domenica 18 marzo 2012

L'amante di Lady Chatterley

Autore: David Herbert Lawrence
Titolo originale: Lady Chatterley's lover

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[attenzione: SPOILER]

Avevo letto questo libro troppi anni fa per rendermi conto di quanto fosse meraviglioso.

Si tratta del romanzo "scandalo" di Lawrence, che non poté essere pubblicato in Inghilterra a causa del suo contenuto e delle parole "a quattro lettere".
Tuttavia io credo che lo scandalo suscitato all'epoca non fosse dovuto solo alle descrizioni dei rapporti intimi tra Connie e il guardiacaccia, ma anche -e forse soprattutto- alla libertà, quella libertà che permette a Lady Chatterley di scegliere cosa fare della propria vita.

Prigioniera di una casa triste e di un marito egoista e paralizzato, Connie a ventisette anni si ritrova a vivere una vita vuota e priva di amore (bellissimo il capitolo in cui la donna si guarda allo specchio e vede il suo corpo come morente per mancanza di passione e amore) fino a che non incontra Mellors, il guardiacaccia. A prima vista rude e scostante, egli nasconde un'anima sensibile e un cuore ferito non solo da una precedente relazione, ma dall'umanità in generale e dal cambiamento del mondo intorno a sé.

Siamo infatti nella prima metà del '900, le fabbriche e le miniere deturpano il paesaggio e uccidono la natura, il cielo è sempre grigio, gli operai imbruttiti  e resi neri dal carbone non si tolgono più il cappello al passaggio dei signori, e le grandi case dei ricchi proprietari vengono abbattute perché troppo costose da mantenere.

La relazione tra Connie e Mellors sembra essere l'unica cosa pura e bella in una realtà del genere, e in una società che non accetterebbe mai di vederli insieme.

Entrambi sono personaggi molto particolari, che scopriamo a poco a poco, in particolare Connie si rivela ingenua e tenera, e Mellors molto dolce.

Il finale non amaro vede il trionfo della libertà di scelta e della speranza in una vita migliore, anche se ciò deve significare voltare le spalle alla sicurezza e rischiare di essere additati o disprezzati da una società ipocrita e classista. 

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Quarta di copertina: L'amore adultero tra una nobildonna e il proprio guardiacaccia narrato in questo romanzo, il più celebre in assoluto di D. H. Lawrence, scandalizzò a tal punto l'Inghilterra da essere immediatamente proibito in tutti i paesi di lingua inglese. In realtà quest'opera bellissima difende appassionatamente le ragioni dell'amore, della passione più autentica e travolgente, della ricerca spregiudicata di un sentimento libero, genuino, intenso, di fronte a tutte le regole, i pregiudizi e le convenzioni che finiscono con l'incatenare ogni vero sentire. Giustamente i due personaggi di questo romanzo, diventato quasi mitico, Connie Chatterley e il guardiacaccia Mellors, si sono imposti, nell'immaginario contemporaneo, come modelli di una vitalità trasgressiva, intesa come ritorno alle energie della pura natura.

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Giudizio personale: 5/5

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Qui le citazioni dal romanzo

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E' del 1993 il film Lady Chatterley con Joely Richardson nel ruolo di Connie e Sean Bean in quello di Mellors.
L'attrice protagonista è molto giovane e bella, e rende bene la personalità di Connie, anche se è fisicamente lontana dall'idea che mi ero fatta di Lady Chatterley, così come lo stesso Mellors, più adatto alla copertina di una rivista patinata, che ad interpretare un guardiacaccia.
Il film è piacevole ed abbastanza aderente al romanzo, tranne che per le scene finali, che comunque non cambiano il senso della storia originale.

                                                 

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E' invece del 2006 la Lady Chatterley di Pascale Ferran, con Marina Hands nel ruolo di Connie e Jean-Louis Coullo'ch in quello del guardiacaccia, il cui nome è trasformato in Parkin.
C'è da dire che dopo aver visto questa versione, il film del 1993 appare ben poca cosa. La regista francese, infatti, confeziona una pellicola ottima, la storia è essenziale, i dialoghi ridotti al minimo, i personaggi molto ben caratterizzati, soprattutto il guardiacaccia Parkin.
Ciò che non ho gradito molto è stata l'inclusione, di tanto in tanto, di didascalie bianche su sfondo nero, come nei film muti, ed il fatto che in una scena la signora Bolton guardi direttamente in camera mentre dà spiegazioni.
La sceneggiatura è aderentissima al romanzo, scene di nudi incluse, ma con un finale più aperto.
Purtroppo questa versione non è stata doppiata in italiano, ed i sottotitoli disponibili nella nostra lingua ad un certo punto sono mancanti o fuori sincrono, e bisogna ripiegare su quelli in inglese.

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