mercoledì 30 dicembre 2020

Le ho mai raccontato del vento del Nord

 

Autore: Daniel Glattauer

Lingua: italiano

Titolo originale: Gut gegen Nordwind

Genere: romance \ "epistolare"

Prima pubblicazione: agosto 2006




Emmi è intenzionata a disdire il suo abbonamento a Like, e le sue email trasudano sempre più irritazione quando la rivista continua a esserle spedita. Peccato che l'indirizzo a cui si rivolge sia quello di Leo Leike, che con Like non c'entra nulla.
A partire da questo malinteso, i due cominciano a scriversi sempre più assiduamente, sino a diventare una parte importante delle rispettive giornate...

Le ho mai raccontato del vento del Nord non mi è piaciuto tanto quanto mi aspettavo. Credevo che sarebbe stato più appassionante, più romantico, forse.
Ho apprezzato invece molto il modo di raccontare: il libro è una sorta di romanzo epistolare del XXI secolo, visto che la storia ci è presentata esclusivamente attraverso le email che i personaggi si scambiano.
L'autore, inoltre, è stato bravo a "creare" due stili di scrittura ben differenziati per i protagonisti, entrambi d'altronde piuttosto caratteristici.

Uno dei punti più dolenti è stato per me la protagonista Emmi. Il suo bisogno di novità, di qualcuno che la ascolti e la desideri è comprensibile, così come molto realistico è il fatto che si racconti di essere "felicemente sposata", quando è lampante sin da subito che nel suo matrimonio qualcosa non funziona. Tuttavia, si tratta di un personaggio che mi ha irritato molto. È egocentrica, invadente, pressante, manipolatrice. Verso la fine del racconto, ciò che prova per Leo sfiora l'ossessione.
Leo è invece più interessante, sembra abbia di più da raccontare - riguardo al proprio lavoro, i viaggi, la famiglia, la relazione con Marlene - e, che, in generale, abbia più spessore. 


Per qualche motivo, non sono riuscita a trovare bella la storia tra i due. E non perché lei fosse sposata o non mi stesse simpatica, ma perché il tutto mancava di magia.
Anche nel caso della loro relazione, è comprensibile e realistico, ma non magico il sentimento di attaccamento reciproco che provano l'una verso l'altro, il vedersi a vicenda come una fuga dal mondo esterno, come dei confidenti, il bisogno di incontrarsi davvero, la paura di deludere le aspettative dell'altro e le proprie, e così frantumare quel mondo costruito una email dopo l'altra.

L'intromissione [SPOILER] di Bernhard nella corrispondenza mi è sembrata una mossa banale, e da lì la storia ha cominciato ad interessarmi meno. Tuttavia non mi aspettavo quell'unica parola finale, che ha sovvertito tutto, mi ha risvegliato e fatto in parte riconsiderare il romanzo.

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La copertina: il fatto che il viso della donna della fotografia non sia visibile si adatta perfettamente alla storia, in cui i due protagonisti non hanno alcuna idea di come sia fatto fisicamente l'altro.

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Quarta di copertina: Un'email all'indirizzo sbagliato e tra due perfetti sconosciuti scatta la scintilla. Come in una favola moderna, dopo aver superato l'impaccio iniziale, tra Emmi Rothner - 34 anni, sposa e madre irreprensibile dei due figli del marito - e Leo Leike - psicolinguista reduce dall'ennesimo fallimento sentimentale - si instaura un'amicizia giocosa, segnata dalla complicità e da stoccate di ironia reciproca, e destinata ben presto a evolvere in un sentimento ben più potente, che rischia di travolgere entrambi. Romanzo d'amore epistolare dell'era Internet, Le ho mai raccontato del vento del Nord descrive la nascita di un legame intenso, di una relazione che coppia non è, ma lo diventa virtualmente. Un rapporto di questo tipo potrà mai sopravvivere a un vero incontro?

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Rating: 3,5/5

domenica 27 dicembre 2020

Blood apples

 

Autore: Cameron Jace

Sottotitolo: The Grimm diary prequels#6

Lingua: inglese

Genere: fantasy \ mashup \ retelling

Prima pubblicazione: novembre 2012



Blood apples rappresenta il sesto prequel dei Grimm diaries di Cameron Jace. 
La storia questa volta è raccontata dal Principe Azzurro, alla disperata ricerca di un modo per liberare la sua amata Snow White dalla torre in cui è stata rinchiusa a causa della sua particolare natura.
Il Principe riceve presto l'aiuto di Jack, che, grazie ai semi di fagioli magici e all'aiuto di una sirena, riesce a portare via dalla torre Snow White, nonostante questa sia controllata da Rapunzel...

Blood apples sembra fare parecchi passi indietro rispetto al prequel precedente, Mary Mary quite contrary.
La storia è di nuovo piuttosto confusa, così come i dialoghi, alquanto improbabili. La descrizione da parte di Jack della mela d'oro è prolissa e alla fine inutile; il personaggio della sirena lascia piuttosto perplessi; Rapunzel, che pare l'unico elemento interessante, viene marginalizzata al punto che non sappiamo nulla di lei.
Il fatto che il narratore sia il Principe Azzurro è interessante e abbastanza originale, ma il racconto risulta alla fine presuntuoso - vengono tirati in ballo anche Adamo ed Eva e Romeo e Giulietta di Shakespeare -. 
Il finale dovrebbe essere sorprendente, ma è così piatto e mal scritto che peggio non si potrebbe. 

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La copertina: l'illustrazione tenta di riprendere la bellissima immagine del primo prequel, ma la foto in primo piano è piuttosto bruttina e mal scontornata, anche se è palese un miglioramento rispetto alla copertina del volume precedente.

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Trama: In this short diary, Prince Charming tells how Snow White was really killed -- or was she? -- and how he came to meet Rapunzel's and Jack the Beanstalk. Is it true that he really knows who wrote the original fairy tales and handed them over to the Brothers Grimm? And more importantly, Prince Charming explains why apples are red.

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Rating: 2/5

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sabato 26 dicembre 2020

Mary Mary quite contrary

 

Autore: Cameron Jace

Sottotitolo: The Grimm diary prequels#5

Lingua: inglese

Genere: fantasy \ mashup \ retelling

Prima pubblicazione: settembre 2012



[attenzione: SPOILER]

Mary Mary quite contrary è il quinto prequel della serie dei Grimm diaries scritti da Cameron Jace.
Il narratore è questa volta il demonio, che racconta la propria versione della storia dello specchio al centro della fiaba della Regina delle nevi di Andersen. I frammenti dell'oggetto cadono nel cuore e negli occhi di alcune persone, facendo in modo che queste vedano solo il brutto che c'è al mondo, e diventino malvagie. Satana intreccia i frammenti al personaggio di Elizabeth Bathory, contessa realmente esistita ed accreditata come prima serial killer della storia, la cui vita, però, si è presto fusa con la leggenda.
Secondo il demonio, Elizabeth è la madre della Mary del titolo, ma, non avendola cresciuta, l'ha torturata e uccisa come qualunque altra sfortunata fanciulla capitata nel suo castello.
Essendo immortale, Mary ha però continuato a vivere e provocare morti e tormenti, tanto da spaventare lo stesso principe delle tenebre, che, per sbarazzarsene, l'ha intrappolata in uno specchio.
Specchio che poi, per pura malvagità, ha donato alla più buona e generosa delle regine, tramutandola in quella Queen of Sorrow già incontrata nel primo prequel, nonché madre di quella Snow White dalle caratteristiche... particolari...

Mary Mary quite contrary è un racconto sorprendentemente buono. Il demonio narratore è ironico, cinico, divertente, le varie storie sono fuse senza creare la solita confusione (compaiono anche Rumplestiltskin e Peter Pan) e i dialoghi - spesso tasto dolente della scrittura di Jace - sono ridotti al minimo. La seconda parte perde un po' di mordente, ma il volumetto è sicuramente il migliore tra la prima serie di sei prequel.
Esso risponde all'interrogativo sulla misteriosa abitante dello specchio parlante della Regina di Biancaneve, sulle origini della malvagità della Regina stessa e dà una propria interpretazione della filastrocca del titolo, nonché alla leggenda di Bloody Mary.


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La copertina: la foresta di sfondo è suggestiva, ma la foto in primo piano è di cattivo gusto e scontornata male. Di sicuro la resa è peggiorata rispetto alla bellissima copertina del primo prequel.

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Trama: The Devil's take on fairy tales, exposing the origins of some of the most important, yet never explained, elements in the fairy world. Darker things the Brothers Grimm didn't want you to know about. More hints would just spoil the fun.

Let's just say that at some point in the Dreamworld even the devil was about so sell his soul.

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Rating: 3/5

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Dello stesso autore:

mercoledì 23 dicembre 2020

Holidays with Jane #1 - Christmas cheer

 

Autrici: Cecilia Grey, Melissa Buell, Rebecca Fleming, Jennifer Becton, Kimberly Truesdale, Jessica Grey

Sottotitolo: Modern Austen short stories

Lingua: inglese

Genere: antologia \ retelling

Prima pubblicazione: novembre 2014



Holidays with Jane - Christmas cheer è una raccolta di sei racconti a tema natalizio che riprendono i romanzi di Jane Austen.

- The work of an instant è basato su Persuasione. Era la storia che volevo leggere più di ogni altra, ma purtroppo è stata anche quella che mi è piaciuta meno. 
In questo adattamento, Anne è un medico in una base navale, le più giovani Henrietta e Louisa sono delle infermiere, e il Capitano Wentworth... un Capitano. Il setting mi è piaciuto molto, così come la caratterizzazione del personaggio di Anne, tuttavia la relazione tra i due protagonisti al ballo è cambiata troppo repentinamente, e il tocco di magia inserito alla fine non ha migliorato le cose. 2/5

Mischief and mistletoe si rifà a Northanger Abbey. Anche in questo caso ho apprezzato la caratterizzazione della protagonista, Cate, una ragazza entusiasta della vita, un po' ingenua, con tante speranze per il futuro. Il fatto di renderla una appassionata di moda e una talentuosa sarta che dà nuova vita ad abiti da sera usati è un'idea originale, tuttavia, forse complice il fatto di non aver mai trovato molto stimolante Northanger Abbey, qui e lì il racconto mi ha annoiato. Per fortuna ai Thorpe non è stato dedicato molto spazio. 3/5

A tale of three Christmases è la storia che mi è piaciuta di più. In essa la giovane Maggie di Ragione e sentimento trova un diario lasciatole dal padre, in cui il defunto genitore le chiede di raccontare le festività natalizie di quell'anno e dei due successivi. Tutti i personaggi, anche quelli secondari, sono molto ben caratterizzati. Il fatto di poter narrare solo brevemente gli eventi occorsi durante l'anno - a causa del numero limitato di pagine del diario - fa sì che la storia non venga appesantita troppo da quelli, come l'incontro di Marianne con Willoughby, la loro relazione e la successiva rottura, che avrebbero richiesto troppo spazio e sarebbero risultati noiosi. Mi è piaciuta molto la personalità di Maggie, tranquilla, ma vivace e osservatrice, il suo meraviglioso rapporto con il padre, il suo bisogno di ritirarsi a leggere in pace e solitudine. 4/5


- With Love, from Emma, è quasi del tutto ambientato durante il ricevimento di nozze di Taylor e West, con numerosi flashback che mi hanno leggermente infastidito, ma che si sono presto rivelati necessari per delineare il rapporto tra la protagonista e Lance, il Mister Knightley di questo racconto (chiamato come uno dei "cavalieri" della Tavola Rotonda). Il protagonista è molto sensuale, e questo inizialmente mi ha creato una leggera confusione, in quanto non mi è stato da subito chiaro che la sua personalità da dongiovanni fosse dovuta all'interpretazione di Emma, piuttosto che alla realtà. Ho trovato originale e mi è piaciuto che la protagonista avesse un negozio di fiori e articoli da regalo basato sulla sua attività di apicultrice. 4/5

- It's a wonderful latte riprende invece Mansfield Park. Ho trovato molto simpatica che la stessa Jane Austen fosse inviata in missione nel presente per aiutare la protagonista, e che fosse convocata proprio da "Mr Clemens", vero nome di quel Mark Twain che in vita non era stato proprio il miglior critico dei romanzi austeniani. La storia in sé, quella di Evie e Frank, risulta purtroppo piuttosto piatta. 3/5

- Pride and present è basato su Orgoglio e pregiudizio. Il setting è interessante: Longbourn è un centro sociale che si occupa di bambini ed è per questo sempre chiassoso e rumoroso. In occasione del Natale, la stella del basket Charles Bingley si offre di dare una mano con i preparativi, accompagnato dall'amico avvocato Darcy, che tuttavia non sembra per nulla entusiasta. Liz, nel frattempo, prende in mano le redini dell'istituzione permettendo all'anziano padre di andare in pensione, ma deve ben presto fare i conti con qualcuno che spera che la famiglia Bennet perda per sempre il centro... 
Anche di questo racconto ho apprezzato l'originalità e il fatto di aver saputo rendere moderna la storia austeniana, tuttavia ho trovato Liz davvero troppo incline al pregiudizio nei confronti di Darcy, mentre l'attaccamento di questi alla protagonista mi è sembrato troppo repentino e quasi inspiegabile. 3/5


La raccolta è sicuramente piacevole, i racconti sono originali, ben scritti, e denotano la conoscenza e l'amore delle autrici per  le opere di Jane Austen. Ho apprezzato che i personaggi delle varie storie fossero in qualche modo legati tra loro dal Mansfield Perk, dagli abiti creati da Cate o dai regali del negozio di Emma.
Credo, tuttavia, di aver letto troppi retelling austeniani in passato: tutti i racconti, anche quelli più piacevoli, mi hanno annoiato ad un certo punto, ed ho impiegato più tempo del necessario per terminare il volume.

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La copertina: carina ed essenziale.

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Descrizione: Six talented authors make your Christmas lights twinkle with these modern-day adaptations of Jane Austen's novels. 
Curl up with some peppermint tea and enjoy something special in your stocking this holiday season. 

The Work of an Instant
 by Jennifer Becton 
When Frederick Wentworth's ship docks at the Navy base in Charleston just in time for Christmas, Anne Elliot feels torn between desire to see her former fiance and fear of rejection. Will taking a risk end in humiliation or give Anne a second chance with her first love? To find out, all she has to do is turn around and face him. 

Mischief and Mistletoe 
by Melissa Buell
Thrifty designer and secret Gothic novel enthusiast Cate Morland gets the opportunity of a lifetime to plan the costumes for the upcoming Dickens' Christmas Festival. There she meets Henry Tilney who shows an interest in more than Cate's costume designs. Mistaken by Henry's father as a rich heiress, Cate is invited to stay with the Tilney family at their estate. Will Henry feel the same for Cate once he discovers she is a seamstress paying her own way through design school? 

A Tale of Three Christmases
 by Rebecca M. Fleming 
When their father dies, leaving their brother everything, life changes radically for the Dashwood girls. Librarian Ellie and musician Marianne have their work of course, but what about teenage Maggie? Maggie only has her writing-a surprising saving grace that helps her chronicle the ups and downs of life, love and family in this tale of three Christmases. 

With Love, from Emma 
by Cecilia Gray 
A visit to Emma Gold's flower shop can save a relationship but a date at Lance Knightley's bar can take that relationship to the next level, so who should be considered Heartfield, Oregon's resident romance expert? Emma and Lance square off at their best friends' wedding to settle the score. Sparks fly as bets are made and favors are won in this contemporary Christmas retelling, recounted With Love, from Emma. 

It's a Wonderful Latte 
by Jessica Grey 
Evie St. Laurent can always count on three things: being single during Christmas in Los Angeles, her job as manager at Mansfield Perk, and Frank Nakatomi, her best friend and coworker, cheering her up when she's down. But when the glamorous Piper siblings come to town and sweep everyone off their feet, what Evie thought was sure in her life starts slipping away. It will take some Christmas magic and the help of a very special angel named Jane to help Evie see that the love she's been waiting for has been there all the time. 

Pride & Presents 
by Kimberly Truesdale 
Liz Bennet wants to make this Christmas the best that Longbourn Community Center has ever had. When basketball superstar Charles Bingley shows up to volunteer, it looks like that just might happen-even in spite of his unhelpful friend Will Darcy. But when everything starts to go wrong and Longbourn itself is in danger, Liz must set aside her pride and ask for help. Then she'll discover that the best presents are the ones you never expect.

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Rating: 3/5

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Link correlati:


martedì 8 dicembre 2020

Attorno al fuoco

 

Autrice: Dee Brown

Sottotitolo: Racconti degli indiani d'America

Lingua: italiano

Genere: antologia / folklore

Prima pubblicazione: 1979





Attorno al fuoco è una raccolta di racconti appartenenti alla tradizione di varie tribù di indiani d'America.
Le storie sono divise in nove categorie: la sesta, ad esempio, si occupa di "Maghi e imbroglioni", l'ottava di animali, la nona di fantasmi.

È sempre interessante saperne di più del folklore di un popolo, soprattutto se si tratta di un mondo così lontano come quello dei pellerossa.
Quello che risalta dalle storie contenute in questo volume, è l'amore degli indiani per la natura, soprattutto per gli animali, considerati quasi al pari degli uomini, e non solo temuti, ma anche rispettati e visti come una presenza imprescindibile nella loro vita. In ogni racconto si respira il profumo dell'erba, si sente la durezza delle pietre dei canyon, lo sguardo si perde sulla vastità di territori ricoperti da alberi e lambiti da corsi d'acqua.
E se la maggior parte delle storie appaiono del tutto peculiari, in altre, soprattutto quelle riguardanti la creazione del mondo, ritroviamo incredibili somiglianze con quelle europee e con le narrazioni bibliche.

Tuttavia, benché nell'insieme il volume risulti interessante, molto spesso i racconti si rivelano noiosi o deludenti, come quelli riguardanti gli imbroglioni o i fantasmi, che mi aspettavo più stimolanti.
Purtroppo scarsissima la presenza di personaggi femminili. 


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La copertina: l'illustrazione è sicuramente suggestiva e molto bella, ma ne avrei preferita una che desse maggiormente l'idea di storie narrate "attorno al fuoco".

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Quarta di copertina: Dee Brown - che in Seppellite il mio cuore a Wounded Knee ricostruì l'episodio famoso e culminante del genocidio del popolo pellerossa - ha qui raccolto i più bei racconti di una ventina di differenti tribù (tra i primi a essere stati messi in forma scritta) volgendoli nel linguaggio che potrebbe essere usato da un narratore indiano dei nostri giorni. Sono storie di eroi ed eroine, di mostri e fantasmi, di humor, di mistero e di audaci imprese, e ci riportano a un'imprecisata preistoria in cui uomini, piante, animalie gli stessi elementi della natura (lampo, vento, pioggia, fuoco) non erano ancora ben differenziati, ma altrettante manifestazioni di un unico Grande Spirito. E se al lettore occidentale l'ambientazione e certi ingredienti possono talvolta sembrare insoliti, le situazioni descritte sono tuttavia universali, riflettendo virtù e difetti comuni a tutti gli esseri umani. Così in molti racconti è possibile ritrovare gli echi di narrazioni bibliche, greche o germaniche, mentre in altri prevalgono temi autoctoni e peculiari del folclore indiano. Peculiari e distintivi sono soprattutto il senso della natura e della comunione universale, e quel misto di candore e di disincantata ironia che ne fanno il frutto inconfondibile di infinite generazioni.

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Rating: 3/5
 

lunedì 7 dicembre 2020

L'amore bugiardo - Citazioni


" Ho una capacità inquietante di trattenermi e tenere separati i pensieri: nella cantina della mia mente ci sono centinaia di bottiglie di rabbia, disperazione, paura, ma a guardarmi non lo si direbbe mai."

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" Il sonno è come un gatto: viene da te solo se lo ignori."

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" Non so se a questo punto siamo ancora umani [...] Leggiamo tutti dallo stesso copione pieno di orecchie [...] E se tutti stiamo interpretando un ruolo, allora l'anima gemella non può esistere, perché le nostre anime non sono vere."

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" L'amore ti fa venire voglia di essere un uomo migliore, certo, certo. Ma forse l'amore, quello vero, ti dà anche il permesso di essere semplicemente l'uomo che sei."

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" L'ironia si sgretola sempre, davanti alla buona fede."

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"  ... sforzati di ricordare in ogni momento che parlare serve sempre a uno scopo."

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" Il tempo si trascinava vuoto ed eterno, finché a un tratto è andato a sbattere contro a un muro."

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" - ... perché sei così dolce con me? - [...]
- Perché mi dispiace per te. -
- In che senso? -
- Nel senso che ogni mattina ti tocca svegliarti ed esse te. -"

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Qui la recensione del romanzo


giovedì 3 dicembre 2020

La custode dell'ambra


 Autrice: Freda Lightfoot

Lingua: italiano

Titolo originale: The amber keeper

Genere: romanzo di ambientazione storica

Prima pubblicazione: 2016



Anni Sessanta del Novecento, Inghilterra. Dopo la morte della madre, Abbie torna a casa dalla Francia con la sua bambina, ma i rapporti con suo padre non sono più quelli di un tempo, e tra lei e il fratello è guerra aperta. Mentre cerca di riportare in sesto il negozio di gioielli della madre prima che la sua famiglia possa sbarazzarsene, la donna riesce a fare in modo che la nonna Millie le racconti la propria storia.
Siamo così catapultati nella Russia di cinquant'anni prima, in cui una giovanissima bambinaia si ritrovò a vivere alla mercé di una padrona malvagia e volubile, e ad assistere alla Rivoluzione che avrebbe cambiato per sempre il volto di quel paese...

Posso affermare senza ombra di dubbio che La custode dell'ambra è il romanzo più brutto che abbia letto negli ultimi anni.

Innanzitutto, lo stile è pessimo. Frasi come: "La sua semplice vista mi faceva squagliare" e "... era proprio il tipo di uomo per cui le donne sbavano" non fanno che ripetersi. E se è vero che si tratta di una traduzione, è anche vero che il testo originale non può essere troppo lontano da questo orrore. 
Ancora, non ho potuto fare a meno di ignorare la frase: "... arrivò la nutrice, una donna di cuore che doveva senza dubbio essere madre.", che sembra scritta da qualcuno che non sa minimamente come sia fatto il corpo umano e come funzioni. Per assolvere al compito di nutrice, una donna deve necessariamente essere madre...


I dialoghi sono mal scritti, forzati e non adeguati alle epoche in cui sono ambientate le storie di Millie ed Abbie. 
Alcune occasioni tendono a ripetersi; ad esempio, innumerevoli volte la bambinaia discute con la padrona, la contessa Olga, ed altrettante volte, dopo aver peggiorato la situazione con il proprio comportamento, dice a se stessa che avrebbe fatto meglio a tacere.
La storia in alcuni punti si contraddice, come quando, dopo un lungo periodo in cui, in Russia, la famiglia per cui lavora Millie e tutta la servitù non ha quasi nulla da mangiare, si riesce ad organizzare una "cena grandiosa" per un ballo, a cui sono invitati molte personalità di spicco.
Le storie d'amore delle due protagoniste non emozionano per nulla, e ad un certo punto la trama diventa molto prevedibile.

Riguardo ai personaggi, definirli monodimensionali è anche troppo. Millie ed Abbie non suscitano simpatia, mentre la Contessa Olga non sarebbe adatta nemmeno a fare da cattiva in un cartone animato, in cui ormai nessun personaggio è così estremamente malvagio ed egoista, del tutto privo di zone grigie. Il suo travestimento allo scopo di seguire Millie è la ciliegina sulla torta di una storia che non fa altro che diventare sempre più ridicola. 

Unica nota positiva, l'ambientazione del racconto della nonna, quella Russia che, in un periodo relativamente breve, si vide scossa sin dalle fondamenta.
In altre mani, raccontata in un modo diverso, la storia avrebbe potuto essere piacevole, forse anche commovente ed emozionante. Peccato.


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La copertina: ben fatta, ma non memorabile.

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Trama: Ambientato sullo sfondo della Russia rivoluzionaria, La custode dell’ambra è una travolgente storia di gelosia e vendetta, riconciliazione e perdono.

Nell'Inghilterra degli Anni Sessanta, nel Lake District, la giovane Abbie Myers fa ritorno a casa dopo aver saputo della morte della madre. Da molti anni in cattivi rapporti con i membri della sua turbolenta famiglia, scopre sgomenta che imputano a lei la colpa della tragedia.

Determinata a saperne di più sul passato di sua madre, Abbie si rivolge alla sua adorata nonna Millie alla ricerca di risposte. L'anziana donna le racconta il proprio passato, e Abbie si lascia trasportare nell'impero russo del 1911, con la sua magnificenza, e si lascia ammaliare dai racconti della vita di sua nonna come bambinaia e dalle vicende della rivoluzione che esplose in quel periodo.

Mentre cerca di riconciliarsi con la sua famiglia e di assicurare un futuro a lei e a sua figlia, Abbie si accorge che le ripercussioni degli eventi del passato minacciano di distruggere la fragile pace che sta cercando di creare.

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Rating: 1/5

sabato 14 novembre 2020

The pretenders

 

Autrice: Agatha Zaza

Sottotitolo: Three couples. Two exes. One day. One reckoning.

Lingua: inglese

Genere: romanzo

Prima pubblicazione: novembre 2020




Insieme agli amici John ed Anne e alla futura moglie Holly, Jasper decide di fare una sorpresa al fratello Edmund, recandosi da lui per festeggiare il proprio fidanzamento.
Ma lì, in quella casa che sembra uscita da una rivista, trova l'ultima persona che mai si sarebbe aspettato: Ovidia, che riporta a galla sentimenti e terrori mai sopiti...

The pretenders è un romanzo che comincia in modo difficile, astruso, direi: che cosa è successo, ci si chiede, tra Edmund e Ovidia? Perché sembrano entrambi così privi di vita? Cos'è la cosa importante che devono fare quello stesso giorno? 
Con il procedere della narrazione, tuttavia, la storia avviluppa come in un vortice e non ti lascia più andare.
L'azione si svolge tutta in una sola giornata, densa e pesante, mentre svariati flashback fanno luce su quelle che sono le relazioni tra i sei personaggi (i pretenders, coloro che mentono), le piccole o grandi finzioni in cui vivono, le bugie dietro cui si nascondono.

Il risultato è una storia che avvince, stupisce, fa male, e che opprime, soffoca, forse in modo eccessivo verso la fine.

Benché il rapporto tra Jasper, Edmund e Ovidia e ciò che è successo tra loro mi sia sembrato qualche volta implausibile, tutti i personaggi sono invece profondamente realistici.
 Mentono agli altri e a se stessi, sono egoisti, invidiosi, fragili.
Descrivendoci le loro vicende, l'autrice tocca molti temi importanti, come quello della violenza domestica, del tradimento e della depressione.

In molti hanno definito il finale di questo romanzo "unhappy", triste; di certo non è lieto, ma io lo definirei semplicemente umano. È così che vanno le cose, a volte, nella vita.


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La copertina: bella. Dà l'idea del party, del festeggiamento in giardino con calici e champagne, ma anche della distanza di Edmund e Ovidia dalle altre due coppie.

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Trama: 'I’m perfectly happy lying to myself…If it means getting to stay with you.’
Jasper is ready to surprise his brother; Holly is ready to celebrate their engagement.
Anne tags along for fear of missing out, and John might just be going for another drink.
But Edmund and Ovidia had other plans for their Saturday.
Over the course of one day, these couples must own up to the secrets they’ve been hiding from one another and the lies they’ve been telling themselves. And face the devastating consequences.

Three couples. Two exes. One day. One reckoning.

In her debut novel, Agatha Zaza crafts a modern domestic tragedy simmering with betrayal and deceit.

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Rating: 4/5

venerdì 30 ottobre 2020

Cemetery safari


Autrice: Claudia Vannucci

Lingua: italiano

Genere: letteratura di viaggio

Prima pubblicazione: 2019






Cemetery safari è un libro di viaggio piuttosto particolare, perché, come ci suggerisce il titolo, verte intorno... ai cimiteri.
Innamoratasi da piccolissima dell'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, la scrittrice ha fatto delle visite ai cimiteri una parte importante - se non la più importante - dei propri viaggi.

Il libro è interessante come un romanzo, e non ho potuto fare a meno di divorarlo in pochi giorni.
Molti dei cimiteri descritti si trovano negli Stati Uniti, alcuni in Europa, altri in Africa ed Asia. E sono proprio questi ultimi quelli che ho trovato più interessanti, perché, al di là delle descrizioni dei luoghi, l'autrice aggiunge interessanti informazioni riguardanti la cultura del posto, le credenze e le superstizioni, le modalità con cui le persone si rapportano all'evento morte.

Lo stile è semplice, gli aneddoti - quando possibile - sono raccontati con umorismo e riescono a strappare un sorriso.

Avrei tuttavia preferito qualche foto in più, anche perché le tombe e i cimiteri descritti sono così particolari da spingere a volerli vedere, ma a questo si può ovviare grazie al blog della stessa autrice o a una veloce ricerca su Google.


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La copertina: il concept è carino, ma avrei preferito una vera foto.

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Descrizione: È inutile far finta di niente: prima o poi al cimitero ci finiamo tutti, artisti e re, ricchi e poveri, soldati e civili. Quello che cambia è come vogliamo essere ricordati.

In un viaggio ai quattro angoli del pianeta attraverso giungle, deserti e metropoli, tra citazioni pop e humor nero, scoprirete che i cimiteri sono pieni non solo di tombe ma anche di storie che meritano di essere raccontate: dai misteriosi anonimi che offrono vino alla tomba di uno scrittore defunto da oltre un secolo a coloro che allestiscono un picnic sulle sepolture di famiglia per onorare gli antenati, dai ladri di cadaveri ai criminali famosi e assassini ancora più famosi.

Cemetery Safari è una raccolta di viaggi? Oppure è un saggio dal taglio pop su cosa sono capaci di inventarsi gli uomini quando muoiono? Ambedue le cose, ma il piglio è quello di una vecchia amica che, davanti a una birra, ti racconta del suo giro intorno al mondo.

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Rating: 4/5

giovedì 29 ottobre 2020

First light - Citazioni


" Remember, though you have seen little to make you believe, magic is all around us, much closer than you think. "

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" Time was my own. It was a glorious feeling. "

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" He who is in the right has extra advantage. "

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" My mother, had she seen, would have been appalled at such behaviour. But instead of seeming scandalous, to me it simply felt... nice. "

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" A pretty face is not necessarily the reflection of the soul. "

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" Feeling does not require faith. " 
" Following your feeling does. "

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" Patience and planning will get you everywhere in life. "


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Qui la recensione del romanzo


sabato 29 agosto 2020

I Bignè - Jane Eyre e Orgoglio e pregiudizio

Autrice: Sicks
Lingua: italiano
Genere: fumetto
Prima pubblicazione: 2013 

I Bignè sono dei brevissimi fumetti - da qui il nome - che ripropongono, in chiave parodistica, alcuni tra i romanzi classici più conosciuti.

Jane Eyre è stato di sicuro il mio preferito. Divertente, ma anche con un certo calore, mi è sembrato che riuscisse a ben caratterizzare i personaggi, rimasti fedeli agli originali.

Un po' più deludente Orgoglio e pregiudizio, che mi è parso troppo affrettato e meno ironico e simpatico.

Lo stile è semplice e gradevole, e mi è piaciuta la scelta di utilizzare una gamma limitata di colori.
Di sicuro il pregio maggiore di questi fumetti è il fatto di non prendersi sul serio, e di essere così succinti da poter essere letti in pochi minuti, facendone degli ottimi compagni per brevi pause.


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Le copertine: anche per quanto riguarda le copertine ho preferito quella di Jane Eyre. Entrambe hanno il pregio di presentare subito al lettore lo stile dell'autrice.

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Trame
Jane Eyre: "Jane Eyre" di Sicks è la rivisitazione a fumetto del classico del 1847 della scrittrice inglese Charlotte Brontë. È la terza uscita della collana di bignami letterari illustrati, i Bignè.

Jane Eyre, orfana affidata a una zia poco simpatica, viene spedita in uno dei collegi più duri d'Inghilterra, dove affronterà una vita dura, mitigata dal solo affetto dell'amica Helen.

Maggiorenne, uscita dal callegio, Jane trova lavoro come tutrice presso i Rochester, dove si innamorerà del burbero padrone di casa. Che però cela un terribile segreto. Come andrà a finire?

Una delle storie d'amore più appassionate e appassionanti di sempre, un personaggio femminile di rara forza e determinazione, l'aspro paesaggio inglese: un classico senza tempo che Sicks rielgge in chiave delicatamente divertente.

Una graphic novel da leggere, come sempre, in un boccone!

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Orgoglio e pregiudizio: Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen è un fumetto rielaborato dall’illustratrice romana Sicks. Rappresenta la prima uscita della nuova collana di bignami letterari illustrati, i Bignè.

Pubblicato per la prima volta nel 1813, in occasione del duecentesimo anniversario, Orgoglio e pregiudizio viene riletto, con un look romantico color seppia, in chiave ironica, molto femminile e moderna da Sicks, giovane illustratrice e pittrice romana diplomata alla Scuola Internazionale di Comics.

Il romanzo racconta una storia d’amore estremamente all’avanguardia per l’epoca: l’orgogliosa Elizabeth Bennet si innamora di Darcy, un uomo dai mille pregiudizi. O è il contrario? Una girandola di personaggi divertenti e indimenticabili, un tripudio di solidarietà femminile tra le donne Bennet, e di amore con la A maiuscola in uno dei romanzi più riadattati degli ultimi anni.

Dai film alle mille versioni con gli zombie, ecco Orgoglio e pregiudizio a fumetti, in Italia.

Il romanzo cult delle romantiche di tutti i tempi in una versione agile e snella, da divorare come un dolcissimo bignè.

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Rating
- Jane Eyre: 3/5
- Orgoglio e pregiudizio: 2,5/5

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Link correlati
- Jane Eyre
- Orgoglio e pregiudizio - Il manga
- Pride and prejudice (Easy classics)

venerdì 31 luglio 2020

Arcobaleno



Autrice: Banana Yoshimoto

Lingua: italiano

Titolo originale: 虹

Genere: romanzo

Prima pubblicazione: 2002




Quando incontriamo per la prima volta Eiko, la giovane giapponese si trova a Tahiti, un luogo che desiderava visitare a causa del proprio lavoro nel ristorante Arcobaleno, specializzato appunto in piatti tahitiani.
Scopo principale del viaggio è però per la ragazza l'allontanamento dalla caotica Tokyo, un'occasione per riposare dopo la perdita della madre, nonché per fare chiarezza nei propri sentimenti nei confronti del principale Takada, uomo sposato, benché infelicemente.

Sull'isola Eiko riesce a riconnettersi alla natura che tanto ama, a comprendere la bellezza dei momenti passati a chiacchierare con gli altri viaggiatori, e a capire cosa desidera dalla vita soprattutto riguardo al signor Takada.
Attraverso il racconto della giovane, entriamo nella casa dell'uomo, ne conosciamo la moglie, gli amati animali, respiriamo l'aria soffocante di quel luogo e di quel matrimonio.
Inizialmente il rapporto che viene a crearsi tra Eiko e Takada è molto delicato e dolce; i due sono legati innanzitutto dall'amore per la natura e gli animali, e i loro dialoghi sono la parte migliore del romanzo. Quando però l'uomo cerca di imporsi su di lei, facendole quasi violenza, e la ragazza sembra accettare quasi suo malgrado, la magia  - almeno per quanto mi riguarda - si spezza.

Il romanzo ha un ritmo piuttosto lento e, soprattutto all'inizio, è piuttosto ripetitivo e inconsistente. Vi sono qui e lì alcune belle scene, come l'incontro di Eiko con la signora Kaneyama e il racconto di questa, ma per lo più la storia è poco coinvolgente e spesso noiosa.


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La copertina: bello il dipinto scelto come sfondo e l'essenzialità del riquadro giallo.

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Trama: Orfana del padre, Eiko vive con la madre e la nonna, proprietarie di un ristorante. Finito il liceo, la giovane decide di trasferirsi a Tokyo e trova un'occupazione in un ristorante indonesiano, l'Arcobaleno. Alla morte delle due donne, si ritrova completamente sola. Per vincere il dolore della perdita, Eiko si concentra completamente sul suo lavoro. Il signor Takada, proprietario dell'Arcobaleno, si dimostra molto solidale e comprensivo con lei e le propone di aiutare la moglie incinta nella conduzione domestica. Questo nuovo impegno, a contatto con un ambiente in apparenza tranquillo, consente a Eiko di riprendersi. Ma presto si accorge di quanto siano orribili i rapporti tra il marito e la moglie, fatti di bugie e tradimenti.

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Rating: 3/5

martedì 28 luglio 2020

The life she left behind



Autrice: Nicole Trope

Lingua: inglese

Genere: romanzo

Prima pubblicazione: luglio 2020





La serena vita di Rachel sembra d'improvviso andare a rotoli: sua madre, a cui è legatissima, sta per morire di cancro; il lavoro di suo marito è in pericolo; la loro casa dei sogni, appena acquistata, è in un quartiere ancora disabitato e inquietante, e, quel che è peggio, l'incubo più spaventoso della donna, da cui era riuscita a sfuggire da bambina, si sta lentamente materializzando di nuovo davanti ai suoi occhi...

Blame, Forgotten e My daughter's secret, i romanzi di Nicole Trope che hanno preceduto The life she left behind, mi erano piaciuti moltissimo. Perciò, dopo un attimo di titubanza, ho scelto di leggere questo libro nonostante la trama poco convincente.
Purtroppo, però, ho riscontrato due problemi principali. Innanzitutto, la storia non è per niente originale e, mi duole scriverlo, anche abbastanza prevedibile. Inoltre, la tematica affrontata, ovvero la violenza domestica, è davvero pesante.
Ad essi si sono aggiunti una protagonista piuttosto piatta, per la quale ho provato solo indifferenza, ed un finale troppo frettoloso e buonista.

Ho spesso pensato di abbandonare il romanzo, e di sicuro non morivo dalla voglia di continuare a leggerlo.
Ciò che, nonostante tutto, non mi ha fatto mollare, è stata la prosa della scrittrice. Sempre eccellente, e, se possibile, anche migliorata rispetto ai romanzi precedenti. 


Ho apprezzato inoltre il racconto secondo diversi punti di vista, l'impegno della Trope nel cercare di tenere celate le identità di Little bird e del narratore senza nome, l'uso delle bamboline troll per creare una tensione crescente nella protagonista (purtroppo non nel lettore) e, soprattutto, la riflessione sulla scelta compiuta dalla madre di Rachel.

I capitoli in cui è l'"uccellino" a parlare, rappresentano il racconto, da parte di una bambina di soli sei anni, delle reiterate violenze domestiche subite dalla mamma, a cui fa sempre male la testa a causa dei "fiori dolorosi" che il padre le fa sbocciare sul viso. Un padre spaventoso e crudele, a cui si aggiunge un fratello violento, che, piuttosto che essere un porto sicuro, diventa ben presto un'ulteriore fonte di paura.
Il palpabile timore della bimba, il suo vivere in uno stato di continua tensione, ne fanno i capitoli più potenti e devastanti.

The life she left behind è sicuramente una storia ben raccontata e ancor meglio scritta, che affronta tematiche importanti e che può di certo piacere, ma a cui manca quel qualcosa di speciale che aveva reso gli altri romanzi dell'autrice così accattivanti e impossibili da mettere giù.

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La copertina: interessante il parallelo tra la storia del passato e quella del presente che la foto richiama, tuttavia i colori sembrano troppo brillanti e luminosi rispetto al tenore del romanzo.

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Trama: You tell him everything. The husband you adore, the father of your child, your best friend. He knows, just by looking at your sage-green eyes, when something is wrong. The two of you can communicate with a glance, or a touch of the hand. Except what if you can’t? What if your happy marriage has plastered over one huge lie? A lie you have even started to believe yourself, in order to survive? What if you have a secret, something you have hidden from your beloved husband and your strawberry-scented baby girl, to keep them safe? What if the guilt has kept you up, night after night, for as long as you can remember? What happens when suddenly, after twenty-eight years, that secret refuses to stay buried? What will you do now everyone you love, everything you cherish, is in harm’s way?

An emotional, thought-provoking and beautifully written novel which examines the pieces of ourselves we are afraid of, and the impossible decisions we make when we are desperate. Fans of Jodi Picoult, Kerry Fisher and Liane Moriarty will be moved by this heartbreaking tale.

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Rating: 3/5

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Della stessa autrice:
- Blame
- Forgotten
- My daughter's secret

lunedì 22 giugno 2020

Pride and Prejudice (Easy Classics)


Testo originale: Pride and Prejudice di Jane Austen

Adattamento: Gemma Barder

Lingua: inglese

Genere: romanzo

Prima pubblicazione programmata: febbraio 2021



In questo breve volume di poco meno di 100 pagine, Gemma Barder ha adattato Orgoglio e pregiudizio, il più famoso romanzo di Jane Austen.
Ne è nato un racconto scorrevole, di semplice comprensione e corredato da simpatiche illustrazioni.

La storia, pur essendo molto sintetizzata, mantiene comunque lo spirito dell'opera originale, e nessun evento importante è stato depennato.

Benché sia classificato come una "storia per bambini", il romanzo è adatto anche a chi bambino non è più e comincia a cimentarsi con la lingua inglese, e a chiunque voglia rispolverare in modo divertente la storia di Lizzie e Darcy.


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La copertina: carinissima! Adorabili l'illustrazione, le decorazioni e la scelta dei colori.

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Quarta di copertina: Mrs. Bennet is desperate to find rich husbands for her daughters, so the arrival of a charming new neighbor is welcome indeed. Sadly, the friend he brings with him is not. Mr. Darcy seems to have even more pride than money. Nobody likes him - least of all Elizabeth Bennet. But not everyone is who they seem.

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Rating: 4/5

lunedì 15 giugno 2020

I ragazzi di Jo


Autrice: Louisa May Alcott

Lingua: italiano

Titolo originale: Jo's Boys, and How They Turned Out: A Sequel to "Little Men"

Genere: romanzo

Prima pubblicazione: 1886



I ragazzi di Jo chiude definitivamente la storia della famiglia March cominciata con Piccole donne.
Il romanzo si propone di seguire tutti gli allievi incontrati in Piccoli uomini nel loro percorso di crescita fino all'età adulta.
Purtroppo, diversamente dal volume precedente, che sin dalle prime pagine riusciva a trasmettere l'atmosfera calda e familiare di Plumfield, I ragazzi di Jo risulta per lo più arido, stentato e noioso.
È sicuramente la storia della quadrilogia più moralista e intrisa di religiosità, tanto che ho spesso pensato che ne avrebbe giovato molto se almeno alcuni dei sermoni dell'autrice fossero stati eliminati.

Delle vecchie conoscenze, Fritz ed Amy diventano molto marginali, mentre Meg viene descritta come una madre che sa cos'è meglio per i propri figli, tanto da imporre loro le proprie decisioni e le conseguenti sofferenze.
Nessuno dei più giovani riesce a fare tenerezza, nemmeno le piccole Bess e Josie. Mi ha spesso infastidito che la prima, che, pur non avendo spessore non è comunque un personaggio sgradevole, fosse chiamata "principessa" e considerata migliore e più preziosa di tutti gli altri ragazzi, solo perché figlia del ricco Laurie. La seconda, pur in un certo senso ammirevole per la determinazione con cui persegue i propri sogni, non riesce comunque a far breccia ed è assolutamente dimenticabile.

Tutti i ragazzi sono spinti in un modo o nell'altro dagli adulti a diventare dei piccoli borghesi, a
sposarsi e mettere su famiglia. In altre parole, a "sistemarsi". 
Alcune delle coppie non sembrano le meglio assortite, in primis quella costituita da Tom e dalla ragazza diventata fidanzata quasi per caso, e spero che con questo l'autrice volesse trasmetterci che non sempre ciò che sembra "giusto" e ben fatto dalla famiglia o dalla società rispecchia i veri desideri del cuore.
Riguardo a Dan, la sua storia è probabilmente la più interessante, anche se fondamentalmente triste. Le scelte operate per il suo personaggio dalla scrittrice possono sembrare troppo crudeli per un lettore moderno, ma, se contestualizzate, risultano perfettamente in linea con la mentalità del tempo.

Qui e lì l'autrice tenta di portare avanti qualche idea femminista, riuscendoci però poco o male.

Pur appesantita dai vari sermoni, l'unico personaggio che trattiene una scintilla di vitalità è proprio Jo, materna con tutti i "suoi" ragazzi e spesso divertente quanto negli altri romanzi.

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La copertina: piuttosto bruttina, non rispecchia le descrizioni dei ragazzi, così come non le rispecchiano le illustrazioni all'interno del volume.

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Trama: Le tre sorelle March sono ormai signore, ma il loro spirito non è stato smussato dal tempo: sono ancora vivaci, curiose, piene di vita. E i ragazzi di Plumfield, il collegio che ha accolto bambini soli e sbandati, hanno davvero bisogno di tutta la saggezza di Jo per crescere e lasciare il nido.

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Rating: 2/5

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Della stessa autrice:
- Piccole donne
- Le piccole donne crescono
- Piccoli uomini

mercoledì 3 giugno 2020

Intenso come un ricordo



Autrice: Jodi Picoult

Lingua: italiano

Titolo originale: The storyteller

Genere: romanzo

Prima pubblicazione: 2013




Sage ha scelto di lavorare di notte, come fornaia, per nascondere di giorno la cicatrice che le deturpa parte del viso e che è una sorta di estrinsecazione del suo senso di colpa.
Partecipando ad un gruppo di sostegno, incontra il novantacinquenne Josef e ne diventa amica, finché l'uomo non le confessa di essere stato un ufficiale delle SS e di aver partecipato alla soluzione finale...

Erano anni che non leggevo un romanzo di Jodi Picoult, eppure il suo stile è stato subito inconfondibile. Purtroppo, però, non ho amato questa storia così come mi era accaduto con Senza lasciare traccia e Un nuovo battito, trovandola invece spesso noiosa, prevedibile, e poco appassionante.

Il personaggio di Sage non è per niente originale. È la classica protagonista che sceglie di ritirarsi dalla vita e pensa di non essere degna di amore per un senso di colpa che si porta dietro da anni. Non mi è riuscito di trovarla simpatica o di parteggiare per lei, e la sua storia con Leo è risultata scontata sin dall'apparizione dell'uomo sulla scena. Ho tuttavia apprezzato le sue scelte, e soprattutto quella che chiude la storia, non perché le condivida, ma perché l'hanno resa umana e l'hanno finalmente liberata dalla banalità.


Il vero gioiello di questo romanzo è la parte centrale, ovvero il racconto della nonna di Sage. Si tratta di una donna sopravvissuta ai campi di concentramento, che dà finalmente voce alla propria storia. L'autrice è stata brava nel darci un quadro completo di come tutto sia cominciato, di come la vita degli ebrei polacchi sia scivolata, a poco a poco, nell'orrore e nell'indicibile. Ho desiderato alcune volte che il racconto - di non semplice lettura a causa del potente carico emozionale - fosse interrotto, anche solo da un'interiezione da parte degli altri personaggi, ma in fin dei conti credo che aver inserito tutta la storia in blocco sia stata una buona scelta, rendendola così più di impatto per il lettore.

Purtroppo, una volta terminato il racconto della nonna, che quasi sembrava appartenere ad un romanzo diverso, il libro è tornato a sfiorare la banalità e ad avere dialoghi legnosi e scontati. La storia dell'upior purtroppo mi ha annoiata, così come le ripetizioni di frammenti di capitoli qui e lì.
Ho tuttavia apprezzato il colpo di scena finale, nonché il dibattito sul perdono e anche quello, più sottile, del dissidio interiore che nasce dall'amare una persona per ciò che è e ciò che significa per noi nel presente, e, contemporaneamente, dall'odiare ciò che è stata e ciò che ha compiuto in passato.

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La copertina: molto bella, soprattutto per la scelta dei colori e la resa del cielo.

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Trama: Sage Singer è una ragazza solitaria. Evita ogni contatto con il mondo, nasconde il proprio volto sfregiato in seguito ad un incidente, si rifugia in una relazione clandestina perché le consente di non impegnarsi fino in fondo. Finché non stringe amicizia con un vecchio signore, Josef Weber. Insegnante in pensione, di origine tedesca, Weber è un filantropo benvoluto da tutti nella piccolo comunità in cui vive. Ma un giorno, contando sul rapporto di stima e affetto che li lega, Weber chiede a Sage un favore molto particolare che sconvolgerà la ragazza. Scioccata, confusa, Sage non acconsente ma non può rifiutarsi di ascoltare la confessione dell’anziano amico. Weber è stato nelle SS ed era fra le guardie di Auschwitz. E la nonna di Sage è una sopravvissuta ai campi di sterminio… Più voci narranti si alternano nella scrittura di Jodi Picoult, come sempre magistrale nel riannodare il filo dei ricordi sepolti nel passato e delle emozioni che agitano il presente. E la chiave, ancora una volta, sta nella potenza della narrazione: «Un racconto può essere molto potente. Può cambiare il corso della storia. Può salvare una vita. Ma può anche essere un buco nero, o le sabbie mobili, in cui si rimane impantanati, incapaci di scrivere per liberarsi». Sta a noi, alla nostra coscienza, scegliere la strada da prendere.

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Rating: 2,5/5

domenica 26 aprile 2020

Mini recensioni [2]

PERSUASION - A SCREENPLAY

Autore: Nick Dear
Lingua: inglese
Prima pubblicazione: 1996

Persuasione del 1995 è l'ottima trasposizione cinematografica di quello che è per me il romanzo più bello di Jane Austen.
E' per questo che, una volta saputo della sua esistenza, mi sono affrettata ad acquistarne lo screenplay.
Si tratta di un volume molto più piccolo di quanto possa sembrare, corredato da alcune foto in bianco e nero tratte dal film - tra cui una molto bella di Ciaran Hinds nei panni del Capitano Wentworth. Il mio unico rammarico è stato proprio il fatto di averlo trovato meno patinato di quanto mi aspettassi, e senza quei contenuti speciali a cui oggi siamo abituati. Tuttavia, dal momento che il volume è stato pubblicato ben 24 anni fa, posso ritenermi del tutto soddisfatta.
E' il primo screenplay che abbia mai letto, ed ho trovato l'esperienza interessante e appagante.
Adatto a chiunque voglia rivivere l'intera storia e le emozioni di Persuasione in modo originale, ponendosi a metà strada tra il romanzo ed il film.

Rating: 5/5

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RICORDO DI JANE AUSTEN E ALTRI RICORDI FAMILIARI

Autore: James Edward Austen Leigh
Lingua: italiano
Prima pubblicazione: 1869

Il Ricordo di Jane Austen scritto dal nipote James Edward è una delle testimonianze più complete e attendibili che possediamo riguardo alla scrittrice inglese.
Ho trovato interessanti le informazioni riguardo al suo background, e, già solo dopo due capitoli, mi sono ritrovata, inaspettatamente, a sentirmi commossa nel leggere della vita di questa donna, soprattutto del suo amore per i bambini.
Ho apprezzato particolarmente le memorie di Anna Lefroy e Caroline Austen poste alla fine del volume.
Da segnalare la quantità di interessati note di cui è corredato il volume tradotto da Giuseppe Ierolli (e qui fruibile gratuitamente).

Rating: 3/5

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LONGBOURN'S SONGBIRD

Autrice: Beau North
Lingua: inglese
Prima pubblicazione: 2015

E' un peccato che non sia riuscita a scrivere un'appropriata recensione per questo romanzo, tempo fa, perché è stato uno dei retelling di Orgoglio e Pregiudizio più interessanti che abbia mai letto.
La storia è ambientata negli anni '40 del Novecento in Sud Carolina, un setting abbastanza originale, nonché un periodo storico piuttosto complicato e da raccontare e da vivere.
La scrittrice è riuscita ad inserire nella storia temi piuttosto importanti, come la violenza domestica e il disturbo post-traumatico, ma senza appesantire troppo il romanzo.
[SPOILER] Interessante e ben scritta la storia tra Lizzie e Fitzwilliam, probabilmente la versione migliore tra quelle raccontate in altri retelling.

Rating: 4/5

domenica 19 aprile 2020

Senza nome



Autore: Wilkie Collins

Lingua: italiano

Titolo originale: No name

Genere: romanzo

Prima pubblicazione: 1862



Inghilterra, XIX secolo. Alle sorelle Norah e Magdalen sembra non mancare nulla: giovinezza, bellezza, spensieratezza, due genitori amorevoli ed un ingente patrimonio. Un'improvvisa tragedia, però, porta con sé delle conseguenze inaspettate, e la vita delle ragazze cambia radicalmente.
Mentre Norah affronta con rassegnazione gli eventi e tenta di ricostruirsi una nuova esistenza, la più giovane Magdalen vede risvegliarsi in lei uno spirito guerriero e un coraggio che la sosterranno nella sua lunga battaglia per riappropriarsi di ciò che le è stato tolto...

Anni fa il riemergere dei romanzi di Wilkie Collins nel panorama letterario italiano mi aveva incuriosito molto, ma già La legge e la signora, letto dopo La donna in bianco, non mi aveva granché entusiasmato.
Senza nome presenta un inizio promettente, che ci fa scoprire che l'autore aveva talento anche nel raccontare scene di armoniosa quotidianità familiare, che mi hanno ricordato un po' i romanzi di Jane Austen.
Tuttavia, proprio quando la storia è entrata nel vivo, e quindi avrebbe dovuto farsi interessante, ho invece cominciato ad apprezzarla meno.
Innanzitutto il focus è quasi completamente su Magdalen, mentre mi sarebbe piaciuto molto curiosare anche nella vita di Norah, relegata invece a personaggio marginalissimo, menzionata di tanto in tanto e recuperata nel finale. Inoltre, la storia paga molto il fatto di essere stata concepita come un racconto da pubblicare a puntate su una rivista: spesso ho avuto l'impressione che i capitoli si trascinassero senza che nulla davvero accadesse, o che gli eventi fossero diluiti per fare in modo che i lettori aspettassero il prossimo episodio. Anche la battaglia di astuzie tra Mr Wragge e Mrs Lecount, veri antagonisti per buona parte del racconto, ad un certo punto annoia per il suo protrarsi che appare infinito. L'inserimento del sonnambulismo e di una "malattia di nervi", tanto cara ai romanzi vittoriani, non ha di certo migliorato le cose.
La prima mi è parsa un facile espediente affinché Magdalen fosse aiutata nella sua ricerca; la seconda, un pretesto affinché la protagonista potesse divenire la fanciulla da salvare.
Purtroppo è stato anche prevedibile cosa sarebbe successo con Noel Vanstone e con il capitano Kirke.


L'elemento più brillante del romanzo sono di sicuro i personaggi, ben caratterizzati e fedeli a se stessi
fino alla fine.
Entrato nella storia di soppiatto, quasi come un fastidio, la canaglia Wragge è diventata presto il mio preferito. Certo il suo modo di vivere è biasimevole, ma ho apprezzato che col tempo riuscisse ad affezionarsi a Magdalen, ed ero sempre incuriosita riguardo a quale sarebbe stata la sua prossima mossa. E' stato molto soddisfacente leggere di ciò che ne era stato di lui, alla fine.
Magdalen, la protagonista, è un personaggio molto forte e determinato. Proprio per questo, e per il fatto di non arrendersi come la sorella, viene tacciata di cattiveria e perversione innumerevoli volte, e, dopo l'inganno, diventa anche un'onta per la propria famiglia. Non so se con le sue vicende l'autore volesse denunciare la condizione della donna ai suoi tempi o dare un messaggio morale, ma di sicuro fa riflettere il modo in cui tutti trattano la ragazza. Probabilmente, se fosse stata un uomo, sarebbe stato giudicato diversamente per non essersi arreso e aver cercato di recuperare ciò che gli era stato ingiustamente tolto.
Altri personaggi molto ben descritti sono l'ipocrita e debole Noel, la scaltra Mrs Lecount e la cara Mrs Wragge.

Da apprezzare la riflessione sul sistema legale dell'epoca, che lasciava completamente sole due ragazze che non avevano nessuna responsabilità per le azioni dei propri genitori.

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La copertina: benché la fanciulla del dipinto non mi faccia pensare a nessuna delle sorelle del romanzo, mi piace molto la pacatezza dell'immagine e la scelta del font e della disposizione del titolo e del nome dell'autore.

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Trama: Senza nome è uno degli esempi più belli di «melodramma contenuto», secondo la definizione di Thomas S. Eliot, dell’opera di Wilkie Collins. Capolavoro di minuziosa osservazione psicologica e allo stesso tempo critica decisa alle storture della società vittoriana, ha un posto di primo piano nella letteratura inglese del secolo scorso. Protagoniste ne sono due sorelle, Magdalen e Norah Vanstone che, per una sfortunata serie di circostanze, alla morte improvvisa dei genitori si trovano private di una cospicua eredità e sono costrette a guadagnarsi da vivere. Sullo sfondo di questa contrastata vicenda, scandita da perizie legali e tradimenti, emergono i personaggi, mirabilmente caratterizzati, di una storia intensamente drammatica, ma anche venata di umorismo. Una strepitosa narrazione, ricca di innumerevoli colpi di scena, in cui ogni elemento si ricollega all’altro in una dinamica continua e incessante. Un romanzo che per tutto il 1862 ha tenuto in sospeso migliaia di lettori che ne seguivano gli sviluppi sulla rivista «All The Year Round» e che rimane ancora oggi un esempio miracoloso del talento del grande autore de La pietra di luna e de La donna in bianco.

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Rating: 2,5/5