Titolo originale: In her shoes
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Avrei voluto cominciare con: "Brutto, brutto, brutto!", poi il personaggio di una simpatica vecchina ha risollevato le sorti del romanzo.
Vicino, sempre più vicino della stessa autrice, mi era piaciuto molto, e speravo che la cosa si ripetesse con A letto con Maggie. Purtroppo, però, così non è stato: la storia è prevedibilissima sin dalle prime righe, costruita male, noiosa. Non l'ho lasciata perdere solo perché non avevo nient'altro da leggere...
Si tenta di dare un qualche spessore ai personaggi, soprattutto narrando del loro passato, ma con scarsi risultati, e quasi risulta più interessante la storyline della nonna settantenne, che quella delle due giovani nipoti protagoniste del libro.
Gli unici momenti degni di nota sono stati quelli in cui Rose si accorge che esiste un mondo al di là dello studio legale, e quello in cui Maggie si appassiona alla poesia scoprendo di non essere stupida come quasi tutti le avevano insegnato a credere.
E, naturalmente, c'è la signora Lefkowitz, la simpatica vecchina di cui parlavo, vera luce che brilla nel piattume generale del romanzo.
Non c'è nulla di divertente oltre lei, le storie d'amore delle sorelle protagoniste mancano di suscitare qualsiasi emozione e, benché prevedibilissime, saltano fuori quasi improvvisamente, come un macigno scagliato nel bel mezzo di una stanza. Nessuna attesa, aspettativa, pathos. Nulla.
E si ha l'impressione che una buona occasione per parlare, seppur in modo leggero, dei rapporti familiari - soprattutto quello tra sorelle - e della dislessia, sia andata sprecata.
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Trama: Rose ha trent'anni e lavora come avvocato in un prestigioso studio legale di Filadelfia. Da sempre sogna di incontrare un uomo che le sciolga i capelli, le tolga gli occhiali e le dica che è bellissima. Maggie, sua sorella, di anni ne ha ventotto. Non ha un impiego fisso e scarta gli amanti come caramelle. L'esperienza più interessante del suo curriculum è la fugace apparizione della sua coscia sinistra in un video di Will Smith. Maggie, infatti, ha un corpo perfetto, ed è l'unica cosa su cui può contare. Sarebbe una star, se qualcuno avesse il buon senso di accorgersene! Le due sorelle non hanno nulla in comune, a parte il DNA e lo stesso numero di scarpe. Eppure, la sera in cui Maggie, dopo aver perso appartamento e lavoro, si presenta ubriaca a casa della sorella, Rose è costretta ad accoglierla. Tutto fila liscio o quasi, finché Rose non sorprende il suo fidanzato a letto con Maggie, completamente nuda, fatta eccezione per gli stivali. Quelli di Rose, inutile dirlo. E le conseguenze sono così sorprendenti da sconvolgere tutto ciò che le sorelle sanno - o credono di sapere - sulla vita, la famiglia, l'amore.
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Giudizio personale: 2/5
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Nel 2005, In her shoes è diventato un film con lo stesso titolo, sottotitolato in italiano con Se fossi lei.
La protagonista Maggie è interpretata da Cameron Diaz, mentre la sorella Rose da Toni Collette ( Harriet in Emma del 1996). Danno il volto a Jim e Simon, invece, rispettivamente Richard Burgi (Desperate Housewives) e Mark Feuerstein (Royal pains), mentre Shirley MacLaine è nonna Ella.
Soprattutto nella prima parte, la pellicola è molto aderente al romanzo, con il pregio però di essere scorrevole e a volte divertente. La seconda parte è invece leggermente diversa, manca l'episodio di Maggie a Princeton, ma è scritta molto bene, e mi è piaciuto il modo in cui gli sceneggiatori hanno inserito gli elementi importanti (la scoperta della poesia da parte di Maggie, il suo cambiamento, il nuovo lavoro).
Molto bello il personaggio dell'insegnante cieco, ed in generale tutte le scene con gli anziani.
Riguardo al cast, a parte Cameron Diaz, tutti gli altri personaggi sono ben diversi da come li avevo immaginati, anche se non è un male che Simon sia sensibilmente migliorato rispetto al suo corrispettivo cartaceo. La sua storia con Rose, inoltre, ha molto più spessore di quanto non ne abbia nel libro.
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