domenica 24 ottobre 2021

Teresa degli oracoli


Autrice: Arianna Cecconi

Lingua: italiano

Genere: romanzo

Prima pubblicazione: gennaio 2020





Da dieci anni Teresa non parla e non si muove, ma, coricata in un letto al centro del salotto, partecipa a suo modo alla vita quotidiana della "casa del fico". Quando il medico annuncia che la matriarca sta per andarsene, le figlie, la nipote, la cugina e la badante peruviana si stringono attorno la lei.

La casa diventa così quasi una bolla avulsa dal mondo, in cui le donne di famiglia - che "finisce con la a perché è femmina" - ripercorrono i sentieri più accidentati delle proprie vite e si liberano finalmente dalle paure e dalle proprie catene.

Teresa degli oracoli è romanzo che gioca abilmente con vari piani temporali e ci restituisce una storia che definire saga familiare è troppo, ma che ci si avvicina, raccontando l'origine della famiglia, dal matrimonio non desiderato di Teresa, ai rimpianti della nipote Nina, voce narrante.
A questo proposito, il fatto che la donna chiami per nome gli altri personaggi, e non "nonna", "mamma", "zia" - certo per rendere la storia più scorrevole - sembra abbastanza innaturale e qualche volta non mi ha permesso di calarmi completamente nella storia.

Tutte le donne, proprio come la matriarca immobile nel proprio letto, sono bloccate all'interno della propria vita: Rusì è stata testimone delle conseguenze della guerra, e poi il caso ha distrutto il suo sogno d'amore, rendendola incapace di vivere nel mondo; Irene ha seguito il proprio cuore, ma si ritrova sola, con addosso la necessità di muoversi e spostarsi; Flora ha pagato a caro prezzo la chiusura mentale e la malvagità altrui; Pilar ha abbandonato da anni il proprio paese e i propri figli e continua a portare ogni giorno un pezzettino delle proprie tradizioni nella casa del fico; Nina, dopo alcune scelte difficili, è come pietrificata, anche nel corpo.


Tutte queste donne si ritrovano insieme nella casa del fico, in cui per qualche giorno creano un bozzolo, come quello appeso al letto di Teresa, come quelli che lavorava suo marito.
Attraverso sogni, ricordi e segreti finalmente svelati, ognuna di loro cerca, per quanto possibile, di liberarsi da timori e sensi di colpa e di riappropriarsi della propria vita per andare finalmente avanti.

Il romanzo mi è piaciuto molto, tuttavia verso la fine mi è sembrato che si calcasse troppo la mano sugli aspetti "magici" dell'esistenza delle donne.
Mi sono commossa nel leggere di questa nonna che, nonostante avesse vissuto una vita che non aveva scelto, aveva fatto del proprio meglio per far sentire amati coloro che la circondavano, e ne è una prova il fatto che, negli ultimi giorni della sua vita, si trovi circondata da donne che non possono far altro che ricordarla con affetto - e che l'hanno amata ed accudita durante i dieci, lunghi anni, in cui tutto di lei, tranne il corpo, era già andata via -.
Mi è dispiaciuto per il suo matrimonio poco felice e per la solitudine di Irene, mi si è spezzato il cuore all'idea delle vite non vissute di Rusì e Flora; per quell'unico momento di felicità che, solo, era riuscito a sostenere Teresa per tutta la vita, e per il desiderio di Pilar per la propria, amatissima terra, per la sua impossibilità di veder crescere i figli.
Avrei letto ancora e ancora aneddoti riguardo a tutte loro, soprattutto Teresa, Rusì e Pilar.

Il romanzo si chiude con un grande, corale messaggio di speranza, eppure non ho potuto fare  ameno di pensare che la storia ci abbia detto anche questo: che il tempo non lo si recupera, che le vite non vissute non godono di nessun riscatto, che ciò che perdiamo non potremo mai più riaverlo indietro.

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La copertina: mi piace l'illustrazione di nonna Teresa che lavora a maglia quella che è - immagino - la metafora della storia della sua famiglia, nonché la scelta di utilizzare una gamma di colori molto ristretta.

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Quarta di copertina: Teresa custodisce da sempre un segreto da tutta la vita e per questo, quando intuisce che la sua memoria inizia a fare acqua come un colino, decide di sdraiarsi nel letto e restarci, zitta e immobile. Per dieci anni, non si alzerà più. Ma le figlie Irene e Flora, la cugina Rusì, la badante Pilar e Nina, la nipote, non sono disposte a rinunciare a lei: spostano il letto al centro del salotto, al cuore di una famiglia - che è donna perché finisce con la "a" - diversa da tutte le altre. C'è infatti Irene, che è nata con ai piedi dodici dita, e Pilar, che sa distinguere i sogni che nascono da dentro e quelli che arrivano da fuori; c'è chi come Rusì dorme con una torcia da minatore sulla fronte, e chi di nascosto appende bachi da seta al letto di Teresa. E ognuna di loro, per paura, senso di colpa o incapacità ad abbandonarsi al proprio futuro, vive a metà. Fino al giorno in cui, richiamate dalle preoccupazioni del medico, tutte si stringono attorno a quel letto per vegliare la matriarca. Nella condivisione e nei silenzi si aprono a poco a poco spiragli: Teresa li asseconda rivelando, notte dopo notte, quattro oracoli che aiutano le donne a sciogliere i nodi che limitano le loro esistenze. Così, forse, Teresa potrà finalmente liberare se stessa.
In Teresa degli oracoli la scrittura di Arianna Cecconi dà vita a un immaginario al contempo realistico e magico, che ci scuote nel riso e nella commozione, scavando al fondo dei nostri segreti.

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Rating: 4/5

martedì 12 ottobre 2021

Le sette morti di Evelyn Hardcastle (audiolibro)


Autore: Stuart Turton

Lingua: italiano

Titolo originale: The seven deaths of Evelyn Hardcastle

Genere: mystery / fantasy

Prima pubblicazione: ottobre 2019

Voce narrante: Alessandro Castellucci


Aiden si sveglia ogni mattina a Blackheath House, per vivere lo stesso giorno, ma in corpi diversi. Il suo scopo è scoprire l'assassino di Evelyn Hardcastle, e liberarsi finalmente del gioco macabro nel quale sembra intrappolato. Non conserva nessun ricordo della sua vera identità o della sua vita precedente, ma di una cosa è certo: farà di tutto per salvare anche Anna  - chiunque lei sia -, anche se, a quanto pare, le regole del gioco non permettono che ci siano due vincitori...

Le sette morti di Evelyn Hardcastle è uno di quei romanzi, come L'uomo che voleva uccidermi, di cui, credo, la lettura del cartaceo risulterebbe più soddisfacente rispetto all'ascolto dell'audiolibro.
La storia è troppo lunga, spesso troppo tortuosa, e qualche volta durante l'ascolto mi sono distratta; i nomi degli innumerevoli personaggi e le distinzioni tra questi si ricorderebbero meglio leggendoli, piuttosto che ascoltandoli (mi è capitato più volte, soprattutto verso la fine, di confondere due degli invitati a Blackheath o di pensare erroneamente che fossero la stessa persona).

Di certo l'idea alla base della trama è geniale, in buone mani ne verrebbe fuori un film interessante.
Lo stile è tra i migliori in cui mi sia mai imbattuta, chiaro, ricco, mai ridondante.
L'ambientazione della storia è intrigante: Blackheat è stata una dimora splendida, lussuosa, ma in seguito ad un luttuoso avvenimento è stata lasciata alla decadenza e alla rovina. Il suo risveglio avviene grazie ad una festa, a cui i proprietari hanno invitato, oltre a qualche nuova conoscenza, tutti gli amici che si trovavano in quello stesso luogo nel giorno della tragedia.
Gli uomini nel cui corpo Aiden si trova a vivere uno degli otto giorni previsti dal gioco - prima del default e di un nuovo inizio -, sono tutti diversi per caratteristiche fisiche e soprattutto psicologiche, ed è interessante che il protagonista non possa fare a meno di assimilarne qualcuna, a volte risultando svantaggiato da una mole troppo possente o da un carattere troppo irascibile, altre approfittando di una mente particolarmente acuta o di un occhio piuttosto attento. 

L'indagine per scoprire l'assassino di Evelyn riserva più di una sorpresa, eppure alla fine ho trovato noiosa e banale la scena in cui il personaggio colpevole spiega per filo e per segno cosa è accaduto e perché, così come la sua personalità, ovvero quel misto di malvagità e pazzia già visto e rivisto innumerevoli volte.
L'entrata in scena di Lacrima d'argento, l'accenno ai superiori, il motivo del gioco, hanno tutti contribuito a rendere meno affascinante la trama, a cui avrebbe invece giovato che alcuni aspetti fossero rimasti vaghi e in cui il motivo della presenza di Annabel a Bleackheat mi è parso un improvviso e spiacevole ritorno alla realtà, così stridente con l'ambientazione e il tempo in cui sembrano vivere gli invitati alla festa.

Ho apprezzato il tema del perdono, delle seconde possibilità, e il fatto che chi siamo non è da ascrivere alle situazioni in cui veniamo a trovarci, ma alle nostre scelte e alla volontà di non cedere alla parte peggiore di noi.

La voce narrante: ottima. Alessandro Castellucci non solo legge in modo encomiabile, ma riesce a dare ad ogni personaggio una intonazione diversa, tanto che quasi sempre - ed è una vera fortuna, in una storia con così tanti attori - si può capire chi di loro stia parlando.

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La copertina: interessante, ha contribuito a rendermi curiosa rispetto al contenuto del romanzo. Bello il colore dominante e il disegno simile ad un pop-up con diversi personaggi, che fa pensare a un gioco di ruolo, nocciolo, anche se in una versione "particolare", dell'intera storia.

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Trama: Blackheath House è una maestosa residenza di campagna cinta da migliaia di acri di foresta, una tenuta enorme che, nelle sue sale dagli stucchi sbrecciati dal tempo, è pronta ad accogliere gli invitati al ballo in maschera indetto da Lord Peter e Lady Helena Hardcastle. Gli ospiti sono membri dell’alta società, ufficiali, banchieri, medici ai quali è ben nota la tenuta degli Hardcastle. Diciannove anni prima erano tutti presenti al ricevimento in cui un tragico evento – la morte del giovane Thomas Hardcastle – ha segnato la storia della famiglia e della loro residenza, condannando entrambe a un inesorabile declino. Ora sono accorsi attratti dalla singolare circostanza di ritrovarsi di nuovo insieme, dalle sorprese promesse da Lord Peter per la serata, dai costumi bizzarri da indossare, dai fuochi d’artificio. Alle undici della sera, tuttavia, la morte torna a gettare i suoi dadi a Blackheath House. Nell’attimo in cui esplodono nell’aria i preannunciati fuochi d’artificio, Evelyn, la giovane e bella figlia di Lord Peter e Lady Helena, scivola lentamente nell’acqua del laghetto che orna il giardino antistante la casa. Morta, per un colpo di pistola al ventre. Un tragico decesso che non pone fine alle crudeli sorprese della festa. L’invito al ballo si rivela un gioco spietato, una trappola inaspettata per i convenuti a Blackheath House e per uno di loro in particolare: Aiden Bishop. Evelyn Hardcastle non morirà, infatti, una volta sola. Finché Aiden non risolverà il mistero della sua morte, la scena della caduta nell’acqua si ripeterà, incessantemente, giorno dopo giorno. E ogni volta si concluderà con il fatidico colpo di pistola. La sola via per porre fine a questo tragico gioco è identificare l’assassino. Ma, al sorgere di ogni nuovo giorno, Aiden si sveglia nel corpo di un ospite differente. E qualcuno è determinato a impedirgli di fuggire da Blackheath House...

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Rating: 3,5/5
Voce narrante: 5/5