venerdì 4 gennaio 2013

Il Dandy della Reggenza

Autrice: Georgette Heyer
Titolo originale: Regency Buck

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Come ci dice chiaramente il titolo, la storia è ambientata nel periodo della Reggenza - più precisamente tra il 1811 e il 1812 - con tutto il suo contorno di balli, calessini, vacanze a Brighton e pettegolezzi.
L'autrice ci mostra aspetti di solito meno raccontati dell'epoca, come i combattimenti di galli, e fa interagire i suoi personaggi di fantasia con personaggi realmente esistiti, primi fra tutti il Beau Brummel e il principe Reggente.
La dinamica dei rapporti tra i protagonisti, Judith Peregrine e il conte di Worth, mi ha ricordato molto quella tra Elizabeth e Darcy in Orgoglio e Pregiudizio. Anche in questo romanzo, infatti, ci sono schermaglie verbali tra i due, palesemente attratti l'uno dall'altra. L'autrice, però, ripete più volte la stessa scena, nella quale i due si dicono quanto si disprezzino, quasi senza alcuna variazione, e la cosa alla lunga diventa noiosa.
Inoltre non mi è piaciuto il largo uso che la Heyer fa del mystery: dopo duelli provocati allo scopo di uccidere, tentati avvelenamenti e agguati non riusciti, il rapimento della fanciulla alla fine della storia mi è sembrato davvero troppo.
L'inizio del romanzo è invece piuttosto gradevole, e le descrizioni spesso dettagliate di usi e costumi dell'epoca sono davvero molto interessanti.

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Trama: È stato per distrazione, per dispetto o per un'incredibile lungimiranza che nel suo testamento il signor Taverner ha voluto nominare come tutore dei due figli il quinto conte di Worth? Il conte non è, infatti, l'anziano gentiluomo che Judith e Peregrine Taverner si aspettano, bensì il più elegante, affascinante e insopportabile dandy della Londra della Reggenza. I suoi modi gelidi e la sua ironia non gli impediscono infatti di spalancare ai due giovani - e ora ricchissimi - provinciali le porte del bel mondo. E se Peregrine, un ragazzo dal cuore d'oro ma assolutamente sventato, gli procura qualche noia, la seducente Judith gli provoca ben altre reazioni...

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Giudizio personale: 3/5

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Approfondimenti - Il Beau Brummel

George Bryan Brummell, conosciuto anche come Beau (il "bello") Brummell (Londra, 7 giugno 1778 – Caen, 30 marzo 1840), è considerato il primo dandy, o comunque colui che rappresentò meglio il dandismo.


Studiò a Eton, dal 1790, dove si distinse subito per la cura che riservava nel vestirsi. Successivamente, passò ad Oxford, per entrare nel reggimento degli Ussari, con lo scopo di incontrare il Principe di Galles, il futuro Giorgio IV, che ne aveva il comando: una volta entrato nelle sue grazie, lord Brummell prese congedo.
Presto divenne amico e consigliere del sovrano, che spesso tentava di imitarlo, con poco successo, come quando il Reggente inventò il "gilet sbottonato", ma tale moda non venne seguita da nessuno, se non da cortigiani, servi, camerieri e carrettieri.

Il 18 maggio 1816 Brummel lasciò definitivamente l'Inghilterra, a causa di un dissidio con il Reggente: per diversi anni abitò a Calais, che divenne meta di una sorta di pellegrinaggio del bel mondo inglese. Alla sua partenza da Londra, tutti i suoi beni erano stati messi all'incanto: il ricavato della vendita contribuì a mantenerlo per alcuni anni.

Pare che all'asta partecipò tutta la crema della città: d'Aurevilly racconta come un marchese e un barone si disputassero l'un l'altro un accessorio di scarso valore, o una marchesa e una contessa si bisticciassero un portasapone appartenuto a colui che regnava nei salotti londinesi più del principe stesso.

Il principe di Galles, divenuto Reggente con il nome di Giorgio IV

Quando ormai si stava avvicinando lo spettro della povertà e della prigione per debiti, venne provvidenzialmente salvato da Guglielmo IV, che lo nominò console a Caen.

Qui trascorse il resto della sua vita, lontano dagli agi e dal lusso cui era abituato. Malato di sifilide, nel 1837 venne internato nell'ospedale delle Figlie del Buon Salvatore di Caen, dove morì nel 1840 al termine di uno dei frequenti ricevimenti immaginari al quale aveva invitato tutta la nobiltà inglese.
Barbey d'Aurevilly ce ne lascia una splendida descrizione in George Brummell e il dandismo: "Poco tempo dopo Brummell divenne folle e, poichè il dandismo era penetrato in tutto il suo essere, anche la sua follia si tinse di dandismo [...]. Certi giorni, con grande stupore del personale dell'hotel, ordinava di preparare il suo appartamento come per una festa. Lampadari, candelabri, candele, fiori in gran quantità, non mancava niente e, nello scintillio di tutte queste luci, lui, nello splendido abbigliamento della sua giovinezza, con l'abito whig blu con i bottoni d'oro, il gilè di piquet e i pantaloni neri, aderenti come le calze del XVI secolo, in mezzo al salone, attendeva... Attendeva l'Inghilterra oramai morta! Improvvisamente come se si fosse sdoppiato, annunciava ad alta voce, il principe di Galles, poi lady Connyngham, poi lord Yarmouth e per finire tutti quei grandi personaggi di cui era stato la legge vivente e, credendo di vederli apparire man mano che li chiamava, cambiando voce andava a riceverli alla porta spalancata del salone vuoto dalla quale, ahimè! non sarebbe entrato nessuno [...]; offriva il braccio alle signore [...] . Questa scena durava a lungo... Infine, quando il salone si era riempito di questi fantasmi; quando tutta questa gente dell'altro mondo era arrivata, di colpo gli tornava anche la ragione e quell'infelice si rendeva conto del suo delirio e della sua demenza! Allora crollava, spossato, su una di quelle poltrone vuote e scoppiava in un pianto dirotto!"

La sua fama è dovuta alla particolare cura riservata ai dettagli nel vestire.
Il suo stile di abbigliamento -che per molti aspetti era uno stile di vita - era destinato a quel tempo a sembrare eccentrico, se non addirittura scandaloso.
In un'epoca, infatti, in cui dominavano ancora i colori più sgargianti e le stoffe di seta, in cui si usavano le parrucche e l'igiene era considerata poco virile, Brummel adottò invece il colore blu per gli abiti, lanciando definitivamente l'uso dei pantaloni lunghi a tubo e delle giacche da frac, eliminando per sempre brache al ginocchio, calze e giustacuore.
Prese poi a curare con particolare attenzione l'igiene intima, con generoso impiego di acqua e sapone, eliminando la parrucca incipriata e arrivando fino alla "bizzarria" di cambiare camicia ogni giorno.
Tutto questo si accompagnava a un modo raffinato di atteggiarsi, di muoversi e agire, il tutto coniugato con un'attitudine spiccata verso l'arte e la cultura in genere.


Il 5 novembre 2002 il Principe Michael di Kent ha inaugurato un monumento a Brummel in Jermyn Street, all'entrata delle Piccadilly Arcade.



Fonti: 
- wikipedia;
- noveporte.


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