Autore: George R.R. Martin
Titolo originale: A Clash of Kings - Book two of A Song of Ice and Fire
Volume: 4 di 12 de "Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco"
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[attenzione: SPOILER]
Questa volta non posso dire "migliore del precedente": il grande entusiasmo con cui avevo accolto questa nuova "puntata" delle
Cronache è infatti è andato via via scemando con il procedere della storia.
Questo quarto volume (o secondo, volendo seguire la divisione originale) è molto meno energico dei precedenti, meno appassionante, con parecchi momenti di stanca.
Mi ha lasciata di stucco la morte più o meno subitanea di Renly (accorsa, se non erro, nelle prime trenta pagine): avrei voluto conoscere meglio questo personaggio, che sembrava abbastanza interessante, e vederlo interagire con gli altri per più di qualche secondo.
La sua morte si collega ai sortilegi di Melisandre, personaggio che aveva suscitato il mio interesse ne
Il regno dei lupi, ma che in questo volume mi ha parecchio deluso. E' vero che ci troviamo di fronte ad un fantasy, ma Melisandre che partorisce un'ombra assassina (un'ombra assassina!) davanti ad una grata per provocare la morte di un uomo rinchiuso tranquillamente nel suo castello, mi è sembrato davvero troppo, oltre ad un artificio narrativo piuttosto bruttino, ed un'azione poco leale davvero non degna di un personaggio come Stannis Baratheon.
Sottotono l'adorata Cersei, che complotta graziosamente in silenzio ma con scarsi risultati, mentre sempre grandioso Tyrion, secondo me vera anima di questo volume. Vederlo insieme a Varys, poi, altro personaggio che mi piace molto, con le sue morbide pantofole o gli impensabili travestimenti, è davvero un piacere. Spero solo che con l'arrivo di Tywin Lannister a riprendere il suo posto da Primo Cavaliere, la figura del Folletto non entri nell'ombra. Quasi si fa il tifo per i Lannister solo per lui.
Molto bella la scena della battaglia, con un altofuoco dotato quasi di vita propria, ma troppo repentina la sua conclusione: Stannis sconfitto. Ma come? Quando? Perché? E lui dov'è finito?
Di nuovo interessanti i capitoli dedicati ad Arya, mi è piaciuto molto il suo rapporto con Jaqen H'ghar, e per un attimo ho sperato che la piccola andasse con lui, in modo che la storia si aprisse verso altri orizzonti e raccontasse altre meraviglie. Mi auguro che in futuro si indaghi sui risvolti psicologici derivanti dall'aver vissuto tali terribili esperienze nell'infanzia (sempre che Arya riesca a diventare adulta: non credo sia destinata a morire tanto presto, ma non mi stupirei se mi sbagliassi).
Veniamo a Theon. Aveva praticamente tatuato la scritta "traditore" sulla fronte fin dal primo volume, ma vederlo prendere Grande Inverno è stato davvero un brutto colpo (e se anche il personaggio di Tyrion, che è un Lannister, ne è stato dispiaciuto, è tutto dire...). La questione dei bambini mi ha preso molto, e forse per la prima volta ho saltato capitoli e capitoli per sapere cosa ne fosse stato davvero dei piccoli Stark.
Odioso il bastardo di Bolton,spero che anche lui ci lascerà presto in una battaglia di cui non leggeremo.
Noiosetta la storyline di Daenerys, eccetto la scena nella Casa degli Eterni. Forse un pò troppo semplice la risoluzione finale dei suoi problemi al porto.
Notevole la scena tra Catelyn e Jaime. Lo Sterminatore di Re sarà anche odioso e senza dignità, ma il suo scambio di battute con la vedova Stark è uno dei più belli fino ad ora (e mi ha fatto sorgere un orrendo dubbio: Robert
sapeva?).
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Retro copertina: Mentre la cometa di sangue continua a brillare nel cielo dei Sette Regni, la Guerra dei Re prosegue senza esclusione di colpi. Robb Stark conquista una vittoria dietro l'altra, arrivando a minacciare le piazzeforti dei Lannister; dal canto suo anche l'astuto Tyrion fatica a tenere sotto controllo il proprio reame. Intanto nella fortezza maledetta di Harrenal il crudele lord Tywin Lannister si sta preparando a marciare verso occidente per affrontare Stark. Ma qualcun altro sta tessendo la sua inesorabile tela di morte. Infatti all'estremo Nord, oltre la Barriera di ghiaccio, forze oscure vanno facendosi sempre più minacciose e sempre più incombenti. Solo Jon Snow con un pugno di Guardiani della notte può difendere il regno degli uomini dall'invasione di barbari e giganti. Uno scontro da cui dipenderà l'esistenza stessa dei Sette Regni.
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Giudizio personale: 4/5
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Volumi precedenti:
Il Trono di Spade
Il Grande Inverno
Il Regno dei Lupi
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Gli eventi de
Il regno dei lupi e
La regina dei draghi sono raccontati nella seconda serie dello show HBO
Game of Thrones, con qualche incursione nel volume successivo,
Tempesta di spade.
Diversamente dalla prima stagione, questa non è stata aderentissima ai romanzi, ma ciò ha suscitato in me la curiosità di vedere cosa fosse cambiato ed in che modo.
Alcune scelte sono state azzeccatissime, come quella di rendere Arya coppiera di Tywin Lannister piuttosto che di Roose Bolton, il che ha portato la piccola Stark ad interagire con il vecchio leone, in alcuni dei confronti tra i più belli della serie. E' stato però un peccato che in questo modo molte delle avventure di Arya ad Harrenal siano state cassate.
Ho trovato invece quanto meno assurda la scelta di far giacere Osha con Theon senza che la donna potesse ucciderlo - in quanto non previsto dalla storia originale -, come fa invece prontamente con l'uomo di guardia (ed in rete molti non lettori si sono chiesti il perché di questa incongruenza).
Non sono mancati, questa volta, momenti di stanca: ho trovato noiose quasi tutte le scene con Jon Snow (ed Ygritte, con i suoi denti dritti e bianchissimi quasi fosse appena uscita da uno studio dentistico, non è stata per niente convincente come bruta), per non parlare di quelle con Robb e Talisa. Questa fa le veci di quella che in
Tempesta di Spade è Jayne Westerling, ma la sua storia con il nuovo re del Nord non è né appassionante né interessante.
Troppo minutaggio è stato concesso ad Emilia Clarke e alla sua Daenerys, in scene spesso inutili e ripetitive, il che, ahimè, ha reso il personaggio un tantino antipatico. Bello il passaggio nella casa degli Eterni, con Drogo e il bambino (un meraviglioso cuccioletto), ed anche il modo in cui la regina - finalmente di nuovo forte ed anche crudele, condannando a morte certa la sua serva e Xaro Xhoan Daxos - si procura il denaro per le navi, lasciando da parte un Magistro Illyrio probabilmente non necessario ai fini della storia.
Mi è piaciuto molto come sono stati resi i sogni da lupo di Bran (mi chiedevo proprio come avrebbero fatto), ed anche la scena della morte di Renly, piuttosto aderente al romanzo. Tanto spazio viene dato a Margaery Tyrell, più matura e maliziosa che nei libri, e che avevo immaginato molto più carina (probabilmente sono una delle poche persone a non amare Natalie Dormer).
Come ho già detto più volte, i confronti tra i personaggi in
Game of Thrones regalano alcune tra le scene più belle della serie, e questa seconda stagione ne è stata particolarmente ricca: da ricordare, oltre a quelle già citate tra Arya e Tywin, il confronto tra Cersei e Tyrion nella settima puntata, e quelli Cersei/Sansa, Sansa/Mastino e Theon/Yara.
Notevole anche la scena del giuramento di Bryenne a Catelyn, mentre è stata molto commovente la morte del maestro Luwin. Diversa rispetto al libro, ma più bella e romantica, la parte che vede Shae (qui dama di compagnia di Sansa e non di Lollys Tanda) far visita a Tyrion dopo la battaglia delle Acque Nere.
Proprio le scene a Blackwater sono state davvero molto belle, soprattutto all'arrivo della nave, mentre ho trovato piuttosto bruttina la resa dello scoppio verde dell'altofuoco.
Il finale è stato un pò affrettato, per molti non lettori non è apparsa chiara la vicenda e la scelta di Qhorin il monco, né cosa sia successo a Grande Inverno dopo che Theon è stato tramortito dai suoi uomini.
L'ultimissima scena è stata invece di grande impatto visivo, anche se per il momento sospendo il giudizio sugli Estranei, niente altro che zombie albini dagli occhi azzurri.
La sigla si arricchisce dei nuovi luoghi della storia, Qarth, Harrenal, la Roccia del Drago e Pike. La resa di quest'ultima, in particolare, mi è piaciuta molto, è proprio come l'avevo immaginata leggendo i libri.