domenica 25 febbraio 2018

I could write a book

Autrice: Karen M. Cox

Sottotitolo: A Modern Variation of Jane Austen's "Emma"

Lingua: inglese

Genere: retelling

Prima pubblicazione: settembre 2017





Sono sempre alla ricerca di un bel retelling moderno dei romanzi austeniani, e questo di Karen M. Cox è certamente uno dei migliori che abbia mai letto.

I could write a book è la riscrittura di Emma, ambientato questa volta negli anni '70 nel Kentucky, sud degli Stati Uniti.
Dopo un inizio un po' lento in cui ho dovuto abituarmi al nuovo background di cui non ho una conoscenza personale, sono stata catturata dalla storia e dallo stile dell'autrice.

La trama è piuttosto aderente al romanzo originale: Emma Woodhouse è una ragazza di buona famiglia, cresciuta tra lodi e complimenti; amici e parenti costituiscono tutto il suo mondo, che è invero piccolo. Emma, infatti, fatica ad allargare i propri orizzonti a causa della propria situazione familiare: dopo aver subito la morte della madre, il padre, in passato noto avvocato, necessita di cure per i reliquati di un ictus. Emma rinuncia così al college, scegliendo di restare a casa.
Suo amico da sempre è George Knightley, figlio del socio di Mr Woodhouse e anch'egli avvocato. Diversamente da Emma, ha potuto conoscere il mondo e sperimentare la vita, e rimprovera alla ragazza la sua inesperienza, nonché la convinzione di credere sempre di sapere cosa sia meglio per tutti. George è un uomo gentile, un gentiluomo, anzi, che intreccia di continuo relazioni fallimentari con donne sicure e di successo.

Come il suo corrispettivo austeniano, anche questa Emma è una ragazza piuttosto sola: sua sorella è ormai sposata e assorbita da marito e figli; la zia che si è presa cura di lei, Miss Taylor, ha trovato l'amore e la sua strada; il padre, che ha problemi di memoria, occupa tutto il suo tempo.
La trovo una protagonista molto coraggiosa: nonostante la vita potrebbe darle di più e nonostante i suoi sacrifici, non si lamenta mai, è sempre vivace, e non prova rancore nei confronti di quella famiglia che continua a tenerla legata a sé e a tirarla giù, quando lei potrebbe allontanarsi ed emergere dalla ristretta comunità in cui si ritrova a vivere.
Anche George è un personaggio adorabile, ed ho amato leggere della sua progressiva consapevolezza dei propri sentimenti verso Emma.

Come dicevo, l'autrice è riuscita a restare molto aderente al romanzo originale, non tralasciando nessun personaggio: c'è spazio per Frank e Jane Fairfax, per la storia tra Miss Taylor e il signor Weston, per gli odiosi Elton, per la semplice Mary Jo (Harriet), che, spinta dalle buone intenzioni di Emma, rischia di allontanarsi dalla propria felicità, credendosi innamorata ora dell'uno, ora dell'altro degli uomini che popolano il romanzo; più sottotono, invece, le apparizioni delle Bates (e forse è meglio così, trovo sempre penosi gli eventi di Box Hill).
Karen M. Cox ci regala anche delle toccanti scene con protagonista Emma e sua madre, che hanno fatto aumentare in me la tenerezza verso la protagonista e il suo buon cuore ferito.

Emma è la mia eroina austeniana preferita, protagonista di una storia profonda e divertente e di un processo di crescita doloroso e valido. Nonché di alcune delle scene più dolci con uno dei gentiluomini più amabili e affascinanti della letteratura.

I could write a book mantiene inalterate tutte queste caratteristiche e si rivela una lettura emozionante e piacevole anche per chi sia a digiuno dei romanzi di Jane Austen.

Come in Find wonder in all things, invece, non ho gradito del tutto l'epilogo con i protagonisti invecchiati, perché, come ho già ribadito altrove, a me piace pensarli giovani e felici per sempre.
Molto stimolante la sezione finale, contenente alcune domande su cui riflettere, tra cui un interessante confronto tra il personaggio di Emma e quello di Mr Darcy di Orgoglio e pregiudizio.

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La copertina: molto carina. Mi piace l'accostamento di colori e il fatto che ci sia una silhouette piuttosto che una foto.

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Trama: “Emma Woodhouse, handsome, clever and rich…”
Thus began Jane Austen’s classic, a light and lively tale set in an English village two hundred years ago. Yet every era has its share of Emmas: young women trying to find themselves in their own corners of the world. 
I Could Write a Book is the story of a self-proclaimed modern woman: Emma Katherine Woodhouse, a 1970s co-ed whose life is pleasant, ordered, and predictable, if a bit confining. 
Her friend George Knightley is a man of the world who has come home to fulfill his destiny: run his father’s thriving law practice and oversee the sprawling Donwell Farms, his family legacy in Central Kentucky horse country. 
Since childhood, George’s and Emma’s lives have meshed and separated time and again. But now they’re adults with grown-up challenges and obligations. As Emma orchestrates life in quaint Highbury, George becomes less amused with her antics and struggles with a growing attraction to the young woman she’s become. 
Rich with humor, poignancy, and the camaraderie of life in a small, Southern town, I Could Write a Book is a coming of age romance with side helpings of self-discovery, friendship, and finding true love in the most unlikely places.

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Giudizio personale: 5/5

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Della stessa autrice:
- Find wonder in all things

domenica 11 febbraio 2018

The unthinkable triangle


Autrice: Joana Starnes

Sottotitolo: A Pride and Prejudice variation

Lingua: inglese

Genere: variation

Prima pubblicazione: settembre 2015



Che Joana Starnes sappia scrivere - ma scrivere davvero - è palese anche per chi, come me, legge i suoi libri in una lingua che non è la propria.
Dalla sua penna sono già scaturiti The subsequent proposal e The second chance, che mi avevano attirata per il fatto che, pur essendo variation di Orgoglio e pregiudizio, incrociavano le storie di Darcy, Lizzie e gli altri con quelle dei personaggi di Persuasione l'una, e di Ragione e sentimento l'altra. Tuttavia di sicuro il mio romanzo preferito della scrittrice britannica - per ora - è proprio The unthinkable triangle, che, riguardo a personaggi e ambientazione, si mantiene strettamente nei limiti di Orgoglio e pregiudizio.


Nocciolo della storia è, come ci suggerisce il titolo, l'impensabile triangolo a cui la stessa Jane Austen aveva alluso, ovvero quello tra Elizabeth, Darcy e il colonnello Fitzwilliam. Nella storia originale, infatti, quest'ultimo confessa che, se non dovesse necessariamente sposare una donna ricca, essendo lui un figlio cadetto, le sue attenzioni ricadrebbero con piacere sulla secondogenita dei Bennet.
Nel romanzo di Joana Starnes, il colonnello, Richard, manda all'aria tutti i suoi precedenti propositi matrimoniali pur di coronare il suo sogno d'amore con Elizabeth, che, a sua volta, non dà peso alle condizioni economiche dell'uomo.
Darcy, dal canto suo, assiste impotente alla materializzazione di un incubo: la donna amata legata non solo ad un altro uomo, ma a quello che è il suo affezionato cugino nonché amico fraterno ...


Già in The subsequent proposal Joana Starnes era stata superba nel descrivere la disperazione di Darcy, allora permeata, almeno in principio, di rabbia a causa del rifiuto della sua proposta di matrimonio. Qui abbiamo invece la disperazione che nasce dal rimpianto per aver sprecato tempo prezioso: Richard, infatti, si dichiara ad Elizabeth ad Hunsford proprio lo stesso giorno in cui Darcy si era finalmente deciso a compiere lo stesso passo (in quella che probabilmente sarebbe stata, come nel romanzo originale, una proposta disastrosa).

La storia riesce ad essere piacevole ed originale: ad un certo punto ho pensato a ben tre svolte della vicenda, tutte prevedibili e noiose in realtà, ma la scrittrice è riuscita a trovare una strada inaspettata e realistica. 

I personaggi mi sono piaciuti molto, li ho trovati tutti in linea con i corrispettivi austeniani (e ringrazio di tutto cuore l'autrice di aver tenuto fuori Wickham). Mrs Bennet è resa benissimo, non è presente in molte scene, ma mi ha strappato un sorriso ad ogni apparizione. Elizabeth è molto dolce, non una super donna come spesso accade in altre variation, e Mr Bennet perfettamente pacato ed amorevole.
Se dovessi trovare una nota negativa, direi che non mi sono sentita coinvolta nella storia tra Lizzy e Richard, probabilmente perché essa è stata raccontata solo attraverso quest'ultimo, e quasi nulla ci viene mostrato del suo sbocciare.


La mia parte preferita è stata di sicuro quella del chiarimento tra i due protagonisti principali, Darcy ed Elizabeth. Si è trattato di una scena molto delicata, dolce ed emozionante quale raramente mi è capitato di trovare in un romanzo.

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La copertina: non mi fa impazzire ma nemmeno mi dispiace. Apprezzo il contrasto tra il rosso e il giallo, tuttavia credo che avrei preferito un'impostazione meno geometrica.

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Trama: All is fair in love and war – or is it? What if Mr. Darcy’s rival for Elizabeth Bennet’s hand and heart is not some inconsequential stranger, but his dearest, closest friend? How is he to reconcile the claims of loyalty and kinship with the urge to pursue his heart’s desire?

"Eyes tightly shut against the horrifying future, Darcy dug his fingers in his hair. Lost to him forever. Not merely lost, but promised to his cousin – firmly in his life, but never his! How in God’s name was he to bear it and not become unhinged? How was he to have her at his table as Richard’s affianced, and not betray himself? How was he to see her, time and again, and give no sign that he wanted her more than he had ever wanted any woman? How was he to keep up the pretence, day after excruciating day?"

“This cannot be! Today’s events have tampered with your judgement.”
“Elizabeth, pray let my judgement be my concern alone. From the very first days of our acquaintance I sat in judgement instead of courting you, and I paid a terrible price for it. After a year such as I had, there is nothing – nothing, do you hear? – that I would not do to be with you.”
He kissed her with a passion bordering on desperation, then burst out, more fiercely than ever:
“You must leave me room to hope! Or, as God is my witness, by this time tomorrow I will have carried you off to Gretna Green and damn the consequences!”

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Giudizio personale: 5/5

sabato 10 febbraio 2018

Casa Howard - Citazioni

" E' così facile parlare di emozione passeggera, dimenticando quanto fosse intensa prima che passasse. "

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" ... sentiva che quanti si preparano in anticipo a tutte le emergenze della vita, rischiano di farlo a spese della gioia. "

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" Non sempre i poveri possono raggiungere quelli che vogliono amare e quasi mai fuggire da quelli che non amano più. "

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" La vita è davvero pericolosa, ma non nel modo in cui ci vorrebbe far credere la morale. E' davvero ingovernabile, ma la sua essenza non è una battaglia. E' ingovernabile perché romanzesca, e la sua essenza è la bellezza romantica. "

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" - La mia convinzione - dice il mistico - si rafforza infinitamente nel momento in cui un'altra anima vi crede. "

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" Non si è sicuri di nulla, tranne che della verità delle proprie emozioni. "

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" Senza dubbio non v'è riposo per noi sulla terra. Ma v'è certamente felicità... "

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" Ella sapeva che dall'espediente della Natura noi abbiamo costruito una magia che ci conquisterà l'immortalità. "

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" Tutto era così solido e lindo, che il passato scattò in alto, fuori dalla vista, come una tendina avvolgibile, lasciando non arrotolati soltanto gli ultimi cinque minuti. "

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" ... ma noi sappiamo che nessuna generalizzazione è possibile riguardo a quelli che amiamo; non lo stesso cielo li attende, né lo stesso oblio. "

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" Ora è tutta una questione di affetto. [...] E l'affetto, quando è ricambiato, dà dei diritti. "

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" Io so cose che loro non possono sapere, e anche tu le sai. Noi sappiamo che c'è la poesia. Noi sappiamo che c'è la morte. Loro possono soltanto accettarle per sentito dire. "

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" E fra tutti i mezzi di rigenerazione il Rimorso è certamente il più rovinoso. Insieme a quelli avvelenati taglia via i tessuti sani. "

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Qui la recensione del romanzo