venerdì 6 giugno 2014

La casa dei mai nati

Autore: Christopher Ransom
Titolo originale: The birthing house

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La trama de La casa dei mai nati non era delle più originali, ma poteva comunque essere interessante: un uomo, trasferitosi da poco in una vecchia villa in cui soggiornavano ragazze in procinto di partorire, riconosce, in un'antica foto tra levatrici e donne incinte, la moglie Joanna, che sembra guardarlo con odio.

Purtroppo, però, dopo un inizio abbastanza intrigante, il romanzo scivola nella noia e nel nonsenso.

I personaggi non hanno spessore, non si riesce ad empatizzare con il protagonista, Conrad, che nelle situazioni più importanti e delicate, sviene, o si addormenta, quasi fosse un novello Dante di serie Z ( non me ne voglia Dante). 

La spiegazione finale fa acqua da tutte le parti (e qualcuno dica all'autore che se ci si spezza il collo, non ci si può trascinare a forza di braccia!), non c'è nulla di emozionante, solo un'accozzaglia di stereotipi del genere -il romanzo vorrebbe essere un thriller/horror-, che raggiunge il culmine del trash con la bambolina di legno animata.

Ho passato un'intera mattina per arrivare in fondo alla storia, e non perché mi avesse avvinto, ma perché non vedevo l'ora di farla finita (e perché coltivavo la speranza - vana - che le cose si aggiustassero, anche solo un po'). Ore sprecate.
Sconsigliatissimo.

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Quarta di copertina: “Questa è la mia casa. Questi sono i miei piedi . Li vedo salire le scale. Li vedo condurmi dove alla fine il mio amore sarà rivelato. Perché qualunque cosa lei sia diventata, è il prodotto del mio amore. In cima alle scale ci sono le pareti e le tavole del pavimento macchiate delle lacrime del parto. La vita è riaffiorata in questa casa e se ne è andata. C’è una crepa nel pavimento ed è la crepa del mondo, il nucleo pulsante della casa, che per sempre darà vita. Dalla casa noi nasciamo e alla casa noi torniamo. Tutto ciò che sta nel mezzo è il focolare e le braci morenti del fuoco che un tempo bruciava dentro. Stanotte ci sentiremo di nuovo al caldo, insieme. Per l’ultima volta.”

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Trama: Il matrimonio di Conrad e Joanna è in crisi. Lui è convinto che la colpa sia della vita frenetica che fanno a Los Angeles, e della pressione a cui li sottopone il lavoro di lei, manager di una multinazionale. Conrad sogna di andare a vivere in campagna, e appena gli si presenta l’occasione acquista, nel Wisconsin, un’antica casa che nell’Ottocento ospitava ragazze madri in procinto di partorire. Convince la moglie a seguirlo, ma ben presto Joanna accetta un incarico che la terrà lontana per due mesi. Solo nella grande villa ricca di memorie e di segreti, Conrad riceve dall’inquilino precedente un oggetto che appartiene alla casa: un album di fotografie color seppia dove, tra levatrici e ragazze incinte, Conrad riconosce senza ombra di dubbio Joanna, che lo fissa con uno sguardo pieno d’odio. È l’inizio di un lungo incubo che – tra apparizioni, fantasmi, creature in carne e ossa e ossessioni – dà vita a uno dei thriller più inquietanti degli ultimi anni.

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Giudizio personale: 2/5

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