lunedì 26 dicembre 2011

La peste - Citazioni

" ...un artista ha più diritti di un'altro, tutti lo sanno. Gli si perdonano più cose ".


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" Oggi la verità è un ordine ".


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" ...il vizio più disperato essendo quello dell'ignoranza che crede di saper tutto e che allora si autorizza a uccidere ".


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" ...l'uomo [...] è incapace di soffrire o di essere felice a lungo. Non è quindi capace di nulla che valga ".


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" ...arriva sempre un momento nella storia in cui chi osa dire che due più due fa quattro è punito con la morte ".


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" Vi è sempre qualcuno più prigioniero di me ".


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" ...l'abitudine alla disperazione è peggiore della disperazione stessa ".


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" ...l'amore [...] richiede un pò di futuro, e per noi non c'erano più che attimi ".


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" ...disse [...] che non c'era vergogna nel preferire la felicità ".


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" Chi poteva affermare [...] che l'eternità d'una gioia possa compensare un attimo del dolore umano? ".


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" ...bisogna essere colui che resta ".


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" Cerco di essere un assassino innocente ".


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" ...viene sempre un'ora in cui ci si stanca delle prigioni, del lavoro e del coraggio... ".


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" ...come doveva essere duro vivere soltanto con quello che si sa e che si ricorda, e privi di quello che si spera ".


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" ...ora sapevano che se una cosa si può desiderare sempre e ottenere talvolta, essa è l'affetto umano".


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" ...la testimonianza di quello [...] che [...] avrebbero dovuto ancora compiere, contro il terrore e la sua instancabile arma, nonostante i loro strazi personali, tutti gli uomini che non potendo essere santi e rifiutandosi di ammettere i flagelli, si sforzano di essere medici ".



Il diario del vampiro - Il risveglio

Autrice: Lisa Jane Smith
Titolo originale: The Vampire Diaries: the awakening
Volume: 1 di 10

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Lisa Jane Smith ha scritto questo romanzo in tempi "non sospetti", cioè molto prima che impazzasse la moda dei vampiri e delle altre creature soprannaturali. La prima edizione de Il risveglio risale infatti al 1991, e pare che dalla serie dei Diari abbia preso spunto la signora Meyer per la sua saga (che non ho mai letto, quindi non posso affermare che ci sia somiglianza).
Ammetto che mi aspettavo di peggio, invece la storia si lascia leggere con facilità. La scrittrice ha saputo rendere abbastanza bene l'ambiente liceale e l'età adolescenziale. I personaggi -per lo più quelli femminili- si trovano in una difficile fase della loro vita, non sanno ancora chi sono e chi saranno, c'è la paura del futuro, l'amicizia, i primi amori. Non mi stupisce che piaccia molto ai teenagers.
Ho trovato un pò assurdo che i due fratelli vampiri, nati nel Rinascimento in Toscana, si chiamino Stefan e Damon. Non credo che un uomo del 1400 avrebbe dato questi nomi ai suoi figli -probabilmente non succederebbe nemmeno al giorno d'oggi-, sarebbe stato più realistico se la scrittrice avesse detto che i "ragazzi" avevano col tempo cambiato i loro nomi, ma tant'è.
In un'altra ottica, si potrebbe anche leggere Stefan come rappresentante del "diverso" in una società omologata (qui la piccola cittadina di Fell's Church), che lo addita e non lo accetta e ne fa il capro espiatorio quando viene a mancare la linearità (come nell'episodio della festa della casa stregata).
Ho anche apprezzato il richiamo alle storie classiche dei vampiri, con il morso che è quasi metafora del sesso  e le caratteristiche delle creature della notte, che si inceneriscono alla luce del sole o possono trasformarsi in animali (come nel caso del corvo).
Rimarrà invece deluso chi spera di ritrovare nel libro una trascrizione del telefilm The Vampire Diaries, molto differente dalla storia originale.

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Retrocopertina: Elena Gilbert è una ragazza d'oro, è bella, è brillante, ha tutto nella vita. Ma le sue giornate non hanno nulla di eccitante. Così, alla ricerca del brivido, intreccia una relazione con il tenebroso Stefan. Ma Stefan nasconde un segreto che potrà sconvolgere per sempre la vita della protagonista... Ha inizio per Elena la più affascinante e pericolosa delle avventure. Una storia d'amore e odio, di luce e ombra, in cui Stefan e Damon, due vampiri fratelli, avversari in una guerra millenaria, si contenderanno il cuore della ragazza e il suo destino.

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Giudizio personale: 4/5

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Volumi successivi:
- La lotta
- La furia
- La messa nera
- Il ritorno

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Nel 2009 ha debuttato negli Stati Uniti la serie The vampire Diaries tratta dalla saga di Lisa Jane Smith.
Benché io non abbia ancora terminato la prima serie, posso già dire che la storia telefilmica si discosta molto da quella contenuta nel libro. Innanzitutto i personaggi sono molto diversi, sia fisicamente che caratterialmente: nel romanzo Elena è la tipica queen bee, bionda, altezzosa, egoista, un pò superficiale, nel telefilm è invece la tipica protagonista buona, brava e senza malizia, inoltre nel libro ha una sorellina di quattro anni, mentre nel telefilm un fratello adolescente; lo Stefan della Smith è un bel ragazzo con i capelli ricci e molto tormentato dal suo passato; Bonnie è una ragazzina con i capelli rossi, e Caroline è in diretta competizione con Elena.
Molto diversa soprattutto la figura di Katherine, una vampira molto fragile e delicata, che, almeno da quanto è narrato in questo primo volume, non potrebbe tornare, come invece sembra che farà il suo corrispettivo televisivo.
The vampire diaries non è tra i miei show preferiti, anche se c'è di peggio. Alcuni episodi sono interessanti e fanno venir voglia di proseguire nella visione, altri risultano noiosi. Ci sono molte ripetizioni, come le innumerevoli feste; spesso la storia è molto lenta, e personalmente trovo il personaggio di Bonnie oltremodo irritante.
Salvo le scene ambientate nel passato: mi piacciono i costumi che vengono utilizzati, e le trovo interessanti.
Peccato che non si segua la storia del libro, o almeno che non se ne traggano più scene: sarebbe stato bello vedere sullo schermo, ad esempio, quella in cui Elena si traveste da dama del Rinascimento per far piacere a Stefan, e invece finisce inconsapevolmente per presentarsi a lui come il ritratto vivente di Katherine.

domenica 25 dicembre 2011

Per orgoglio o per amore

Autrice: Pamela Aidan
Titolo originale: An assembly such as this
Volume: 1 di 3

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Dopo le delusioni di Orgoglio e preveggenza e Sospetto e sentimento, ho impiegato un pò prima di leggere di nuovo un derivato dei romanzi di Jane Austen. Ma per fortuna questa volta mi è andata piuttosto bene.
Per orgoglio o per amore è la storia di Orgoglio e pregiudizio raccontata dal punto di vista del protagonista maschile, Fitzwilliam Darcy.
Lo stile non è certo quello della Austen, almeno nella traduzione italiana, ma ciò non è per niente una pecca: il romanzo è comunque scorrevole e godibile.
Naturalmente ritroviamo molti degli episodi del romanzo originale, e questo di sicuro fa piacere agli amanti di Orgoglio e pregiudizio. Inoltre è interessante conoscere più da vicino Mr Darcy, sapere quali sono i suoi pensieri e i suoi tormenti, cosa accade "dietro le quinte" del romanzo originale.
Benché sia piacevole seguirlo a Londra, vederlo "gareggiare" suo malgrado con il Beau, o acquistare amorevolmente dei regali per la sorella Georgiana, il lettore è in trepidante attesa delle scene in cui finalmente Elizabeth e Darcy si incontrano ed interagiscono, anche se sa già cosa si diranno e cosa succederà.
Adorabile Darcy con il segnalibro "rubato" a Lizzy, e che fa un pò da "surrogato" della fanciulla nelle scene in cui questa non può essere presente.
Piacevolissimi anche i titoli dei capitoli, molto "Regency" secondo me: A un ricevimento di questa sorta, Intermezzo, Finta e parata, Il suo peggior nemico, Al di là del pensabile, Mali di questa fatta, ecc.
I personaggi nuovi sono piuttosto pochi ed indispensabili, e mi fa piacere che non abbiano stravolto la storia originale; ho qualche riserva solo riguardo Fletcher, il valletto di Darcy, che non riusciva a non farmi pensare ad un personaggio della Disney.
Per orgoglio o per amore è seguito da altri due volumi che completano la storia, e questo può essere piuttosto seccante, visto che sembra più una mossa commerciale che un'esigenza dovuta alla lunghezza dell'opera (questo primo volume occupa solo 256 pagine scritte in caratteri abbastanza grandi).
Termino con una mia personalissima osservazione riguardo il nome della signora Bennet: la scrittrice sceglie Fanny, ma al tempo in cui è ambientato Orgoglio e pregiudizio, si usava dare alla prima figlia femmina il nome della madre, e, visto che la prima Bennet si chiama Jane, mi sarei aspettata lo stesso per Mrs Bennet.

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Retrocopertina: Fitzwilliam Darcy ed Elizabeth Bennet: una delle storie d'amore più romantiche di tutti i tempi, finalmente raccontata da punto di vista di lui.


"La commovente supplica dell'aria e la tenera espressione che ornava i lineamenti di Elizabeth durante il canto diedero vita a una risonanza, in profondità inesplorate dentro di lui, che si diffuse rapidamente in tutto il suo essere. Darcy si protese in avanti, non volendo perdere la minima sfumatura, aggrappandosi con fermezza ai braccioli della poltrona. Dovette farlo per restare seduto, così forte era l'impulso ad avvicinarsi. Immaginò di chinarsi su di lei, di sfiorarla per voltare le pagine dello spartito...".

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Giudizio personale: 4/5

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Parlerò dei film e della serie tratti da Orgoglio e pregiudizio in un prossimo post dedicato al libro, tuttavia le trasposizioni cinematografiche e televisive colpiscono la nostra fantasia, e ci impediscono di immaginare i personaggi di un libro senza associarli agli attori che hanno dato loro i volti.
Nel leggere Per orgoglio o per amore, Darcy per me non ha potuto non avere l'aspetto di Colin Firth, protagonista maschile nella serie del 1995:

Elizabeth l'ho immaginata il 50% delle volte con il volto di Jennifer Ehle, dalla serie del '95:

l'altro 50% con quello di Keira Knightley, dal film del 2005:

Riguardo Miss Bingley, benché io preferisca di gran lunga Kelly Reilly (2005),

l'ho immaginata con le sembianze di Anna Chancellor (1995):

Mr Bingley ha avuto invece il volto di Simon Woods (2005), un tantino meno svagato, forse:



domenica 11 dicembre 2011

L'ombra del vento - Citazioni

" Le parole che hanno avvelenato il cuore di un figlio, pronunciate per meschinità o per ignoranza, si sedimentano nella memoria e lasciano un marchio indelebile ".

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" ...esistiamo fintanto che siamo ricordati ".

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" Sono poche le ragioni per dire la verità, mentre quelle per mentire sono infinite ".

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" I libri sono specchi: riflettono ciò che abbiamo dentro ".

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" Si stavano domandando se il loro destino era stato deciso dalle carte toccate loro in sorte o dal modo in cui le avevano giocate ".

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" Le guerre negano la memoria dissuadendoci dall'indagare sulle loro radici, finché non si è spenta la voce di chi può raccontarle. Allora ritornano, con un altro nome e un altro volto, a distruggere quel poco che avevano risparmiato ".

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" Gli esseri umani sono disposti a credere a qualunque cosa tranne che alla verità ".


sabato 10 dicembre 2011

Il mandolino del Capitano Corelli

Autore: Louis De Bernieres
Titolo originale: Captain Corelli's mandolin

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Il mandolino del Capitano Corelli è una storia bellissima, e l'ho considerato uno dei migliori libri che avessi mai letto... fino a un certo punto.
Ma andiamo con ordine.
Siamo a Cefalonia, un'isola greca in cui la vita scorre semplice; c'è un uomo non laureato, il dottor Iannis, che fa da medico a tutti; c'è sua figlia, Pelagia, bella e troppo intelligente; c'è una galleria di personaggi indimenticabili, come Stamatis, che ha vissuto per tutta la vita sordo a causa di un pisello nell'orecchio, e che, una volta liberatosene, chiede al medico di rimetterlo al suo posto, perchè sente troppo la moglie che lo tormenta; ci sono, infine -e purtroppo- due uomini folli di nome Adolf Hitler e Benito Mussolini, artefici di una guerra orribile e sanguinosa, la cui pazzia sta per fagocitare anche Cefalonia e i suoi abitanti.
E' così che sull'isola sbarca l'esercito italiano e il Capitano Corelli, innamorato della musica e del suo mandolino, ed ha inizio una storia d'amore e di guerra appassionante ed a tratti commovente.

Il dottor Iannis tenta di scrivere una "Storia di Cefalonia", ed i brani del suo libro incompiuto sono davvero molto belli, intensi ed ironici, e fanno venir voglia di conoscere meglio la storia dell'isola.
Il secondo capitolo, intitolato "Il Duce", è un ritratto di Mussolini che da solo varrebbe la lettura del libro, e che avrei volentieri trascritto, se solo fosse stato più breve. In esso l'autore riesce a mettere in risalto l'egocentrismo dell'uomo, la sua superficialità, le sue menzogne e le contraddizioni delle sue affermazioni. Al duce si riferisce anche il capitolo 35, "Un opuscolo distribuito sull'isola e intitolato con il motto fascista ^Credere, obbedire, combattere!^ ", un pamphlet contenente un'ironica storia di Mussolini. In esso vediamo come la presunzione e l'egocentrismo di un ometto, costi la vita a migliaia di persone, sofferenze a nazioni intere, e come la pace venga barattata per una guerra inutile e ingiusta. C'è da dire che, purtroppo, l'opuscolo risulta, a tratti, ancora molto attuale.
Altri capitoli meravigliosi sono quelli che hanno per titolo "L'omosessuale"; soprattutto la prima lettera è molto toccante e commovente, così come si rivelerà la storia e la fine dell'uomo che l'ha scritta, che incontreremo nel corso della storia e a cui avremo occasione di affezionarci.
La storia ci avvicina naturalmente anche al mondo di Cefalonia, non solo descrivendoci le sue bellezze naturali, ma anche il modo di vivere dei suoi abitanti. Vediamo così che un uomo forzuto, Velisarios, ed un vecchio cannone, possono rivelarsi un'attrazione imperdibile, e che la festa del Santo -molto ben descritta- unisce credenti e non, e regala al paese miracolose guarigioni.
Ma non ci sono solo bellezze e folklore: come in molte altre parti del mondo, la condizione delle donne a Cefalonia non è delle migliori. Esse sono destinate ai lavori di casa, a viziare gli uomini, a discutere di cose importanti solo con le altre donne e in assenza degli uomini e, cosa peggiore, da vedove vengono mal viste dalla comunità, come se non avessero il diritto di sopravvivere al marito, e la loro unica assicurazione contro una vecchiaia indigente e spaventosa, consiste nell'avere figli maschi.

Il mandolino è tuttavia, oltre che una storia d'amore, una storia di guerra, irrazionale e crudele.
Credo che il lettore italiano sia molto impressionato dalle descrizioni dell'autore sulle condizioni dell'esercito italiano, mandato a combattere senza adeguati equipaggiamenti (nel capitolo 17 leggiamo: " Siamo ridotti a mille unità con quindici mitragliatrici e cinque mortai")e spesso soggetto a ordini assurdi. La disorganizzazione è imperante, e fa male leggere dei tanti tradimenti perpetrati a danno dei soldati dell'Italia, anche da chi avrebbe dovuto occuparsi del loro destino e li ha invece mandati a morire per inettitudine o a scopi strategici.
Vi sono, nell'esercito, molti uomini giusti che non sono d'accordo con la guerra ("Non detestiamo i greci, li combattiamo per ragioni oscure e senza onore"), e una volta che non bisogna più combattere per Benito Mussolini, tanti sono gli atti di eroismo.
Una volta andati via gli italiani, "cala" su Cefalonia l'esercito tedesco, e gli orrori non si contano. Orrori che vengono poi ripresi dagli andartes, greci che compiono azioni atroci e illegali ai danni dei loro stessi compatrioti, ed è triste vedere come ciò cambi il dottor Iannis, che non aveva mai perduto la bonomia e l'ironia ("In passato avevamo i barbari da accusare, adesso abbiamo solamente noi stessi").
Molte altre sarebbero le cose da dire su questo libro, accenno qui solo alla toccante scena della madre che rinnega il figlio nel capitolo 63, alla breve e tenera descrizione che fa Pelagia della sua infanzia col padre, e alla simpatia un pò folle di Corelli, che ad un tedesco che con la mano tesa che lo saluta dicendo: "Heil, Hitler", risponde: "Heil, Puccini".

Quindi cos'è che non mi è piaciuto di questo pur meraviglioso libro? Il finale.
E' vero, ho scritto molte volte che un lieto fine spesso non avrebbe lo stesso effetto di un finale che lieto non è. Ma ne Il mandolino non c'è la morte di uno dei protagonisti, o la scelta dilaniante di uno di loro. C'è solo lo spreco di tempo prezioso, la vita "non vissuta" di Pelagia. E questo è molto triste. Perchè se nella vita reale accadono cose di questo genere, uno scrittore, che ha il destino dei suoi personaggi nella penna -o nella tastiera-, dovrebbe, almeno quando possibile, cercare di renderli felici.

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Quarta di copertina: Nel 1940, durante l'invasione nazista della Grecia, Antonio Corelli, stravagante capitano alla testa di un battaglione dell'esercito italiano, è di stanza a Cefalonia, un'isola lontana anni luce dalla follia che sta travolgendo l'Europa. Più devoto alla musica e alle partite di calcio che alla guerra, vive a casa del colto e spiritoso dottor Iannis. Tra Pelagia, l'affascinante e orgogliosa figlia del medico, e il capitano nasce una passione intensa e discreta, che né il precipitare degli eventi bellici né il terremoto che sconvolge l'isola poco dopo la fine del conflitto potranno spezzare. Sullo sfondo di una delle pagine più dolorose del nostro passato, sospesa tra la tragedia e la commedia, venata di lirismo e humor, l'indimenticabile storia d'amore e di guerra ha ispirato l'omonimo film con Nicolas Cage e Penelope Cruz.

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Giudizio personale: 4/5

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Qui le citazioni dal testo