Titolo originale: A storm of swords - Book three of a Song of Ice and Fire
Volume: 7 di 12 de "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco"
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[attenzione: SPOILER]
Settimo nella discutibile divisione della Mondadori, Il portale delle tenebre chiude in realtà il Terzo libro delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.
Anche questa volta un matrimonio, e anche questa volta una morte: Joffrey e Margaery uniscono le loro vite - e le loro case -, ma al banchetto di nozze il re ragazzino viene avvelenato da una coppa di vino (solo io avevo sospettato il pasticcio di piccione, magari destinato in realtà a Tyrion?), in una scena che, seppur notevole, non eguaglia però quella delle ormai famose "nozze rosse".
Dell'assassinio viene icolpato Tyrion, a cui sono riservate, come al solito, le battute più ironiche e divertenti. Sansa, dal canto suo, creduta complice del marito, passa dalla cosiddetta padella alla cosiddetta brace: fidatasi di Ser Dontos, che le aveva promesso di portarla via da Approdo del Re, la ragazza si ritrova ben presto nelle mani di Ditocorto e della sua nuova sposa Lysa Arryn, che medita di farle sposare il cugino malaticcio Robert. Ma l'attrazione di Petyr verso la figlia del suo primo amore Catelyn fa precipitare le cose - e non solo quelle -. Dopo un'attenta spiegazione di cosa accadde realmente in passato tre le due sorelle Tully e Bealish - nonché su chi abbia davvero provocato la morte di Jon Arryn -, infatti, accade ciò che davvero non mi aspettavo: lady Lysa viene spinta giù dalla Porta della Luna proprio dal suo adorato marito, ed un altro personaggio lascia il palcoscenico delle Cronache.
Ad Approdo del Re, Tyrion cerca di dimostrare la sua innocenza per singolar tenzone, presentando come suo campione Oberyn Martell, la "vipera Rossa", nonché fratello della principessa Elia di Dorne. Ed il combattimento tra questi e Gregor Clegane, che mi aspettavo noioso, è stato una delle scene più belle del libro, dall'esito per niente - purtroppo - scontato.
E le sorprese che riserva il volume non finiscono qui: saputa l'amarissima verità sulla sua prima moglie, Tyrion si vendica, seppur in modi diversi, nei confronti del duro padre e del fratello Jaime. Jaime che viene allontanato sia da Tywin che dall'adorata sorella/amante Cersei quando si rifiuta di diventare una marionetta nelle loro mani, e che continua ad acquistare punti, salvando ancora una volta Brienne e tentando di mantenere, almeno in parte, la promessa fatta a lady Catelyn.
Sul fronte Daenerys, mi ha sorpreso invece l'allontanamento di Ser Jorah; davvero non riesco ad immaginare l'una senza l'altro.
Alla Barriera - tasto spesso dolente, per me - assistiamo ad un bel combattimento e leggiamo di uno Jon finalmente interessante, ma l'arrivo di Ser Allister Thorne, con il suo carico di prevedibilissime conseguenze, rischia davvero di rovinare le cose. Mi ha lasciato alquanto perplessa, invece, ritrovare all'estremo Nord l'esercito di Stannis Baratheon. Prima o poi la Donna Rossa riuscirà a mandarlo anche su Marte, e non dovremo sorprenderci!
Ho trovato interessante la proposta che l'uomo fa a Jon, e per un attimo ho sperato che il ragazzo accettasse. Mi chiedo cosa accadrà quando saranno rese note le ultime volontà di Robb.
Il romanzo si conclude con quello che dal mio punto di vista è uno dei più grandi colpi di scena mai verificatisi nelle Cronache (nonché uno dei pochi che sia riuscita a non spoilerarmi): il ritorno nel mondo dei vivi - o qualcosa del genere - di lady Catelyn Stark, decisissima a vendicare suo figlio e a ritrovare Arya. Mi chiedo a cosa sia dovuto il "prodigio", e se il sogno da lupo della piccola Stark c'entri qualcosa.
E, naturalmente, a fare da contorno a questi eventi maggiori, non mancano gli intrighi - interessante il rapporto Tyrell-Martell -, le rivelazioni - davvero avevo sperato che il mandante dell'omicidio di Bran fosse Robert, magari spinto dal pigro desiderio di lasciare intatto lo status quo, anche se probabilmente la cosa non sarebbe stata in linea con il personaggio - e le battaglie, grandi e piccole, quelle delle spade e quelle, molto spesso più pericolose e difficili, dell'anima.
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Quarta di copertina: Mentre l'inverno incombe sui Sette Regni, la "guerra dei Cinque re" pare giunta alla sua conclusione, con il Trono di Spade saldamente in mano al giovanissimo e demente re Joffrey.
Il suo matrimonio con la splendida Margaery, che suggellerà l'alleanza tra i Lannister di Castel Granito e i Tyrell di Alto Giardino, è ormai prossimo. Ma su di lui pende l'oscura maledizione gettata sugli usurpatori da Stannis Baratheon. E numerosi sono i nemici da cui deve guardarsi, come la Madre dei Draghi Daenerys Targaryen. Intanto, nelle segrete della Fortezza Rossa, Tyrion Lannister, il Folletto, è costretto a discolparsi da un'accusa infamante che può portarlo al patibolo, mentre nell'estremo nord del reame Jon Snow, il bastardo di Grande Inverno, si trova a difendere la Barriera da una nuova e più micidiale minaccia: l'assalto finale che il mastodontico esercito di Mance Rayder, il re oltre la Barriera, scatena contro il Castello Nero, ultima piazzaforte dei Guardiani della notte. Forse, la guerra per il potere supremo è ancora tutta la giocare.
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Giudizio personale: 4/5
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Qui le citazioni dal romanzo
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Per l'adattamento televisivo, si è scelto di dedicare la terza stagione di Game of Thrones alla prima metà di Storm of swords, e la quarta alla seconda metà.
Probabilmente a causa della diluizione degli eventi, questa terza stagione mi è piaciuta meno delle due precedenti (con un picco negativo rappresentato secondo me dalla 3x06), e vi ho trovato molte scene a mio avviso inutili e messe lì come riempitivo (vedi Meera e Osha accanto al fuoco che litigano per chi, tra le due, sappia scuoiare meglio un coniglio).
Gli eventi raccontati in questa stagione sono quindi il "passaggio" di Jon dalla parte dei bruti, la sua storia con Ygritte e la scalata della barriera, il viaggio di Jaime e Brienne fino all'arrivo ad Approdo del Re, quello di Daenerys nelle città schiaviste dell'est, il matrimonio tra Tyrion e Sansa, e, naturalmente, le ormai famose Nozze Rosse.
Riguardo a quest'ultimo evento, ammetto di aver invidiato i non lettori (o, almeno, chi era riuscito a stare lontano dagli spoiler), per i quali le scene finali de Le piogge di Castamere devono essere state davvero molto forti ed emozionanti. Io le ho guardate con l'animo di chi "deve togliersi un dente", ed in un primo tempo ho sottovalutato il loro impatto emotivo. Impatto che pure, a ben pensarci, è stato fortissimo, sin da quelle prime coltellate a Talisa che proprio non mi aspettavo.
All'interno di questa stagione vi è poi inserita anche la vicenda, assente sia ne I fiumi della guerra che ne Il portale delle tenebre, della tortura di Theon, a cui secondo me è stato dedicato troppo minutaggio.
Naturalmente vi sono state delle differenze tra il romanzo e la serie tv, alcune di poco conto, come Sansa e poi Cersei promesse a Loras Tyrell piuttosto che a Willas, o Gendry "prescelto" quale vittima sacrificale dalla donna rossa in luogo di un inesistente Edric Storm; altre mi sono piaciute un po' meno, mi riferisco in particolare a ser Barristan Selmy, che svela subito la propria identità a Daenerys - cosa che, secondo me, ha tolto tutta la sorpresa che si poteva avere leggendo il romanzo -, o Shae innamorata di Tyrion - spero proprio che al processo non lo tradirà "per gelosia" -.
Tra i nuovi personaggi, ho trovato splendida lady Olenna Tyrell - divertentissimi i suoi duetti con Varys - ed adorabile la piccola Shireen Baratheon.
Di seguito, una scena per ogni episodio:
episodi 1 a 3
episodio 4 (probabilmente la mia scena preferita)
episodi 5 a 7
episodi 8 a 10
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La quarta stagione, che opera qualche incursione anche nel volume successivo, raccontando, ad esempio, del viaggio di Bran alla ricerca del corvo con tre occhi, è sicuramente migliore della terza.
Gli eventi che si rincorrono sono numerosi, a cominciare dalle nozze di Joffrey, di cui mi è piaciuta molto l' "organizzazione" e i colori, ma un po' meno la resa della morte del re (probabilmente perché parte della soddisfazione immancabilmente sfuma dopo la lettura del romanzo, che, naturalmente, elimina anche tutto il fattore sorpresa).
Riguardo Jaime e Cersei, non starò qui a parlare della tanto chiacchierata scena tra i gemelli nel tempio (probabilmente ne sono stufi tutti), secondo me realizzata malissimo e peggiorata dalle dichiarazioni successive.
Rimanendo in "casa Lannister", molto bello il processo a Tyrion (e molto bravo Peter Dinklage), mentre mi ha deluso la scena che aspettavo più di tutte, ovvero l'assassinio di Tywin, che non mi ha, ahimé, regalato alcuna emozione.
Interessante invece il percorso di Sansa; le scene a Nido dell'Aquila sono state secondo me tra le migliori, adoro la folle Lysa e le macchinazioni di Ditocorto.
Niente di nuovo - o quasi - sul fronte Arya, anche se è da segnalare la risata di rassegnazione/disperazione alla notizia della recentissima morte della zia, e la bella scena sulla nave che chiude l'intera stagione.
Stagione che ha saputo rendere finalmente interessanti Bran e soprattutto Jon. Bello, a questo proposito, l'episodio L'ultima notte dei ribelli, ed anche il nono, di solito dedicato agli eventi di maggior impatto emotivo (vedi Le piogge di Castamere), e questa volta incentrato completamente sulla battaglia alla Barriera tra i Guardiani della Notte e il popolo libero. Mi sono piaciuti i giganti e il mammuth, le variazioni rispetto al testo, ed in particolare la falce, di grande impatto visivo. Commoventi quanto basta le dipartite di Pyp e Grenn.
Piuttosto ripetitive le scene con Daenerys, ma per me è sempre un piacere vederla liberare schiavi ed essere osannata dalla popolazione.
Riuscitissimo il personaggio di Oberyn Martell, la vipera rossa di Dorne, secondo me anche migliore del suo corrispettivo cartaceo. Quasi temevo la visione del nono episodio, che credevo contenesse lo scontro con la Montagna, mostrato invece nell'ottava puntata. Da brivido i minuti finali.
Molto belli i confronti tra i personaggi - come sempre in GoT - quali quelli in cella tra Tyrion e Jaime, Pod o Bronn.
Le variazioni - sempre più numerose - rispetto ai romanzi non mi sono dispiaciute, ma, anzi, mi hanno incuriosito, anche se alcune mi hanno lasciata un po' perplessa, come la scena dell'incontro tra Brienne e Arya e il Mastino. Sembra infatti alquanto improbabile che né la vergine di Tarth né Pod odano le urla di Sandor Clegane e possano, così, ritrovare la piccola Stark.
Grande assente, lady Stoneheart, la rediviva Catelyn, la cui entrata in scena pare non sia scontata, vista la piega che è stata data agli eventi.
Personalmente, non so se esserne dispiaciuta o meno, dato che per il momento la donna - o quel che ne resta - pare solo uno sterile strumento di morte.
Chi vivrà vedrà.
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Volumi precedenti:
Il Trono di Spade
Il Grande Inverno
Il Regno dei Lupi
La regina dei Draghi
Tempesta di Spade
I Fiumi della Guerra