sabato 2 novembre 2013

1Q84 - Libro 3

Autore: Haruki Murakami
Titolo originale: 1Q84
Volume: 2 di 2
Libro: 3 di 3 - Ottobre-Dicembre

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[attenzione: SPOILER]

Mi spiace molto di non aver avuto tempo di scrivere le mie impressioni su questo libro quando l'ho terminato, qualche settimana fa, perché ne ero davvero entusiasta, e di certo avrei trovato parole più adatte.
Mi è sembrato veramente bellissimo, ancora migliore del volume che lo ha preceduto.

Molti aspetti della storia sono diventati più chiari, e la trama si è focalizzata molto sull'incontro tra Tengo e Aomame, a lungo desiderato, ma impedito per l'uno o l'altro motivo. Di sicuro non si tratta di nulla di originale, ma altrettanto sicuramente ciò tiene ben incollato il lettore alle pagine.

Come ho già scritto per i Libri 1 e 2, probabilmente non è la storia in sé a rendere 1Q84 un romanzo splendido (un "classico contemporaneo" ho letto in più di una occasione, e non posso che essere d'accordo), ma lo stile di scrittura, che ha davvero qualcosa di particolare, che credo di non aver riscontrato in nessun altro libro.

Ci sono certamente degli elementi che potrebbero far storcere un po' il naso a noi occidentali (come, ad esempio, tutta la questione della gravidanza di Aomame, per la quale ho dovuto spingere la mia sospensione dell'incredulità al massimo grado), ma ve ne sono altri assolutamente affascinanti, come il padre di Tengo che, dal suo letto in casa di riposo, incosciente, continua a bussare alle porte per riscuotere il canone dell'NHK, o della madre dello stesso protagonista, che torna nella sua vita come l'infermiera Adachi Kumi, e d'improvviso ci rendiamo conto che non ha importanza chi l'abbia uccisa e perché.

Uno dei temi più rilevanti di quest'ultima parte, o, forse, il tema, è l'amore tra Aomame e Tengo, che non hanno contatti da quando erano bambini, eppure si amano profondamente, si cercano, e sono l'uno per l'altra l'unica possibilità di salvezza da una solitudine che, altrimenti, li annienterebbe. Le loro vite convergono proprio grazie all'anno 1Q84, questa sorta di stravolgimento del tempo e dello spazio in cui tutto, anche ciò che rischia di ucciderli o perderli per sempre, contribuisce alla fine ad avvicinarli e renderli felici.  

Ho letto in più occasioni che alcune persone hanno trovato il finale di questo romanzo scontato, ma credo che fosse l'unico possibile, l'unico a cui tendesse la storia sin dalla prima parola, ed, inoltre, l'unico che desiderassi come lettrice, dopo essermi affezionata ai personaggi, aver empatizzato con loro e tremato per la loro sorte. Certo, mi sono anche arrabbiata con l'autore, soprattutto per i primi mancati incontri sullo scivolo; lì ho addirittura pensato che stessimo giocando alla "telenovela brasiliana", ma ho amato così tanto il mondo e i personaggi di questo romanzo, che ho lasciato correre -più o meno- volentieri.

I Little People sono quasi del tutto assenti in questo volume -scelta molto saggia, secondo me-, e compaiono solo per un attimo, in uno di quei momenti chiarificatori del libro; più importanza assume Hushikawa, che diventa terzo punto di vista del racconto, mentre ne perde Fukaeri, la cui funzione principale si esaurisce nei primi due libri.

Oggetto di un cambiamento macroscopico è Aomame, fredda assassina nel volume precedente, ma in questo resa fragile e imprudente dall'amore per Tengo e dal desiderio di incontrarlo, come se la sua umanità fosse stata finalmente liberata dalla speranza di non essere più da sola, un po' come la daughter che viene fuori dalla sua crisalide.
Anche Tengo, dal canto suo, vede un cambiamento interiore, prende finalmente in mano la sua vita, lascia andare il passato, e, soprattutto, il rancore nei confronti del padre.
E tutto per una donna, che era stata quella bimba che gli aveva stretto la mano all'età di dieci anni.

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Trama: "Tengo, dove sei?" Ci sono amori che devono attraversare universi per incontrarsi. Ci sono amori che devono superare ostacoli, difficoltà, avversari, enigmi. Amori che devono, soprattutto, vincere le paure interiori inquietanti e terribili come piccole creature che albergano dentro di noi per poter creare a propria volta un mondo in cui non ci sia più la paura, un mondo nuovo in cui essere al sicuro in due. Aomame e Tengo vivono da sei mesi in una realtà che non è la loro, un mondo "al di là dello specchio" su cui brillano due lune. Divisi e braccati, costantemente in pericolo di vita, sembra che tutto congiuri per impedire che si incontrino. Sulle loro tracce, oltre la setta Sakigake e forze ancora più sfuggenti e misteriose, adesso c'è anche l'investigatore privato Ushikawa, un ostinato segugio il cui bizzarro aspetto fisico (guardarlo "era come trovarsi di fronte a uno specchio deformante, e tuttavia nitido in modo spiacevole") si accompagna ad un intuito strepitoso. Ushikawa, però, è anche il terzo, inedito punto di vista che, alternandosi a Tengo e Aomame, accompagna il lettore nella vertiginosa conclusione di 1Q84. Qui Murakami tira le fila di tutte le trame, i personaggi, gli enigmi con cui ha costruito la sua narrazione: le domande, le coincidenze, i misteri daranno corpo a una nuova verità, come una costellazione che all'improvviso rivela il suo disegno. Murakami ha creato un universo per raccontarci come si creano gli universi.

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Giudizio personale: 5/5

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