domenica 30 dicembre 2012

L'uomo che si innamorò di un orso bianco - Citazioni

" ...a volte il modo migliore di andarsene da casa è andarsene da casa ".

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" Ogni battito cardiaco faceva male ".

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" Molte persone pensano che l'opposto della depressione sia l'euforia o un senso di benessere. Non io. Io concepisco la depressione come una forma di morte psichica ed emotiva e il suo opposto come vitalità ".

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" ...una volontà di distruttività [...] è conseguenza di vite non vissute".

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" ...il diavolo parte sempre con un vantaggio, il vantaggio di non essere limitato da considerazioni morali ".

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" Tu sei avido [...]. Ma non di denaro. No, [...]. Tu sei avido di scoprire se ciò a cui hai dedicato tutta la tua vita ha poi significato qualcosa! ".

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Qui la scheda del libro.

Le prime luci del mattino

Autore: Fabio Volo

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La storia è quella di una donna, Elena, che si accorge di non avere mai vissuto per davvero, e che, grazie alla relazione sessuale con uno sconosciuto, riesce finalmente a scoprire chi è, a prendere in mano la propria vita e ad essere felice.
L'espediente utilizzato per raccontare la storia in buona parte del libro è quello del diario, non proprio originale, ma funzionale.
Si potrebbe dividere il romanzo in tre parti, "dedicando" ciascuna ai tre uomini della protagonista: il marito Paolo, lo "sconosciuto" di cui non ci viene mai detto il nome, e Nicola, che rappresenta le "prime luci del mattino" nella vita di Elena.
Sicuramente la parte che mi è piaciuta di più è stata la prima, in cui lo scrittore riesce a calarsi così bene nei panni di una donna, che mi son chiesta se quelle pagine fossero davvero state scritte da un uomo.
Purtroppo, dalla seconda parte in poi, la storia diventa del tutto prevedibile e anche piuttosto noiosa. Già dopo il secondo incontro tra Elena e lo sconosciuto sappiamo benissimo come andrà a finire, e le descrizioni dei giochi erotici tra i due alla lunga stonano e annoiano.
Prevedibilissima la terza parte, per fortuna molto breve.

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Trama: Elena non è soddisfatta della sua vita. Il suo matrimonio si trascina stancamente, senza passione né curiosità. Suo marito è diventato ormai come un fratello: "Non viviamo insieme, insieme ammazziamo il tempo. Abbiamo stupidamente pensato che due infelicità unite potessero dar vita a una felicità". Ha sempre deciso in anticipo come doveva essere la sua vita: la scuola da fare, l'università, l'uomo da sposare... perfino il colore del divano. È diventata moglie prima di diventare donna. Finché un giorno sente che qualcosa inizia a scricchiolare. La passione e il desiderio si affacciano nella sua quotidianità, costringendola a mettersi in discussione. Elena si rende conto che un altro modo di vivere è possibile. Forse lei si merita di più, forse anche lei si merita la felicità. Basta solo trovare il coraggio di provare, di buttarsi, magari di sbagliare. "Per anni ho aspettato che la mia vita cambiasse, invece ora so che era lei ad aspettare che cambiassi io". Un libro sincero e intenso, capace di affrontare i sentimenti senza trucchi o giri di parole, e di portarci faccia a faccia con le nostre emozioni più vere.  

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Giudizio personale: 2/5


sabato 29 dicembre 2012

The curious case of Benjamin Button

Autore: Francis Scott Fitzgerald

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The curious case of Benjamin Button è un racconto breve capace di far sorridere, riflettere, commuovere.
In particolare, mi ha colpito favorevolmente l'ironia che l'autore utilizza all'inizio per descrivere la borghesia di Baltimora, personificata poi dal padre di Benjamin.
Fitzgerald gli attribuisce una cecità -che evidentemente pensa estesa a tutta la classe- verso qualsiasi evento inatteso e spiacevole che possa incrinare il mondo all'apparenza perfetto dei benestanti. E così, il signor Button va ad acquistare per il suo bebè dall'aspetto di un ottuagenario, biancheria da neonato e giocattoli, lo iscrive all'asilo, e per molto tempo lo costringe -e non solo metaforicamente- nei panni di un bambino. Peccato per la completa assenza della signora Button, mi sarebbe piaciuto vedere la sua reazione di fronte all'anomala nascita.
Riguardo Benjamin, è un personaggio per il quale spesso ho provato compassione. Certo, può far sorridere il fatto che, quasi neonato, sia coetaneo ed amico del proprio nonno, ma a parte ciò, mi è sembrato per lo più molto solo e incompreso, prigioniero di un corpo e di una mente controcorrente rispetto al tempo. E' davvero commovente, ad esempio, leggere della sua voce rotta dal pianto quando nessuno lo riconosce come l'uomo che ha combattuto, e valorosamente, in guerra, o quando è costretto a scappare dall'università perché è letteralmente perseguitato da una folla che lo canzona per il suo desiderio di iscriversi pur avendo un corpo da anziano. Ciò fa molto riflettere su quanto siamo abituati a giudicare dall'apparenza, e a scostarci da tutto quello che si allontana dai binari della normalità.
E' triste leggere del naufragio del matrimonio di Benjamin - le cose sarebbero andate nello stesso modo se la strana attitudine a "decrescere" fosse scomparsa? - e della poca memoria delle persone, dimentiche dell'aver criticato il fatto che un anziano sposasse una ragazza, mentre spettegolano sul fatto che un ragazzo stia con una donna non più giovane, o, ancora, del disgusto provato dal figlio del protagonista nel doversi occupare di un padre non più tale.
Bellissime le ultime righe, nelle quali tutta la vita, i ricordi e i sentimenti di Benjamin si perdono per sempre dissolvendosi nel buio.

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Trama: This story was inspired by a remark of Mark Twain's to the effect that it was a pity that the best part of life came at the beginning and the worst part at the end. By trying the experiment upon only one man in a perfectly normal world I have scarcely given his idea a fair trial. Several weeks after completing it, I discovered an almost identical plot in Samuel Butler's "Note-books"...

La vita scorre all'indietro, per Benjamin Button. In un giorno d'estate del 1860, per un inspiegabile scherzo del destino, lui nasce già vecchio: un uomo dell'apparente età di settant'anni, dentro una culla. E poi comincia a ringiovanire, muovendosi controcorrente rispetto alla Storia. Mentre la buona borghesia di Baltimora, a cui appartiene anche suo padre, osserva con un misto di meraviglia, imbarazzo e riprovazione.

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Giudizio personale: 3/5

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E' possibile scaricare gratuitamente il libro in lingua originale su feedbooks

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E' del 2008 il film Il curioso caso di Benjamin Button, con protagonisti Brad Pitt e Cate Blanchett.
La storia narrata è del tutto diversa da quella del libro, di cui conserva solo lo strano destino di Benjamin, nato anziano e ringiovanito nel corso della vita.
Nella pellicola il "neonato" verrà infatti abbandonato dal padre in una casa di riposo, e vivrà in seguito una storia d'amore con Daisy.
Molto bello il finale, anche se ricordo che all'epoca trovai il film eccessivamente lungo, ed incapace di appassionare davvero.

Il trailer in italiano:


martedì 11 dicembre 2012

Camera con vista - Citazioni

" A volte il nostro bisogno di un gesto comprensivo è così grande che non ci importa cosa significhi esattamente o quanto dovremo in seguito pagarlo ".

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" Sapeva solo che la candela avrebbe fatto miglior luce, [...] e il mondo sarebbe apparso più allegro, se lei avesse potuto dare e ricevere un pò di amore ".

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" [...] soffriva del torto più doloroso finora scoperto al mondo: i suoi simili avevano approfittato con diplomazia della sua sincerità, del suo bisogno di amore e comprensione ".

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" La passione [...] non dovrebbe mai chiedere il permesso, ma far valere il proprio diritto ".

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" ... l'amore [...] è la cosa più reale che si possa sperimentare ".

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" Che spreco! Quella parola sembrava riassumere tutta la sua vita ".

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" Quando arriva l'amore, la vita diventa reale ".

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" ... si fidi di me. La vita è bellissima, ma difficile ".

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" Non è possibile amarsi e separarsi. Si vorrebbe che fosse possibile. Si può trasformare l'amore, ignorarlo, sprecarlo, non si può estirparlo dall'anima ".


sabato 8 dicembre 2012

Prima del futuro

Autori: Jay Asher e Carolyn Mackler
Titolo originale: The future of us

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I lettori non giovanissimi ricorderanno di sicuro Windows 95, il labirinto di mattoni come salvaschermo, il fatto di non poter utilizzare il telefono se si era connessi ad Internet, i cd rom omaggio che permettevano di navigare per un determinato numero di ore.
E' in questa realtà, nel 1996, che si svolge la vicenda di Emma e Josh, due adolescenti amici fin dall'infanzia, che muovono i primi passi in Internet imbattendosi, per un'alterazione spaziotemporale, in uno strano sito chiamato Facebook.
Qui i due ragazzi scoprono i propri profili, sbirciano la loro vita futura, tentano in tutti i modi di cambiarla - nel caso di Emma - o di preservarla - nel caso di Josh -.
E' divertente vedere come i due reagiscono di fronte al social network, chiedendosi perché la gente metta in piazza i propri pensieri, mostri le proprie foto, e addirittura si dia la pena di informare chiunque che sta mangiando un muffin!
Benché il finale sia piuttosto prevedibile fin dall'inizio della storia, Prima del futuro si rivela una lettura piacevole, e gli autori hanno il merito di ritrarre figure di adolescenti credibili  e che spesso mi hanno fatto tenerezza.
Molto carina la scena finale, in cui i protagonisti, con due amici, si divertono in una vasca di palline colorate, divenendo l'immagine stessa della spensieratezza.

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Trama: E' il 1996, la velocità della connessione arranca rumorosamente a 56 kb, la rete è quasi vuota, è ancora uno strumento per pochi, una sorta di nuova stregoneria tecnologica. Josh e Emma si conoscono fina da quando erano piccoli, sono sempre stati amici inseparabili, poi Josh ha tentato di baciare Emma e le cose si sono complicate. E' parecchio tempo che non si vedono, il giorno in cui Josh suona il campanello di casa della ragazza e le porge imbarazzato un cd rom di America on line. E' arrivato come omaggio per posta, ma loro non hanno il computer. Emma invece ha un fiammante pc con Windows 95, ma non ha Internet. Quando Emma riesce finalmente a connettersi, accade qualcosa di inspiegabile. Per una strana alterazione della barriera spaziotemporale appare sullo schermo una misteriosa pagina bianca e blu con una scritta sconosciuta: facebook. C'è la foto di una donna sui trent'anni con un volto familiare, troppo familiare. C'è il suo nome, Emma Nelson e la sua stessa data di nascita. Si è aperto un pericolosissimo portale sul futuro in grado di cambiare, in un'indimenticabile settimana di delirio, il presente, i sentimenti e il destino di Josh e Emma.

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Giudizio personale: 3/5


sabato 1 dicembre 2012

I peccati dei Borgia

Autrice: Sarah Bower
Titolo originale: Sins of the House of Borgia

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Ero un pò prevenuta verso questo romanzo, in quanto temevo che sarebbe stato l'ennesimo che avrebbe sfruttato la "leggenda" degli amori incestuosi di Lucrezia Borgia; una volta cominciata la lettura, tuttavia, ho davvero pensato di dovermi ricredere... fino a trenta pagine dalla fine, ahimè!
Ma andiamo con ordine.
La storia prende le mosse dalla cacciata degli ebrei dalla Spagna, a causa della quale la piccola Ester, narratrice del romanzo, arriverà a Roma, e diventerà poi la dama di compagnia favorita di Lucrezia Borgia ai tempi delle sue nozze con Alfonso d'Este, dopo la morte del secondo marito Alfonso di Bisceglie.
Il libro è scritto benissimo, la prosa è davvero incantevole, e le descrizioni di scene di corte, abiti e quant'altro sono minuziose. La figura di Lucrezia si avvicina molto a quella descritta da Maria Bellonci nel suo bellissimo saggio, e innumerevoli sono i personaggi storici che sfilano davanti ai nostri occhi, da Angela Borgia a Dorotea Caracciolo, da Caterina Sforza a Isabella d'Este. La storia d'Italia e il coinvolgimento dei Borgia in essa viene spesso, purtroppo, lasciata in secondo piano, ma evidentemente non ci troviamo di fronte ad un libro di storia.
Cinquecento pagine scorrono veloci, anche se il romanzo non è proprio privo di difetti, come l'inconsistenza del personaggio di Ester (ribattezzata prima Donata e poi Violante) o la poco coinvolgente storia della stessa ragazza con il duca Valentino, di sicuro non il mio personaggio preferito.
Evidentemente, però, la presunta -e a quanto pare falsa- relazione di Lucrezia con il fratello Cesare rappresentava una tentazione troppo grande per non essere colta, e così, con il suo inserimento a pochissime pagine dalla fine si rovina, secondo me, un romanzo godibile e il cui elemento di novità era rappresentato proprio dal non servirsi degli incesti di casa Borgia.
Senza contare che alla luce della "rivelazione" va riletta l'intera vicenda e la funzione stessa della protagonista Violante all'interno della storia.
Il finale è un pò affrettato e la parte centrale, con un Cesare Borgia onnipresente e una Lucrezia momentaneamente scomparsa dalla scena, può risultare lenta.

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Trama: Quando Violante, giovane ebrea di Toledo, parte per l'Italia nel 1492, non può immaginare i magnifici eccessi di cui sarà presto testimone. Sola e inesperta, fa il suo ingresso come dama di compagnia in una delle corti più fastose d'Europa: quella splendida e misteriosa dei Borgia. Diventata prediletta della bellissima Lucrezia, che la tiene sempre con sé, e innamorata di suo fratello Cesare, che ne farà la propria amante, la fanciulla gode dell'ambiguo privilegio di veder nascere gli intrighi più perversi, le vendette più feroci, i rapporti più lussuriosi di una famiglia celebre per aver fatto del potere, e del peccato, il proprio credo. Compreso il patriarca, Rodrigo Borgia, alias Papa Alessandro VI, che mentre allunga le mani su Roma non si fa mancare i favori della stupenda, e giovanissima, Giulia Farnese. Ma a palazzo, in realtà, nessuno è come appare. Se le lussuose stanze celano una Lucrezia ignota a chi la ritiene soltanto una donna volgare e depravata, e se i mormorii su Cesare non possono svelare l'anima dell'uomo a cui Violante ha dato il cuore, quest'ultima, dal canto suo, nasconde più di un segreto: un passato con troppi lati oscuri, e una missione inconfessata...

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Giudizio personale: 4/5 

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Approfondimenti - Dorotea Caracciolo

Nata Malatesta, Dorotea crebbe alla corte dei Gonzaga e seguì la futura duchessa Elisabetta a Urbino come dama di compagnia. La duchessa ne favorì le nozze con il nobile napoletano Giovanni Battista Caracciolo, di trent'anni più vecchio.

Elisabetta Gonzaga, duchessa di Urbino

Il matrimonio fu celebrato nel 1500 ad Urbino, alcuni mesi dopo la nomina del Caracciolo a capitano generale della fanteria della Repubblica di Venezia. Solo un anno più tardi Dorotea si mise in viaggio per la Serenissima. Il corteo fu seguito da una corposa scorta inviata dal capitano, consapevole della pericolosità del viaggio, che avrebbe portato la moglie nelle terre di Romagna, occupate da Cesare Borgia.
Le precauzioni, tuttavia, non furono sufficienti, e il viaggio fu all'origine di un'avventura durata tre anni e dai contorni ancora indefiniti.
Infatti, tra Porto Cesenatico e Cervia, Dorotea fu rapita insieme con la dama di compagnia da alcuni soldati spagnoli e la scorta fu messa in fuga o uccisa. Sulla base di testimonianze di soldati superstiti e di alcuni contadini che avevano alloggiato le donne e i rapitori, il rapimento fu attribuito senza esitazioni a Cesare Borgia, che però lo attribuì a un suo capitano.

Cesare Borgia, il "Duca valentino"

Per motivi politici, il Consiglio della Serenissima impedì a Giovanni Battista Caracciolo di attuare rappresaglie private, e dopo un pò sulla questione fu fatto cadere il silenzio.
Nell'ottobre del 1502 si seppe che Dorotea era viva, e un anno dopo -in coincidenza con la morte di Papa Alessandro VI e con il declino del potere del figlio Cesare- fu liberata.
Non si sa di sicuro cosa accadde.
Probabilmente la Malatesta fu ad Imola, a Forlì, a Roma, prigioniera a Castel Sant'Angelo insieme a Sancia d'Aragona, infine in un convento di suore.
E' accreditata l'ipotesi che il Borgia fosse, se non il mandante del rapimento, almeno compiacente. C'è inoltre il sospetto che la donna fosse consenziente.
Una volta libera, Dorotea fu accolta con grandi onori dal marito a Faenza, dove nacquero i quattro figli Marco Oliviero, Isabella, Viola e Battista.
Nel 1508 il Caracciolo fu ucciso da un suo parente per vendetta di un torto personale, e la Malatesta decise di trasferirsi con i figli a Napoli, patria del marito.
Qui morì di peste nel 1527, senza essersi mai risposata.

Fonte: Treccani.it