il racconto della nonna di Sage. Si tratta di una donna sopravvissuta ai campi di concentramento, che dà finalmente voce alla propria storia. L'autrice è stata brava nel darci un quadro completo di come tutto sia cominciato, di come la vita degli ebrei polacchi sia scivolata, a poco a poco, nell'orrore e nell'indicibile. Ho desiderato alcune volte che il racconto - di non semplice lettura a causa del potente carico emozionale - fosse interrotto, anche solo da un'interiezione da parte degli altri personaggi, ma in fin dei conti credo che aver inserito tutta la storia in blocco sia stata una buona scelta, rendendola così più di impatto per il lettore.
Purtroppo, una volta terminato il racconto della nonna, che quasi sembrava appartenere ad un romanzo diverso, il libro è tornato a sfiorare la banalità e ad avere dialoghi legnosi e scontati. La storia dell'upior purtroppo mi ha annoiata, così come le ripetizioni di frammenti di capitoli qui e lì.
Ho tuttavia apprezzato il colpo di scena finale, nonché il dibattito sul perdono e anche quello, più sottile, del dissidio interiore che nasce dall'amare una persona per ciò che è e ciò che significa per noi nel presente, e, contemporaneamente, dall'odiare ciò che è stata e ciò che ha compiuto in passato.
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La copertina: molto bella, soprattutto per la scelta dei colori e la resa del cielo.
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Trama: Sage Singer è una ragazza solitaria. Evita ogni contatto con il mondo, nasconde il proprio volto sfregiato in seguito ad un incidente, si rifugia in una relazione clandestina perché le consente di non impegnarsi fino in fondo. Finché non stringe amicizia con un vecchio signore, Josef Weber. Insegnante in pensione, di origine tedesca, Weber è un filantropo benvoluto da tutti nella piccolo comunità in cui vive. Ma un giorno, contando sul rapporto di stima e affetto che li lega, Weber chiede a Sage un favore molto particolare che sconvolgerà la ragazza. Scioccata, confusa, Sage non acconsente ma non può rifiutarsi di ascoltare la confessione dell’anziano amico. Weber è stato nelle SS ed era fra le guardie di Auschwitz. E la nonna di Sage è una sopravvissuta ai campi di sterminio… Più voci narranti si alternano nella scrittura di Jodi Picoult, come sempre magistrale nel riannodare il filo dei ricordi sepolti nel passato e delle emozioni che agitano il presente. E la chiave, ancora una volta, sta nella potenza della narrazione: «Un racconto può essere molto potente. Può cambiare il corso della storia. Può salvare una vita. Ma può anche essere un buco nero, o le sabbie mobili, in cui si rimane impantanati, incapaci di scrivere per liberarsi». Sta a noi, alla nostra coscienza, scegliere la strada da prendere.
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Rating: 2,5/5
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