Autrice: Arundhati Roy
Titolo originale: The God of small things
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Il dio delle piccole cose ha indubbiamente un linguaggio innovativo ed accattivante, ed è ottimamente costruito, tuttavia a me non è piaciuto granché.
Le ripetizioni mi hanno dato fastidio, così come quel presagire di continuo un'imminente disgrazia... quest'ultimo punto, soprattutto, non mi ha permesso di godermi a dovere un libro interessante, che permette di conoscere la quotidianità di un paese così lontano, in cui ogni personaggio è vivo e palpitante, capace di emozionare, far arrabbiare e intenerire.
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Giudizio personale: 2/5
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Quarta di copertina: India, fine anni Sessanta: le vicende di una famiglia si intrecciano con una storia d'amore che entra in conflitto con le convenzioni. In un Paese dove esistono ancora gli intoccabili e le leggi non scritte continuano a governare il destino di una donna, una vicenda d'amore socialmente inaccettabile diventa luogo di una tragedia, punto d'incrocio di molte e contrastanti aspirazioni, specchio di una verità che riguarda tutti.
"Questo libro non assomiglia a nessun altro, a cominciare dalla lingua... è magistralmente costruito: un'architettura di piccoli eventi, cose ordinarie, frammentate e poi rimesse insieme, impregnate di significati nuovi..." L'ESPRESSO
"Un grande affresco dai colori preziosi, antichi, appassionati e dolenti" IL MANIFESTO
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Giudizio personale: 2/5
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Quarta di copertina: India, fine anni Sessanta: le vicende di una famiglia si intrecciano con una storia d'amore che entra in conflitto con le convenzioni. In un Paese dove esistono ancora gli intoccabili e le leggi non scritte continuano a governare il destino di una donna, una vicenda d'amore socialmente inaccettabile diventa luogo di una tragedia, punto d'incrocio di molte e contrastanti aspirazioni, specchio di una verità che riguarda tutti.
"Questo libro non assomiglia a nessun altro, a cominciare dalla lingua... è magistralmente costruito: un'architettura di piccoli eventi, cose ordinarie, frammentate e poi rimesse insieme, impregnate di significati nuovi..." L'ESPRESSO
"Un grande affresco dai colori preziosi, antichi, appassionati e dolenti" IL MANIFESTO
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