Autrice: Arianna Cecconi
Lingua: italiano
Genere: romanzo
Prima pubblicazione: gennaio 2020
Da dieci anni Teresa non parla e non si muove, ma, coricata in un letto al centro del salotto, partecipa a suo modo alla vita quotidiana della "casa del fico". Quando il medico annuncia che la matriarca sta per andarsene, le figlie, la nipote, la cugina e la badante peruviana si stringono attorno la lei.
La casa diventa così quasi una bolla avulsa dal mondo, in cui le donne di famiglia - che "finisce con la a perché è femmina" - ripercorrono i sentieri più accidentati delle proprie vite e si liberano finalmente dalle paure e dalle proprie catene.
Teresa degli oracoli è romanzo che gioca abilmente con vari piani temporali e ci restituisce una storia che definire saga familiare è troppo, ma che ci si avvicina, raccontando l'origine della famiglia, dal matrimonio non desiderato di Teresa, ai rimpianti della nipote Nina, voce narrante.
A questo proposito, il fatto che la donna chiami per nome gli altri personaggi, e non "nonna", "mamma", "zia" - certo per rendere la storia più scorrevole - sembra abbastanza innaturale e qualche volta non mi ha permesso di calarmi completamente nella storia.
Tutte le donne, proprio come la matriarca immobile nel proprio letto, sono bloccate all'interno della propria vita: Rusì è stata testimone delle conseguenze della guerra, e poi il caso ha distrutto il suo sogno d'amore, rendendola incapace di vivere nel mondo; Irene ha seguito il proprio cuore, ma si ritrova sola, con addosso la necessità di muoversi e spostarsi; Flora ha pagato a caro prezzo la chiusura mentale e la malvagità altrui; Pilar ha abbandonato da anni il proprio paese e i propri figli e continua a portare ogni giorno un pezzettino delle proprie tradizioni nella casa del fico; Nina, dopo alcune scelte difficili, è come pietrificata, anche nel corpo.
Tutte queste donne si ritrovano insieme nella casa del fico, in cui per qualche giorno creano un bozzolo, come quello appeso al letto di Teresa, come quelli che lavorava suo marito.
Attraverso sogni, ricordi e segreti finalmente svelati, ognuna di loro cerca, per quanto possibile, di liberarsi da timori e sensi di colpa e di riappropriarsi della propria vita per andare finalmente avanti.
Il romanzo mi è piaciuto molto, tuttavia verso la fine mi è sembrato che si calcasse troppo la mano sugli aspetti "magici" dell'esistenza delle donne.
Mi sono commossa nel leggere di questa nonna che, nonostante avesse vissuto una vita che non aveva scelto, aveva fatto del proprio meglio per far sentire amati coloro che la circondavano, e ne è una prova il fatto che, negli ultimi giorni della sua vita, si trovi circondata da donne che non possono far altro che ricordarla con affetto - e che l'hanno amata ed accudita durante i dieci, lunghi anni, in cui tutto di lei, tranne il corpo, era già andata via -.
Mi è dispiaciuto per il suo matrimonio poco felice e per la solitudine di Irene, mi si è spezzato il cuore all'idea delle vite non vissute di Rusì e Flora; per quell'unico momento di felicità che, solo, era riuscito a sostenere Teresa per tutta la vita, e per il desiderio di Pilar per la propria, amatissima terra, per la sua impossibilità di veder crescere i figli.
Avrei letto ancora e ancora aneddoti riguardo a tutte loro, soprattutto Teresa, Rusì e Pilar.
Il romanzo si chiude con un grande, corale messaggio di speranza, eppure non ho potuto fare ameno di pensare che la storia ci abbia detto anche questo: che il tempo non lo si recupera, che le vite non vissute non godono di nessun riscatto, che ciò che perdiamo non potremo mai più riaverlo indietro.
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La copertina: mi piace l'illustrazione di nonna Teresa che lavora a maglia quella che è - immagino - la metafora della storia della sua famiglia, nonché la scelta di utilizzare una gamma di colori molto ristretta.
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Quarta di copertina: Teresa custodisce da sempre un segreto da tutta la vita e per questo, quando intuisce che la sua memoria inizia a fare acqua come un colino, decide di sdraiarsi nel letto e restarci, zitta e immobile. Per dieci anni, non si alzerà più. Ma le figlie Irene e Flora, la cugina Rusì, la badante Pilar e Nina, la nipote, non sono disposte a rinunciare a lei: spostano il letto al centro del salotto, al cuore di una famiglia - che è donna perché finisce con la "a" - diversa da tutte le altre. C'è infatti Irene, che è nata con ai piedi dodici dita, e Pilar, che sa distinguere i sogni che nascono da dentro e quelli che arrivano da fuori; c'è chi come Rusì dorme con una torcia da minatore sulla fronte, e chi di nascosto appende bachi da seta al letto di Teresa. E ognuna di loro, per paura, senso di colpa o incapacità ad abbandonarsi al proprio futuro, vive a metà. Fino al giorno in cui, richiamate dalle preoccupazioni del medico, tutte si stringono attorno a quel letto per vegliare la matriarca. Nella condivisione e nei silenzi si aprono a poco a poco spiragli: Teresa li asseconda rivelando, notte dopo notte, quattro oracoli che aiutano le donne a sciogliere i nodi che limitano le loro esistenze. Così, forse, Teresa potrà finalmente liberare se stessa.
In Teresa degli oracoli la scrittura di Arianna Cecconi dà vita a un immaginario al contempo realistico e magico, che ci scuote nel riso e nella commozione, scavando al fondo dei nostri segreti.
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Rating: 4/5