sabato 28 febbraio 2015

Mrs. Dashwood returns

Autrice: Lucia Edgerton
Sottotitolo: A continuation of Jane Austen's Sense and Sensibility

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Non avrei mai pensato che un sequel di Ragione e Sentimento - che non è il mio romanzo austeniano preferito - avrebbe potuto piacermi così tanto, ma soprattutto che Mrs Dashwood avrebbe potuto essere un'eroina così interessante!

La storia prende le mosse dieci anni dopo la fine del romanzo di Jane Austen: Mary Dashwood, cinquantenne, è nonna felice di due nipotine di circa otto anni, Allegra, figlia di Marianne, e Grace, figlia di Elinor (ma caratterialmente somigliante alla zia); Margaret, invece, lavora come governante negli Stati Uniti, alle dipendenze di una famiglia con la quale può girare il mondo e visitare tutti i luoghi che aveva desiderato vedere con i propri occhi sfogliando il grande atlante della biblioteca di Norland.
Il piccolo John, al contrario, figlio di John Dashwood, è morto di malattia, e ciò ha fatto in modo che il padre, senza altri eredi, si disinteressasse quasi completamente a Norland Park e si dedicasse al bere, all'oppio e al gioco d'azzardo. Ed i suoi eccessi lo portano ben presto a mettersi nei guai con una vecchia conoscenza della famiglia, mentre un sedicente cugino del defunto Mr Dashwood arriva dall'America...
E' questo un personaggio nuovo nell'universo di Ragione e Sentimento,che intratterrà una relazione molto dolce e complicata con Mrs Dashwood, convinta che, ormai, non sarebbe più stata capace di innamorarsi.

Mi è piaciuta molto l'atmosfera del romanzo, il fatto che l'autrice sia riuscita a "trasportarmi" a Barton Cottage e poi a Norland Park, ed il modo in cui ha saputo a rendere i personaggi austeniani (forse un po' out of character Mary alla locanda) e le due adorabili bambine (protagoniste del seguito, The Daughters of Delaford). Inoltre mi ha entusiasmato il fatto che siano stati menzionati alcuni personaggi degli altri romanzi, come il Colonnello Fitzwilliam o Anne e il Capitano Wentworth, mentre abbiamo potuto incontrarne direttamente degli altri: Mary Crawford (ora moglie di un'altra vecchia conoscenza), l'Ammiragio Croft, e soprattutto Sophia Croft! Adoro questo personaggio, e mi ha fatto molto piacere ritrovarlo, a sorpresa, in questo romanzo, dove viene presentata come un'amica d'infanzia della protagonista, con cui è presente in scene molto gradevoli e divertenti.
Mi è piaciuto anche che si sia dato spazio al Colonnello Brandon (bello il suo rapporto con Marianne), e a Edward, che mi aspettavo comparisse meno.

Nel romanzo si parla anche della schiavitù, e soprattutto della condizione della donna; ho apprezzato molto questo aspetto, e in particolare gli interrogativi che pone Mary a se stessa, nonché i suoi dubbi, come quello concernente la scelta dell'amore, che però la porterebbe a perdere quella libertà tanto amata ed agognata, raggiunta solo con lo status di vedova.

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Trama: It's been 10 years since Mary Dashwood and her daughters Elinor, Marianne, and Margaret were forced to leave Norland Park after losing their husband and father. Things are going wonderfully for all the Dashwood women, until a duel between a family member and someone from the past jeopardizes Norland's legacy, and the arrival of a mysterious stranger from America, lead Mary Dashwood unexpectedly back to Norland Park. This impromptu pilgrimage sends Mary on a journey of personal discovery, where she finds answers to many old questions as new ones
emerge, forcing her to question her values, and see not only her world, but those she loves most, in a different light.

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Giudizio personale: 5/5

mercoledì 25 febbraio 2015

Colazione da Tiffany - Citazioni

" ... anche così, mi si rialzava il morale ogni volta che mi sentivo in tasca la chiave di quell'appartamento; per triste che fosse, era un posto mio, il primo, e lì c'erano i miei libri..."

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" Non voglio possedere niente finché non avrò trovato un posto dove io e le cose faremo un tutto unico. Non so ancora precisamente dove sarà. Ma so com'è. "

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" Ho una voglia tremenda di essere al di dentro delle cose e di guardare fuori; e chiunque sta col naso schiacciato contro un vetro rischia di passare per stupido. "

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" Si deve molto a chi ci dà un po' di fiducia. "

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Qui la scheda del libro

domenica 22 febbraio 2015

Almost persuaded: Miss Mary King

Autrice: P.O. Dixon
Sottotitolo: Pride & Prejudice short story

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Mary King è un personaggio molto marginale di Orgoglio e Pregiudizio, di cui sentiamo parlare ma che non incontriamo mai direttamente. Ricevuta un'ingente eredità dal nonno, la fanciulla entra immediatamente nelle mire di Wickham, ma si "salva" andando a vivere a Liverpool da alcuni zii.

P.O. Dixon ci mostra il "dietro le quinte" di questa storia in una breve novella, raccontandoci di una ragazza che si sente frustrata dal confronto con le sorelle Bennet, soprattutto le maggiori, essendo lei di aspetto piuttosto comune e per nulla notevole.

L'improvvisa ricchezza la rende però appetibile agli occhi di Wickham, che riesce ad apparire odioso e manipolativo come al solito, e che comincia a corteggiarla e tenta di comprometterla in una scena in libreria non proprio austeniana.

Consigliera di Mary è Miss Heston, che cerca di dissuadere la sua protetta dal credere all'affascinante ufficiale, e di cui intravediamo un passato che avrebbe potuto essere interessante, ma che viene solo accennato. Mary è naturalmente molto felice delle attenzioni suscitate in un uomo la cui compagnia sembra molto ambita dalle donne, e che pareva preferire proprio due delle sorelle Bennet, Lydia ed Elizabeth. La sua vanità lusingata e una nuova fiducia in se stessa la rendono cieca nei confronti di Wickham, della cui natura si rende conto solo quando apprende, tramite una lettera, della fuga con Lydia. Una scoperta che le permetterà finalmente di voltare pagina e cominciare di nuovo a vivere.
Mi è piaciuto molto il finale, che sembra il prologo ad una storia inedita che, però, pare che l'autrice non abbia intenzione di scrivere. Peccato. 

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Trama: Mary King admired George Wickham from the moment she first set eyes on him. Handsome and charismatic, he satisfied her every notion of what a consummate gentleman ought to be. She longed to garner his affection. He, on the other hand, never once looked her way. What happens when Mary becomes an heiress of ten thousand pounds? As the adage goes, be careful what you wish for. In this engaging coming of age story, will Mary learn the meaning of this sentiment the hard way?

La nuova copertina
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Giudizio personale: 3/5

giovedì 19 febbraio 2015

La Presidentessa

Autore: Clarin (Leopoldo Alas)
Titolo originale: La Regenta

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Ho faticato molto per terminare questo libro, anzi, lo avevo anche lasciato perdere, ma poi l'ho ripreso dopo alcuni mesi per dargli una seconda chance.
Di solito mi piacciono i romanzi piuttosto lunghi, ma questo, davvero non vedevo l'ora che finisse!

Si tratta di un'opera molto importante del Realismo spagnolo i cui protagonisti sono Anita (Ana) Ozores, la Presidentessa del titolo, e Don Fermin De Pas, un canonico. 
La prima è una donna molto giovane sposata ad un uomo anziano (matrimonio dovuto ad una maldicenza per un gioco del tutto innocente fatto da bambina, per cui, però, una mentalità chiusa e provinciale l'ha "condannata") che però non riesce a renderla felice; il secondo è un prete molto ambizioso che si innamora perdutamente di Ana. Attorno a questi due personaggi ruotano poi tutti gli abitanti della cittadina di Vetusta, ognuno con la sua storia e la propria personalità, il che fa del libro un vero e proprio romanzo corale. 

Un aspetto molto interessante riguardo proprio Vetusta, è il fatto che essa non rappresenti solo lo sfondo delle vicende dei vari personaggi, ma essa stessa venga quasi ad essere uno di loro, ed uno dei più importanti, anche più di Ana.
La cittadina viene descritta come "soffocante" (soprattutto dalla protagonista), un luogo in cui accadono sempre le medesime cose, i cui abitanti, per lo più borghesi di provincia, sono gretti, meschini, ipocriti e vigliacchi.

Anita è probabilmente diversa da loro, soprattutto all'inizio (è infatti un personaggio dinamico), ma di certo non suscita simpatia; dispiacciono, certo, tutte le sue sofferenze, ma la sua devozione appesantisce la lettura, rende presuntuoso il personaggio, ed infine meschino, proprio come i suoi concittadini, quando la usa per rifugiarsi nell'amicizia innocente con il canonico (sfruttando però l'ardente passione di questi), che, crede, la "salverà" da una relazione carnale con il dongiovanni Alvaro Mesia.
Come dicevo, i personaggi sono piuttosto numerosi (pare siano addirittura 200), ed ho fatto molta fatica a ricordarmi di ognuno di loro non tanto per questo motivo, quanto perché l'autore usa diversi appellativi per gran parte di loro, ed ammetto di aver preso appunti per ricordare di volta in volta chi fosse chi.

La storia non è delle più interessanti, e la narrazione è davvero molto lenta, con tantissime sequenze statiche a farla da padrone, anche se non è assente l'ironia. Una lettura consigliata solo a chi sia un vero amante della letteratura realista.

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Trama: La noia, l’adulterio, lo scandalo e la vergogna in una Spagna che poco o nulla ha del colore folcloristico. Sotto accusa l’immobilismo di un paese chiuso e stretto nella morsa di rigide classi sociali, del perbenismo e della tranquillità borghese, che vede franare quello che era il suo punto di forza: la famiglia. La Presidentessa è Ana, paragonata dalla critica ad Emma Bovary e ad Anna Karenina, eroina tra le più belle e affascinanti del romanzo ottocentesco, creatura di Clarin, il più importante rappresentante del naturalismo spagnolo, nel suo capolavoro indiscusso.

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Giudizio personale: 3/5

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Qui le citazioni dal romanzo

domenica 15 febbraio 2015

Fanny Price, Slayer of Vampires

Autrice: Tara O'Donnell

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Fanny Price, Slayer of Vampire è un romanzo che stazionava da tempo nella mia lista di ebook da leggere, e che purtroppo mi ha delusa.

Non mi aspettavo chissà che, ma di sicuro una storia originale, con Fanny magari nei panni di una novella Buffy l'ammazzavampiri. Si tratta invece dell'austeniano Mansfield Park raccontato in forma epistolare, con alcuni personaggi (tre, in tutto) non umani ma vampiri.
Devo dire che mi sono annoiata molto: conoscevo già bene la storia, e aspettavo un po' d'azione che però si è palesata solo in alcune scene ambientate a Portsmouth, e che, manco a dirlo, sono state quelle che ho preferito.

Non mi è piaciuto nemmeno il personaggio di Fanny: nel romanzo originale apprezzo la sua intelligenza, la caparbietà e la sua vivacità, anche se ben celata, mentre in questo libro l'ho trovata troppo giudicante e spesso veramente insopportabile. Magra figura anche per Edmund, qui davvero inutile e cieco nei confronti della verità che gli si spiega davanti.
Qualche minuto di gloria invece per Tom, e un'intelligenza e una perspicacia inaspettate per la zia Bertram. Mi è piaciuto il personaggio di Mary, che, a dire il vero, apprezzo sempre di più ad ogni rilettura del romanzo originale.

In breve, credo che l'idea di Tara O'Donnell sia stata carina e che il romanzo possa piacere a chi ama questo tipo di retelling, ma non a chi cerca un vero retelling, o una storia di vampiri che prometta azione.

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Trama: The classic Jane Austen novel gets a chilling twist as a series of secret letters reveal a menace to Mansfield Park more frightening than a visit from Aunt Norris. Discovered by modern day descendants, this tale of terror that Fanny Price, who never dared to send to her seafaring brother William, chronicles her struggles to defeat the double trouble danger brought on by Mary and Henry Crawford.

This sinister set of siblings with sharp wits and even sharper fangs manage to cast a spell of amiability that hides their deadly desire for Bertram blood. Armed with surety of purpose and a specially sharpened keepsake,can Fanny put aside her creepmouse manners in order to protect the only true home she knows and love,as well as her beloved Edmund? Or does she have enough difficulty keeping Lady Bertram awake during tea time?

From the author of The Austen Avenger comes Fanny Price,Slayer of Vampires,a fang in cheek celebration of Jane Austen's most underrated heroine on her 200th anniversary. She may speak softly but Fanny does carry quite the sharp stick for staking!

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Giudizio personale: 2/5

giovedì 12 febbraio 2015

Agnes Grey

Autrice: Anne Bronte
Titolo originale: Agnes Grey

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Agnes Grey è uno dei due romanzi della meno conosciuta delle sorelle Bronte, Anne.

Lo stile mi è piaciuto molto, è chiaro, scorrevole, asciutto e tagliente, anche se non ho apprezzato il fatto che la narratrice - la stessa protagonista - si rivolga tanto spesso ai lettori.

La storia dapprincipio è cupa: narra della caduta in miseria di una famiglia altrimenti molto felice, quella dei Grey, per aiutare la quale la piccola di casa, la diciannovenne Agnes, fino ad allora amatissima e coccolata, decide di diventare governante.
Questo affacciarsi al mondo, però, sarà per Agnes motivo di profondo turbamento: per lei non ci saranno altro che maltrattamenti ed umiliazioni, ed avrà modo di apprendere, attraverso la propria esperienza, che non tutte le famiglie sono come quella in cui è cresciuta.

Uno dei temi del romanzo, infatti, e quasi "scandaloso" per l'epoca, è la critica nei confronti della meschinità dei ricchi. Entrambe le case in cui la ragazza si ritrova a lavorare, infatti, pur sembrando all'apparenza diverse, condividono la stessa ristrettezza mentale, la mancanza di rispetto nei confronti del prossimo, e una buona dose di volgarità che nemmeno i più costosi abiti o le più belle carrozze riescono a nascondere.
In entrambe le famiglie, inoltre, ritroviamo dei pessimi genitori, che crescono dei figli malvagi, violenti, superficiali, che, in futuro, saranno quasi sicuramente infelici (emblematica, in questo senso, la storia della giovane Rosalie Murray).

La protagonista è secondo me troppo moralista e critica, anche nei confronti di se stessa, e c'è forse qualche richiamo di troppo alla religione, ma tutti i personaggi sono a tutto tondo e descritti benissimo. Si finisce per essere interessati anche a quelli più odiosi!
Ho apprezzato infatti sia la buona Nancy Brown che le viziate sorelle Murray o la solerte signora Grey.

C'è, naturalmente, nella storia, anche spazio per l'amore, raccontato senza fronzoli od enfasi, eppure la scrittrice riesce a farci sentire tutto il fuoco che cova sotto la cenere.
Ho notato inoltre un'interessante differenza tra i personaggi maschili e quelli femminili. Questi ultimi, infatti, sono attivi, nel bene o nel male (pensiamo all'intraprendenza della signora Grey, o alle trappole amorose di Rosalie), mentre gli uomini, fatta eccezione per Edward Weston, hanno un ruolo che definirei passivo: sono dediti all'alcol, o fanno piccole apparizioni fugaci per mostrarsi violenti con i propri figli o con animali indifesi, o si perdono in ansie e preoccupazioni fino a morirne.

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Quarta di copertina: Agnes Grey, la protagonista dell’omonimo romanzo del 1847, opera prima e in parte autobiografica di Anne Brontë, fa la governante presso due famiglie della facoltosa borghesia inglese di età vittoriana. La sua famiglia è caduta in disgrazia e prendersi cura dei figli dei ricchi, indisciplinati e viziati, è l’unica scelta rispettabile che la ragazza possa fare per sopravvivere. Con una prosa elegante e scorrevole, la minore delle sorelle Brontë mette a confronto la grettezza della nobiltà dell’epoca, del tutto priva di scrupoli e di valori, e i sani principi morali di una giovane timorata di Dio, che cerca in ogni modo di smascherare il lato oscuro delle persone “perbene”.

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Giudizio personale: 4/5

domenica 8 febbraio 2015

Charlotte's wedding

Autrice: Mary Rizza
Sottotitolo: A 21st Century Jane Austen Novel

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Charlotte's wedding è un retelling in chiave moderna di Orgoglio e Pregiudizio; non è aderentissimo al romanzo originale, ma l'ho trovato molto carino.

Come recita il titolo, la storia comincia proprio con il matrimonio di Charlotte, con un uomo a dire il vero abbastanza volgare e viscido che lei sembra non amare. L'evento, però, rimette in moto le preoccupazioni della signora Nicholson, le cui tre ragazze (mancano qui i corrispettivi di Mary e Kitty) non sono ancora sposate.
La donna lavora in una boutique ed ha tirato su da sola le sue figlie dopo la scomparsa del marito (dietro la quale, però, si cela un mistero); la maggiore, la dolcissima Meredith  (Jane) lavora in una scuola materna; la seconda, Rachel (Elizabeth), gestisce una libreria indipendente, mentre la minore, Shelley (Lydia), è la combinaguai della famiglia.
Meredith è sempre stata usata dagli uomini con cui ha avuto una relazione, e si innamora perdutamente, ricambiata, di Ben (Bingley), l'erede della villa in cui si tiene il matrimonio di Charlotte, mentre Rachel è subito indispettita dall'amico di lui, l'arrogante Daniel (Darcy), ma è attratta da Gavin (Wickham), lo scrittore che pare aver ricevuto dei torti proprio da Daniel...

La storia è divertente e scorrevole, Meredith e Ben sono adorabili e Gavin è molto ben costruito; probabilmente gli unici personaggi a deludere un po' sono proprio Rachel e Daniel: credo che sia molto difficile rendere bene Lizzy e Darcy, e non tutti gli scrittori ci riescono. Inoltre la loro storia d'amore è troppo affrettata, e non è coinvolgente come quella di Meredith e Ben.
A parte ciò, e a parte l'episodio sulla mala vita, di cui avrei volentieri fatto a meno, il libro è molto godibile, e consigliato a chi abbia voglia di leggere la storia di Orgoglio e Pregiudizio traslata ai giorni nostri.

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Trama: You are invited to Charlotte’s Wedding – a contemporary reimagining of Jane Austen's Pride and Prejudice, the first book in the 21st Century Jane Austen Novel series.

Every mother wants the best for her daughters and Patsy Nicholson has particular reasons for wanting her three daughters – Rachel, Meredith and Shelley – to have secure futures.

When their plain, dull cousin Charlotte announces her engagement to a man with little going for him other than a huge bank balance, Patsy sets out a plan for her girls to raise their game and look for well-off, well-established men to marry.

Rachel, the smart and confident owner of a bookshop, is happily independent but keeping her business going is a financial struggle.

Meredith is kind and sweet-natured – too nice for her own good, really. She has had a string of relationships with men who take advantage of her kind nature.

Shelley is footloose and fancy-free, having a good time and not thinking about settling down any time soon.

Ben Forsyth is the heir to the manor house where Charlotte's wedding reception is held. He and Meredith fall for each other but Ben's best friend, the arrogant Daniel D'Abarnville, puts obstacles in their way.

Sparks fly between Daniel and Rachel. She hates him for preventing her sister's happiness, and her antipathy increases when she hears he has also ruined the life of writer Gavin Jameson.

Gavin enters their lives when he does a book-signing in Rachel's shop. There is definitely a spark between Gavin and Rachel, but then Shelley gets in the way...

Patsy has her own reasons for having remained a resolutely single mother for all these years, but secrets from her past emerge and threaten to damage the life she has carefully built for herself and her daughters.

Independent though she is, she finds a shoulder to lean on – and the unexpected prospect of a future not unlike the one she wants for her girls.

This is a lively and engaging spin on Pride and Prejudice, which explores the compromises and choices made by women as they negotiate their way through issues of independence and security, love and money in their complicated 21st Century lives.

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Giudizio personale: 4/5

domenica 1 febbraio 2015

Volevo i pantaloni

Autrice: Lara Cardella

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Volevo i pantaloni è un romanzo parzialmente autobiografico scritto da Lara Cardella nel 1989.

Narra di una ragazzina, Annetta, che vive nella Sicilia più retrograda in cui le donne hanno pochissimi diritti - o forse nessuno - e per questo "vuole i pantaloni" perché, nella sua ingenuità, crede che indossarli la farà maschio, e probabilmente qualcosa cambierà nella sua vita.

Sin dall'inizio l'ambiente descritto è estremamente soffocante; l'ignoranza ed i pregiudizi imperversano; una ragazzina viene bollata definitivamente come "poco di buono" se si trucca o se solo esce con un ragazzo (che, in tal caso, la dovrà sposare anche se l'ha vista un paio di volte).
Gli adulti sono tutti contagiati dalla follia dell'onore, solo quel che dice la gente importa, solo il loro giudizio conta, mentre la felicità dei propri figli è ancor meno che secondaria. La logica semplicemente non esiste.

La storia è piuttosto breve ma mi ha colpito molto, soprattutto considerando che sì, si tratta di un romanzo, ma quel tipo di mentalità e quei comportamenti si verificavano sul serio (e spero che il tempo passato sia il più appropriato).
In particolare mi ha turbato ciò che il padre della protagonista risponde alla figlia quando questa, disperata, le confessa che lo zio dal quale hanno deciso di mandarla potrebbe essere un pedofilo e che, anzi, l'ha già molestata in passato. E' qui palese l'assenza di amore e di qualsiasi cura parentale. La madre opta invece per il silenzio, perché il famoso onore è più importante di qualsiasi altra cosa.
Ho odiato profondamente questi genitori. E mi fa orrore che persone del genere siano esistite davvero.

Lo stile è molto semplice, e i dialoghi sono quasi tutti in siciliano (opportunamente tradotto), il che consente di entrare maggiormente nell'atmosfera del romanzo.
Troviamo inoltre una "storia nella storia" grazie al diario della zia di Annetta, che racconta, appunto, i momenti salienti della vita della donna, anch'ella in un certo senso "condannata" dal fatto di non essere nata maschio. 

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Trama: Nel 1988 la rivista "Cento Cose" indice un concorso letterario per romanzi inediti. Tra i manoscritti che arrivano in redazione c'è anche quello di una giovanissima autrice di Licata, Lara Cardella, che a diciannove anni si vede così pubblicato il suo primo libro. Nasce Volevo i pantaloni, caso editoriale che ha segnato gli anni Novanta con oltre due milioni di copie vendute e traduzioni in una quindicina di lingue. La protagonista è Annetta, quattordici anni, siciliana. Una ragazza apparentemente normale, ma che in un mondo in cui le sue coetanee sognano il Principe Azzurro - il marito ideale delle favole e dei fotoromanzi - ha il coraggio di desiderare qualcosa di diverso: la libertà, il rispetto. I pantaloni. Volevo i pantaloni racconta la sua faticosa battaglia per affermarsi come persona. Una battaglia contro l'ottusità, contro la violenza fisica e morale. Un romanzo dalle sicure doti narrative che rimane ancora attuale.

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Giudizio personale: 4/5