martedì 27 dicembre 2016

Twelve days of Christmas

Autrice: Jennifer Lang
Sottotitolo: Darcy and Elizabeth What if? #5
Lingua: inglese
Genere: romance / natalizio
Prima pubblicazione: ottobre 2014

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Twelve days of Christmas è una variation natalizia di Orgoglio e Pregiudizio.
In essa l'autrice immagina che Lizzy, dopo cinque terribili anni di matrimonio con Wickham, scappi con il suo bambino ad Hunsford, speranzosa di trovarvi Charlotte e di ricevervi aiuto ed amicizia.
Una volta accortasi che la canonica è invece disabitata, vi si stabilisce temporaneamente con il suo piccolo.


Darcy, nel frattempo rimasto vedovo di Anne, notati degli inaspettati inquilini, decide di aiutarli lasciando ogni mattina sulla soglia un cesto, il cui contenuto si ispira alla famosa canzone natalizia inglese "Twelve days of Christmas", che dà il titolo alla storia.
Solo dopo qualche giorno si renderà conto che la misteriosa donna è in realtà quella Elizabeth di Longbourn che anni prima lo aveva così tanto affascinato, e si adopererà in ogni modo per riportare in lei quella vitalità ed arguzia che l'avevano caratterizzata...

La novella è molto carina e ha tenuto desto il mio interesse anche se non amo particolarmente le storie natalizie.
Il fatto che Elizabeth sia sposata con Wickham non deve dissuadere dalla lettura, in quanto del loro matrimonio ci vengono raccontati solo brevi ricordi - seppur spiacevoli - e il personaggio di George è quasi del tutto assente.
Adorabile invece il bambino, così come le scene di vita familiare a Longbourn.


Darcy è il perfetto cavaliere che corre in aiuto della donzella in pericolo, è gentile, generoso ed amabile, e con lui sulla scena si è sicuri che nulla di brutto potrà accadere.
L'autrice è stata molto brava con il personaggio di Lizzy, in particolare nel descrivere il suo ritorno alla vita e alle gioie che questa ha da offrire.
Non manca un piccolo intralcio alla felice risoluzione della vicenda, e spazio è dedicato anche alla storia tra Jane e Charles, il cui svolgimento mi è piaciuto molto.

Il finale è purtroppo piuttosto affrettato; sono sicura che se le cose tra Elizabeth e Darcy avessero avuto il giusto tempo per evolversi e se la storia fosse stata più lunga, sarebbe stata davvero un bel romanzo.

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Trama: What if Elizabeth had married George Wickham?

Five years after marrying George Wickham, Elizabeth is forced to flee. She seeks refuge with Charlotte Lucas as her family have been killed in a fire, but Charlotte is not at home . . .
Mr Darcy, having inherited Rosings on the deaths of Lady Catherine and Anne de Bourgh, finds a frightened young woman living in the parsonage. Her perfume reminds him of the Netherfield ball. But can the young woman in the parsonage really be the former Miss Elizabeth Bennet? And what will happen when he falls in love with her? 

Novella length. All the novellas in the Darcy and Elizabeth What If? series are separate, standalone stories. They can be read in any order. 

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Giudizio personale: 4/5

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The twelve days of Christmas


On the first day of Christmas
my true love sent to me:
a Partridge in a Pear Tree.

On the second day of Christmas
my true love sent to me:
two Turtle Doves
and a Partridge in a Pear Tree.

On the third day of Christmas
my true love sent to me:
three French Hens
Two Turtle Doves
and a Partridge in a Pear Tree.

On the fourth day of Christmas
my true love sent to me:
four Calling Birds
Three French Hens
Two Turtle Doves
and a Partridge in a Pear Tree.

On the fifth day of Christmas
my true love sent to me:
five Golden Rings
Four Calling Birds
Three French Hens
Two Turtle Doves
and a Partridge in a Pear Tree.

On the sixth day of Christmas
my true love sent to me:
six Geese a Laying
Five Golden Rings
Four Calling Birds
Three French Hens
Two Turtle Doves
and a Partridge in a Pear Tree.

On the seventh day of Christmas
my true love sent to me:
seven Swans a Swimming
Six Geese a Laying
Five Golden Rings
Four Calling Birds
Three French Hens
Two Turtle Doves
and a Partridge in a Pear Tree.

On the eighth day of Christmas
my true love sent to me:
eight Maids a Milking
Seven Swans a Swimming
Six Geese a Laying
Five Golden Rings
Four Calling Birds
Three French Hens
Two Turtle Doves
and a Partridge in a Pear Tree.

On the ninth day of Christmas
my true love sent to me:
nine Ladies Dancing
Eight Maids a Milking
Seven Swans a Swimming
Six Geese a Laying
Five Golden Rings
Four Calling Birds
Three French Hens
Two Turtle Doves
and a Partridge in a Pear Tree.

On the tenth day of Christmas
my true love sent to me:
ten Lords a Leaping
Nine Ladies Dancing
Eight Maids a Milking
Seven Swans a Swimming
Six Geese a Laying
Five Golden Rings
Four Calling Birds
Three French Hens
Two Turtle Doves
and a Partridge in a Pear Tree.

On the eleventh day of Christmas
my true love sent to me:
eleven Pipers Piping
Ten Lords a Leaping
Nine Ladies Dancing
Eight Maids a Milking
Seven Swans a Swimming
Six Geese a Laying
Five Golden Rings
Four Calling Birds
Three French Hens
Two Turtle Doves
and a Partridge in a Pear Tree.

On the twelfth day of Christmas
my true love sent to me:
twelve Drummers Drumming
Eleven Pipers Piping
Ten Lords a Leaping
Nine Ladies Dancing
Eight Maids a Milking
Seven Swans a Swimming
Six Geese a Laying
Five Golden Rings
Four Calling Birds
Three French Hens
Two Turtle Doves
and a Partridge in a Pear Tree.

mercoledì 21 dicembre 2016

Sense and sensibility

Autrice: Crystal S. Chan
Disegnatore: Po Tse
Lingua: inglese
Genere: manga / romanzo
Prima pubblicazione: agosto 2016

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Nel corso degli ultimi mesi ho letto varie trasposizioni di classici in manga della Udon, e purtroppo Sense and sensibility è quello che mi è piaciuto meno.

La storia racconta delle due eroine austeniane, le sorelle Elinor e Marianne, che, a causa della morte del padre e della successiva indifferenza del fratellastro, sono costrette, con la madre e la sorellina minore, a lasciare la casa in cui sono cresciute e a trasferirsi in un cottage nel Derbyshire.
Entrambe soffriranno per amore: la prima, a causa dei suoi sentimenti per Edward, impegnato con un'altra; la seconda, per l'affascinante ma malandrino Willoughby.


Come suggerisce il titolo, le protagoniste, ma non solo, si confronteranno con la ragione e con il sentimento, che spesso suggeriranno loro strade diverse da seguire...

Il manga si presenta bene, la storia è sicuramente curata, ma manca di appeal e di mordente: ho impiegato quasi un mese per terminarlo perché per ben due volte ho dimenticato che lo stavo leggendo!
Il risultato è piuttosto scialbo, e non aiutano i piccoli cambiamenti o le aggiunte dovuti al diverso mezzo di comunicazione, nonché alla volontà di raggiungere un ampio pubblico, fatto anche di lettori a digiuno di Jane Austen.


Riguardo al disegno, il mangaka è lo stesso di Emma, Po Tse. Alcune tavole sono molto belle, soprattutto quelle di più ampio respiro, mentre spesso Marianne o Willoughby mi hanno fatto pensare con piacere ai vecchi cartoni animati degli anni '80.


Per ammissione dello stesso mangaka, la resa grafica dei personaggi è piuttosto stereotipata: la passionale Marianne ha i capelli ricci, così come Willoughby, la cui natura disonesta è però segnalata da un occhio coperto da alcune ciocche; capelli lisci invece per la più ragionevole Elinor e per Edward, il cui volto tra l'androgino e l'infantile sottolinea il suo carattere almeno inizialmente piuttosto passivo e la sua natura sensibile.
Le sorelle Steele, in quanto "cattive" della storia, sono invece piuttosto brutte e quasi caricaturali.


Purtroppo nessuno tra i personaggi maschili è affascinante. Mi aspettavo una realizzazione visiva migliore del Colonnello Brandon, che è probabilmente il mio preferito, ma sono stata largamente delusa.
Mi è invece piaciuta molto la resa di Mrs Dashwood, che mi ha ricordato il suo corrispettivo in carne ed ossa dell'ultima serie tv della BBC, e simpatici sono stati Mrs Jennings e Sir Middleton.


Come per gli altri volumi, ho apprezzato molto gli afterwards finali dal team creativo, gli sketch dei personaggi, e soprattutto le notizie storiche, in cui si chiariscono alcuni usi e costumi dell'epoca per rendere più comprensibile il racconto e le scelte dei personaggi.

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Trama: Impulsive Marianne Dashwood and cautious Elinor are as different as two sisters could be, yet both are shattered by their father's sudden Death. Elinor's attachment to the reserved Edward Ferrars is torn asunder by family opposition and his own dark secret, while Marianne's brilliant romance with the dashing John Willoughby comes to a tumultuous end in a devastating public betrayal. Can the two sisters overcome these trials to find true, lasting happiness?

Jane Austen's beloved first novel, filled with romance, redemption and social critique, is brought to life for a modern audience in this gorgeous manga-style adaptation!

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Giudizio personale: 3/5

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domenica 18 dicembre 2016

Compulsively Mr Darcy

Autrice: Nina Benneton
Lingua: inglese
Genere: romance
Prima pubblicazione: febbraio 2012

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Compulsively Mr Darcy è un retelling in chiave moderna di Orgoglio e pregiudizio, o, per meglio dire, è un romanzo che si ispira a quello austeniano, in quanto non segue molto da vicino la vicenda originale e alcuni personaggi sono solo abbozzati.

La storia non è male, e a tratti si presenta anche piacevole e divertente, ma la sovrabbondanza di scene di sesso esplicito ad un certo punto mi ha disgustata. Se avessi voluto leggere un erotico avrei scelto altro.


In questo romanzo Elizabeth è un medico specializzato in malattie infettive e lavora come volontaria in un ospedale di Da Nang, in Vietnam. E' proprio lì che incontra Darcy, volato in Oriente per accompagnare, insieme a Charles e Caroline, gli Hurst che vogliono adottare un bambino dall'orfanotrofio gestito dai Gardiner, e di cui si occupa temporaneamente Jane.

Questa prima parte è la migliore dell'intero romanzo: mi piace la location, mi piace Elizabeth con il suo carattere solare e la sua abnegazione verso gli altri, trovo divertente il fatto che pensi che Darcy sia povero e gay, in coppia con Charles, e che la sua attrazione nei confronti dell'uomo non sarà mai ricambiata.

Le cose per i nostri protagonisti procedono piuttosto velocemente, e la coppia è riunita molto prima della metà del romanzo, a partire dalla quale cominciano le incursioni in camera da letto. O al telefono. O in bagno. O in ospedale... peraltro narrate in modo piuttosto squallido e veramente inelegante.

Le idee alla base della storia sono buone, ma sembra che l'autrice voglia fare di tutto per rovinare anche quel poco che c'è di gradevole nel romanzo.
Partiamo dai personaggi.
Il fatto che Elizabeth sia un medico è una piacevole novità, ma, soprattutto quando l'azione si sposta negli Stati Uniti, pare che tutto ciò che le abbia lasciato la sua istruzione superiore si esaurisca tra le mura dell'ospedale: Elizabeth non sa comportarsi in pubblico, non ha interessi, è a digiuno di qualsiasi nozione che non riguardi la medicina, anche dopo aver sposato un miliardario è così attenta al risparmio da rasentare il ridicolo. Il personaggio tende anche ad evidenziare tali aspetti della sua personalità con orgoglio, quasi che l'autrice voglia dirci che chiunque non sia nato nell'Upper East side non possa essere sofisticato ed elegante.


Darcy, come ci suggerisce il titolo, è affetto da un disordine ossessivo compulsivo. All'inizio del
romanzo sembra avvicinarsi al suo corrispettivo cartaceo, per i suoi modi alteri e orgogliosi e la sua attenzione nei confronti dell'amico Charles. Successivamente, l'autrice si focalizza maggiormente sul suo problema. Non si tratta di un brutto personaggio, ma a volte ho trovato il suo desiderio di controllare gli altri, e soprattutto Elizabeth, soffocante e morboso.

Jane è carina, ma compare molto poco, così come Charles, che non mi è piaciuto. Il suo essere affetto da ADHD pare esclusivamente un espediente affinché i due protagonisti principali si incontrino.
La storia tra la maggiore delle Bennet e Bingley è solo abbozzata in un paio di righe alla fine della storia.

Mr Collins è il personaggio che mi ha deluso di più. Fa purtroppo una rapidissima comparsa quale nuovo investigatore dell'orfanotrofio, ma il suo incontro con la Charlotte di turno è quasi subitaneo, così come la sua uscita di scena.

Anne de Burgh, cugina acquisita di Darcy, inizialmente non mi è dispiaciuta affatto. Piuttosto bruttina, ahimè, si rivela anche uno dei "cattivi" della storia, decisa, sotto la spinta della matrigna Catherine, a sposare Darcy e ad estromettere l'altro cugino, Fitzwilliam, dall'azienda di famiglia (secondo un ragionamento che non sembra però molto logico).


Ma ad un certo punto entra in scena il bondage. Perché? Perché raccontarmi che Anne sembra un uomo, ha i baffi, e poi descrivermi le sue foto bondage? Ma soprattutto, perché inserirlo in un romanzo del genere?
Stesso discorso per la pornografia infantile: Georgiana e Lydia sono dei personaggi così carini (soprattutto la seconda, una vivace ragazzina di sedici anni piena di vita), perché volerli "sporcare", anche se alla fine tutto si risolve per il meglio?
L'ultima parte del romanzo, quella che appunto riguarda la questione della pornografia, sembra appiccicata lì quasi a caso, avulsa dal resto della storia ormai appesantita, solo per dare a Darcy l'occasione di salvare Lydia e per inserire all'ultimo momento il personaggio di Wickham.

Tirate le somme, Compulsively Mr Darcy è un romanzo che non consiglierei, tranne che per la prima parte, piuttosto fresca ed originale.

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Trama: For anyone obsessed with Pride & Prejudice, it's Darcy and Elizabeth like you've never see them before

This modern take introduces us to the wealthy philanthropist Fitzwilliam Darcy, a handsome and brooding bachelor who yearns for love but doubts any woman could handle his obsessive tendencies. Meanwhile, Dr. Elizabeth Bennet has her own intimacy issues that ensure her terrible luck with men.

When the two meet up in the emergency room after Darcy's best friend, Charles Bingley, gets into an accident, Elizabeth thinks the two men are a couple. As Darcy and Elizabeth unravel their misconceptions about each other, they have to decide just how far they're willing to go to accept each other's quirky ways...

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Giudizio personale: 3/5

sabato 26 novembre 2016

Ghost summer: stories

Autrice: Tananarive Due
Lingua: inglese
Genere: racconti brevi / horror / paranormale
Prima pubblicazione: settembre 2015

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Ghost summer: stories è un volume che avevo richiesto dalla sezione "Comics & Graphic Novels" di NetGalley, per avere qualcosa di leggero e in tema da leggere in occasione di Halloween. E' stato quindi con disappunto che ho scoperto trattarsi invece di una cospicua antologia di racconti, che mi ha preso ben più di qualche pomeriggio di fine ottobre.

L'autrice delle storie è Tananarive Due, una scrittrice che non conoscevo, ma che sono stata felice di scoprire. Il suo stile, infatti, è scorrevolissimo e piacevole e mi ha spinto a leggere una pagina dopo l'altra anche quando il racconto mi sembrava noioso.
L'autrice è molto brava nel dare la sensazione che qualcosa (di brutto, per lo più), stia per accadere, e dà il massimo negli scenari post-apocalittici.

Spesso le storie terminano con un finale aperto, lasciandoci chiedere cosa potrebbe accadere dopo: il nonno trasformato in zombie ucciderà l'amato nipotino, o sarà quest'ultimo a sparargli? Il bimbo rimasto solo al mondo riuscirà a sopravvivere? Troverà qualcun altro come lui?
Di solito trovo questa scelta irritante e insoddisfacente, ma in questo caso credo sia piuttosto azzeccata, permeando di un ulteriore alone di mistero gli eventi, e lasciando che l'immaginazione del lettore contribuisca a rendere più o meno horror l'atmosfera.


Mi è piaciuto molto, inoltre, che la scrittrice abbia spesso usato storie di fantasmi o di eventi soprannaturali di altro genere per parlare della segregazione razziale e della paura del diverso. Tananrive Due è, infatti, un'autrice afroamericana, probabilmente la prima di cui abbia letto qualcosa, e proprio attraverso i suoi racconti mi sono accorta di quanto la mia mente fosse "impostata" su un mondo di bianchi: non ho potuto fare a meno, infatti, di immaginare la bambina di "Like daughter" con i boccoli biondi e la carnagione chiara, prima di scoprire che si trattava di una un'adorabile bimba nera con i vestiti da principessa.
Se Ghost summer: stories ha contribuito ad aprirmi un po' la mente, allora sono ben contenta di averlo letto.


Di seguito, un breve commento su ogni racconto:

- The lake: un lago misterioso in cui è proibito nuotare, un'insegnante di Boston che si scopre invece attratta dall'acqua... La descrizione del luogo, un sonnacchioso paesino americano, mi è piaciuta molto, mentre ciò che accade alla protagonista è piuttosto prevedibile.

- Summer: una strana possessione si verifica solo d'estate e solo nei confronti di bambini piccoli... Anche questo piuttosto prevedibile, ma ancora una volta belle le descrizioni e lo stile, e il fatto che ci sia un "sovvertimento" delle tradizionali regole del gioco.


- Ghost summer: un bambino è deciso a sfruttare la sua ultima estate prima dell'adolescenza per scovare finalmente dei fantasmi, ma trova ben più di quanto avesse sperato... Molto lungo e per gran parte noioso. Ci sono dei passaggi dalla prima alla terza persona che immagino saranno corretti nell'edizione definitiva.

- Free Jim's mine: una schiava e un nativo americano scappano per trovare la libertà, ma le cose non andranno come sperato... Al di là del soprannaturale, il racconto riesce a rievocare il tempo della schiavitù negli Stati Uniti, dove per alcune persone la libertà sarebbe rimasta solo un sogno.

- Knowing: una donna riesce a predire il giorno in cui le persone moriranno solo guardandole, ma in un impeto di rabbia ha fatto lo stesso con il suo bambino... Racconto molto evocativo, bellissime le cose che dice il piccolo sul senso della vita.

- Like daughter: una donna con un passato di abusi alle spalle sceglie di clonarsi, per dare a se stessa l'esistenza che avrebbe sempre voluto, ma il suo progetto finisce per rovinare più di una vita... E' il racconto che mi ha fatto pensare che leggerei volentieri un romanzo drammatico di Tananarive Due.

- Aftermoon: a New York un medico cura i problemi estetici dei licantropi... Noioso di per sé, ma  significativo per quanto riguarda la questione della diversità.

- Trial day: una bimba cerca di salvare il suo amato fratellastro ricorrendo alle arti magiche della madre... Un racconto sul razzismo e sull'anima magica degli Stati Uniti.

- Patient zero: un bimbo è tenuto in isolamento in quanto paziente zero di una malattia che sconvolgerà il mondo... Straziante, di sicuro la storia più bella.

- Safe word: in un mondo sconvolto dalla minaccia zombie, un nonno tenta di mettere in salvo l'amato nipotino... E' uno dei racconti dal finale aperto, molto commovente.

- Removal order: insieme con i due racconti successivi, fa parte di una trilogia. In un mondo stravolto da una febbre mortale, una ragazza sceglie di restare indietro nella cittadina ormai deserta per prendersi cura della nonna malata di cancro... Molto commovente.


- Herd immunity: la protagonista del racconto precedente tenta di raggiungere un posto sicuro e si imbatte in un altro viaggiatore che crede immune come lei... Il peggiore tra i tre.

- Carriers: parte finale della trilogia. Il mondo ha ormai vinto la battaglia contro l'agente patogeno che ne minacciava la sopravvivenza, ma molto male è stato fatto ai carriers quando qualsiasi cosa sembrava lecita... E' molto triste e amaro, anche se termina con un finale lieto.

- Senora suerte: l'uomo più sfortunato del mondo incontra la Fortuna... non noioso, ma nemmeno uno dei migliori.

- Vanishings: una bimba ammalata sta a poco a poco "sparendo" dalla vita... E' un racconto sulla morte, più che sul soprannaturale, mi è sembrato un po' fuori contesto.

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Trama: Whether weaving family life and history into dark fiction or writing speculative Afrofuturism, American Book Award winner and Essence bestselling author Tananarive Due’s work is both riveting and enlightening. 

In her debut collection of short fiction, Due takes us to Gracetown, a small Florida town that has both literal and figurative ghost; into future scenarios that seem all too real; and provides empathetic portraits of those whose lives are touched by Otherness. Featuring an award-winning novella and fifteen stories—one of which has never been published before—Ghost Summer: Stories is sure to both haunt and delight.

With an Introduction by Nalo Hopkinson and an Afterword by Steven Barnes.

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Giudizio personale: 3/5

domenica 13 novembre 2016

Great expectations - Manga Classics

Autrice: Crystal S. Chan
Disegnatrice: Nokman Poon
Lingua: inglese
Genere: manga / romanzo di formazione
Prima pubblicazione: maggio 2015

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Grandi speranze è un romanzo di Charles Dickens molto particolare, a tratti estremizzato, nel personaggio di Miss Havisham, ad esempio, o nei rapporti svelati alla fine tra i vari protagonisti.
Crystal S. Chan lo ha riadattato per Manga Classics con la collaborazione di Nokman Poon, che ne ha curato le tavole.

La copertina è molto bella e significativa: vi vediamo un piccolo Pip i cui abiti ne svelano la bassa condizione sociale, abbracciato da un sé adulto, abbigliato invece da gran signore; indietro Estella, mentre, tra gioielli che sembrano cadere dal cielo, due monete portano, una, l'effigie di Magwitch, e l'altra, quella di Miss Havisham, i due personaggi a causa dei quali tutto ha inizio.


Il disegno mi è piaciuto veramente molto, quasi tutti i personaggi, soprattutto i bambini, hanno il volto paffutello e dolce. Fanno eccezione proprio Magwitch e Miss Havisham, in cui il tratto più maturo e "diverso" accentua il loro essere outsider e al di sopra delle parti.
La mangaka è stata molto brava anche con i personaggi secondari, come Compeyson e Orlick, di cui ha saputo rendere, anche a livello visivo, la malvagità dell'uno e l'invidia profonda dell'altro.


La resa della storia è piacevolissima: ciò che più mi ha stupito riguardo a questo manga, è stato proprio il fatto di averlo letto in soli due giorni. Neppure Emma mi aveva preso così poco tempo! Scrivo che ciò mi ha stupito, perché Grandi speranze non è certo un romanzo leggero, e mi sarei aspettata tempi di lettura più lunghi, almeno quanto quelli di The scarlet letter.


La storia riesce a trasmettere la solitudine del piccolo Pip e la sua paura nel ritrovarsi faccia a faccia con un delinquente; la bontà di Joe e il suo dolore nel sentirsi disprezzato e rifiutato dal ragazzo che ha amato, e che ora gli appare come qualcuno che vorrebbe essergli estraneo; la follia scaturita dalla grande infelicità di Miss Havisham e il vuoto affettivo di Estella.
Il personaggio di Magwitch e le sue vicende, inoltre, sono riusciti, soprattutto alla fine della storia, a commuovermi ancora una volta.


Mi sarebbe piaciuto vedere qualcosa in più riguardo a Wemmick, ma probabilmente il fatto che le sue vicende non incidano su quelle di Pip e che lo spazio da dedicare alla storia fosse comunque limitato, non lo ha permesso. D'altronde, Wemmick è il personaggio che compare meno anche negli adattamenti per il grande e piccolo schermo.


Come negli altri volumi, anche qui, al termine della storia, troviamo alcuni chiarimenti dell'autrice, come quello riguardo il finale, ad esempio, e alcune tavole molto interessanti sullo studio dei personaggi e della cover.

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Trama: Considered to be Charles Dickens' finest novel, Great Expectations has it all: romance, mystery, comedy, and unforgettable characters woven through a gripping rags-to-riches tale. 
featuring gorgeous artwork that brings this timeless classic to life like never before, Dickens's compelling cast and sweeping story are perfectly captured in this brilliant manga adaptation.

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Giudizio personale: 5/5



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sabato 5 novembre 2016

Harry Potter e l'Ordine della Fenice

Autrice: J.K. Rowling
Titolo originale: Harry Potter and the Order of the Phoenix
Volume: 5 di 7
Lingua: italiano
Genere: fantasy
Prima pubblicazione: ottobre 2003

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Harry Potter e l'Ordine della Fenice è il quinto volume della serie creata da J.K. Rowling sulle (dis)avventure del maghetto Harry e dei suoi amici.
Come sempre, lo stile è molto scorrevole e mi ha tenuto incollata alle pagine, nonostante questo sia, secondo me, il libro più ansiogeno e cupo che la scrittrice abbia dedicato ai tre studenti di Hogwarts e al loro mondo.

La storia si apre, come di consueto, a Privet Drive, in cui un annoiato quanto arrabbiato Harry Potter sta passando l'estate a casa dei poco amorevoli zii Vernon e Petunia e del viziato ed insopportabile cugino Dudley. Il ragazzo si sente abbandonato dagli amici e da Silente, rei di averlo lasciato per settimane all'oscuro di quanto sta davvero accadendo nel mondo invisibile ai babbani. Il clima è così soffocante e spiacevole che risulta commovente la scena in cui una "squadra" composta, tra gli altri, da Malocchio Moody e dalla "new entry" Ninfadora Tonks, arriva per portare via Harry, facendolo sentire di nuovo ben accetto, amato e protetto.


La scena si sposta quindi in una nuova location, la casa di Sirius Black al numero 12 di Grimmauld Place. Le descrizioni sono sempre bellissime ed evocative, basti solo pensare al quadro urlante della signora Black o ai ninnoli ritrovati in giro per casa.
Anche qui, però, l'atmosfera è tutt'altro che serena, tra gli screzi tra i membri dell'ordine della Fenice, la frattura all'interno della famiglia Weasley e l'elfo domestico Kreacher, che porta sulla testa un enorme segnale di pericolo che pare nessuno riesca a vedere.

Le cose peggiorano ad Hogwarts, visto da sempre da Harry come il luogo per eccellenza in cui essere felici e accolti. La politica entra a grandi passi nella storia, e il Ministero della Magia comincia a legiferare nella scuola. I temi, in questo caso, sono piuttosto adulti: il Ministro della magia Caramell (perché dare un nome così "dolce" - il inglese è "Fudge" - a un personaggio così odioso?!) cambia volto alla scuola per proteggere la sua carriera da eventuali colpi di mano di Silente.
Sua arma più pronta e disponibile è Dolores Umbridge, uno dei personaggi più malvagi e meschini che mi sia mai capitato di incontrare.
Le sue punizioni ai ragazzi sono da denuncia, e le sue intromissioni nel lavoro degli altri insegnanti fastidiose e intollerabili.
Con lei e i suoi Decreti Didattici il senso di ingiustizia che si respira nella storia raggiunge l'apice.
Avrei preferito meno malvagità, o magari azioni più subdole per punire solo determinati ragazzi, piuttosto che una così chiara e aperta parzialità nei confronti delle Case. Credo che la cattiveria del personaggio sia eccessiva, quasi incredibile. Tuttavia, a ben guardare cosa stava accadendo in una parte del mondo mentre leggevo il libro, mi sono anche chiesta se l'autrice, con la Umbridge e il Ministero e la scuola imbavagliata e derubata della sua indipendenza, non volesse rappresentare, pur se molto semplicisticamente,  alcune situazioni, ahimè purtroppo possibili e reali.


Il combattimento finale mi è piaciuto molto, anche se disgraziatamente ogni volume della saga di Harry Potter pare debba concludersi con un lutto.

In particolare, la morte di uno dei personaggi mi è sembrata l'effetto finale della mancanza di comunicazione che pervade tutta la storia: gli adulti non spiegano ad Harry cosa stia succedendo e quali pericoli potrebbe correre; Silente non gli dice perché siano così importanti le lezioni di Occlumanzia con Piton; Sirius non gli rivela che l'oggetto che gli regala potrebbe aiutarli a mettersi facilmente in comunicazione.

Per quanto riguarda i personaggi, l'Harry di questo volume è difficile da amare. E' un adolescente che si ritrova in una situazione difficile, sbeffeggiato ed insultato da chi non crede alla sua storia sul ritorno di Voldemort; abbandonato, secondo la sua percezione, dal preside Silente; sottoposto alle ingiustizie della Umbridge e all'orribile consapevolezza di aver avuto un padre bullo da ragazzino. Benché la sua rabbia sia quindi giustificata, l'ho trovato un personaggio duro da sopportare e che, almeno per il momento, non sembra maturare.
Hermione, che ho sempre apprezzato, verso la fine della storia mi è sembrata troppo rigida e fastidiosa (anche se, come al solito, aveva ragione), mentre mi è piaciuta la piccola Ginny Weasley, molto maturata.
La nuova conoscenza Luna Lovegood è davvero adorabile, e spero dimostrerà di valere molto più di quanto sembri.


Sbirciare nei ricordi del professor Piton ci ha poi permesso di scoprire due cose: il padre di Harry da ragazzino era un vero e proprio bullo, e Severus è un adulto che non ha mai superato i traumi della sua adolescenza. Sin dal primo volume mi sono sempre chiesta come possa un adulto vendicarsi di una persona del suo passato maltrattandone il figlio. Mi sembra immaturo, inutile e crudele.
Assistere al comportamento di James Potter è stata poi una vera delusione, e il fatto che fosse "solo un ragazzino, ma in fondo era una brava persona" non è una giustificazione. Il bullismo non ne ha mai.

Sul versante professori, ho adorato il modo in cui la McGrannitt è riuscita a tenere testa alla Umbridge (ma d'altronde adoro sempre la McGrannitt), mentre mi è spiaciuto che il personaggio di Silente sia stato così defilato (altro indizio che sin dal principio non prometteva nulla di buono); non ho apprezzato, invece, la storia del fratello di Hagrid: mi ha piuttosto annoiata.


I temi affrontati sono alquanto attuali - il potere dei mezzi di comunicazione, la discriminazione del diverso, la prepotenza dei regimi dittatoriali - e rendono Harry Potter un romanzo dai vari livelli di lettura che, al di là di qualche stereotipo (incarnato alla perfezione, secondo me, da Draco Malfoy) o esagerazione (la Umbridge), può rivelarsi interessante anche per un pubblico adulto.

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Seconda di copertina: Il quarto volume delle avventure di Harry Potter ci ha lasciato con il fiato sospeso: Lord Voldemort è tornato.
Che cosa succederà ora che l'Oscuro Signore è di nuovo in possesso dei suoi terrificanti poteri? Quanta morte e distruzione seminerà nel tentativo di riprendere il dominio del mondo?
Sono le stesse domande che si pone Harry Potter, disperatamente segregato – come tutte le estati – nella casa dei suoi zii Babbani, lontano dal mondo magico che gli appartiene.
Ma qualcosa è cambiato anche in lui.
Ormai quindicenne, lo ritroviamo divorato dalla frustrazione, dalla rabbia e dalle ansie tipiche della sua età.
In uno dei libri più attesi nella storia della letteratura, J.K. Rowling non cessa di stupirci. Tessendo un'altra stupefacente trama, riesce questa volta a dar voce alle inquietudini dell'adolescenza, ad arricchire il suo già mirabolante universo di nuove creature e nuovi indimenticabili personaggi, e anche a metterci in guardia contro la stupidità del potere e di chi lo usa per combattere il talento, il coraggio, la fantasia e la diversità.

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Giudizio personale: 4/5

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Volumi precedenti:
- Harry Potter e la pietra filosofale
- Harry Potter e la camera dei segreti
- Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
- Harry Potter e il calice di fuoco

sabato 22 ottobre 2016

Emma - Manga Classics

Autrice: Crystal S. Chan
Disegnatore: Po Tse
Lingua: inglese
Genere: manga / romanzo
Prima pubblicazione: maggio 2015

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Emma di Crystal S. Chan, illustrato da Po Tse, è un adattamento in formato manga dell'omonimo romanzo di Jane Austen. Nonostante non sia perfetto, mi è piaciuto davvero molto; con il senno di poi, anche più di quello di Yoko Hanabusa.
Il romanzo originale è il più lungo di tutta la produzione austeniana, e questo permette di avere un manga molto corposo, di ben 312 pagine.


La storia viene seguita abbastanza fedelmente, anche se vi sono troppi indizi riguardo al rapporto tra Jane e Frank, e qualche piccola libertà (Emma che indossa un inguardabile abito "della nonna" al ballo al Corona), che spesso è utile per chiarire un evento o i rapporti tra i personaggi.
Tra questi, trovo che Emma sia abbastanza ben caratterizzata, mentre Mr Knightley, per ammissione dello stesso Po Tse, è più rude del suo corrispettivo cartaceo.
Mi è piaciuta molto Augusta Elton, volgare, presuntuosa e insensibile al punto giusto (anche se il suo "cara sposa" avrebbe dovuto essere "caro sposo"), e la dolce e delicata Jane.
Purtroppo poco spazio è riservato a Miss Bates, un personaggio più sfaccettato e interessante di quello che sembri a prima vista. Proprio per questo motivo, credo che la gita a Box Hill e le sue conseguenze siano probabilmente gli unici eventi trattati in modo insoddisfacente: troppo repentino il ritorno alla normalità del rapporto dell'anziana donna con Emma, mentre il cambiamento di questa (che deve proprio ai fatti di Box Hill l'influenza maggiore) risulta troppo sotterraneo, e forse la sua portata potrebbe sfuggire a chi non ha letto il romanzo.


Per quanto riguarda il disegno, i grandi occhioni di Emma o il volto di Harriet fanno immediatamente pensare allo stile anni '80, quello che fu di Candy Candy o Georgie, ma le figure si fanno invece spigolose e si sviluppano in altezza, soprattutto nei personaggi maschili, Knightley ed Elton in testa. Ne è immune, invece, probabilmente per la sua età e il suo carattere, che tanto lo distanziano dagli altri, Frank Churchill, vero tributo a quello stile.
Molto bella Jane, il personaggio preferito dal mangaka, mentre avrei preferito che Emma fosse più carina.


Interessanti i character model sheets inframmezzati, tavole che, appunto, recano i modelli dei vari personaggi, nonché le pagine finali, in cui si pone l'accento su alcuni particolari (Emma che accetta finalmente i biscotti della Bates a significare che finalmente ha accettato la donna) ed in cui il disegnatore ci spiega come ha creato i vari personaggi.


Questa trasposizione di Emma ha il pregio di essere una lettura emozionante ed avvincente anche per coloro che già conoscono bene la storia originale; è impegnativo quanto basta per risultare interessante ad un pubblico adulto, ma anche molto divertente, ed ho pensato più volte che sarebbe perfetto se utilizzato come narrativa straniera alle scuole medie o durante i primi anni delle superiori.

La copertina, purtroppo, è piuttosto bruttina.

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Trama: Just in time for the 200th Anniversary, Manga Classics: Emma brings Jane Austen's classic tale of youthful folly and romantic exuberance to a modern audience with this beautiful, new manga adaptation. The impulsive match-making of Emma Woodhouse delivers both humor and heartache through the gorgeous artwork of manga-ka Po Tse (Manga Classics: Pride and Prejudice).
Manga Classics editions feature classic stories, faithfully adapted and illustrated in manga style, and available in both hardcover and softcover editions. 
Proudly presented by UDON Entertainment and Morpheus Publishing.


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Giudizio personale: 4/5

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domenica 9 ottobre 2016

Boy, 9, missing

Autore: Nic Joseph
Lingua: inglese
Genere: mystery
Prima pubblicazione: settembre 2016

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Boy, 9, missing, è un romanzo la cui trama mi aveva davvero affascinato: ventitré anni prima degli eventi narrati, durante una cena tra amici, un bambino di nove anni morì misteriosamente nella vasca da bagno, in solo pochi centimetri d'acqua. Non si seppe mai cosa fosse realmente successo, ma i genitori del piccolo, e buona parte dell'opinione pubblica, incolparono l'altro bambino presente quella sera, Sam, che non aprì mai bocca sull'accaduto. Dopo più di due decenni, la città è scossa dalla scomparsa di un altro piccolo di nove anni, Matthew, che si rivela essere proprio l'unico figlio di Sam...

Le premesse per un buon mystery c'erano tutte, eppure il romanzo non poteva deludermi di più.
Sin dall'inizio appare chiaro che purtroppo la storia risulterà inverosimile e a tratti ridicola, a cominciare dal primo incontro del protagonista Francis con la madre del piccolo scomparso, Miranda, e le improvvise apparizioni di quest'ultima sempre alle costole dell'uomo.

Nessuno dei personaggi risulta simpatico, ed in primis proprio Francis, fratello del bambino morto che si propone di ritrovare il piccolo Matt e il suo stesso padre, accusato del rapimento. Sembra che non sappia far altro che aprire la bocca per poi non emettere alcun suono, nonché essere avventato e cacciarsi in guai degni di un poliziesco di infima categoria.

I dialoghi sono spesso imbarazzanti, così come le battute del colpevole, tipiche del "cattivo" dei telefilm anni '80.
Per non parlare del "laboratorio segreto" della dottoressa Christine, con tanto di esperimenti illegali e parola d'ordine alla porta...

L'autore pensa bene di aggiungere alla storia uno stereotipato rapporto padre-figlia, una preside pedofila e una prevedibile quanto superficiale storia d'amore.
Il risultato è davvero pessimo, e probabilmente Boy, 9, missing, si aggiudicherà lo scettro di peggior romanzo letto quest'anno, e probabilmente anche degli ultimi cinque.
Ed è un peccato, perché di sicuro l'autore è capace di fare molto meglio, visto che i pochissimi capitoli in cui viene raccontata la storia del piccolo Sam - nella finzione, estrapolati dal taccuino di una giornalista - sono veramente bellissimi e a tratti commoventi, capaci di far sentire al lettore tutto il dolore di un bambino solo e taciturno con la passione per le marionette piuttosto che per il calcio.
Queste digressioni e l'identità del colpevole, a cui non avevo pensato, sono purtroppo le uniche lance a favore che possa spezzare per un romanzo piuttosto scadente, di cui davvero non mi spiego le innumerevoli recensioni favorevoli.

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Trama: In the tradition of Defending Jacob or Drowning Ruth, this is a suspenseful debut that explores the ramifications of revenge, justice, and the aftermath of a terrible night in the lives of two families.

It should have been just a quiet evening with friends. But Francis lost his brother that night in what was ruled a tragic accident. He's tried to move on in the last twenty-three years, even though his father certainly hasn't. Indeed, his father still blames the lone witness, Sam, the nine-year-old son of friends. Perhaps if Sam would have just said something, anything, about what happened that night, but Sam still seems unable-or unwilling-to utter a word about the accident.

And now, twenty-three years later, Sam's own nine-year-old son has disappeared.

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Giudizio personale: 2/5