sabato 5 marzo 2011

La principessa di Mantova

Autrice: Marie Ferranti
Titolo originale: La princesse de Mantoue

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Sono perplessa riguardo a questo libro.
Esso narra la storia di Barbara di Brandeburgo, data in sposa a Ludovico Gonzaga a soli nove anni e cresciuta alla corte di Mantova.
Continui sono i riferimenti a vari documenti, e soprattutto alla corrispondenza tra Barbara e una cugina, Maria di Hohenzollern, vero filo conduttore di tutta la vicenda, che si fa sempre più avvincente e termina con la morte di Barbara.
Si arriva così alla fine convinti di aver letto un bel libro -o libriccino, in questo caso- storico, certo con qualche elemento di fantasia, dovuto alla scarsità di informazioni.
E invece, cosa leggiamo nella Postfazione? Che Maria di Hohenzollern non è mai esistita, le lettere non sono mai state scritte, tutti i documenti sono pura invenzione.
L'autrice ha semplicemente visto Barbara di Brandeburgo dipinta dal Mantegna ed ha immaginato la sua storia.
"Questo è solo un gioco", ci svela. D'accordo, ma forse sarebbe stato più corretto dircelo prima.

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Quarta di copertina: Poco si sa di Barbara di Brandeburgo, andata in sposa a soli nove anni a Ludovico Gonzaga di Mantova nel 1433. Ma molto si può immaginare dal ritratto che le fece Andrea Mantegna nella Camera degli Sposi al castello di San Giorgio. Quando il marito l'abbandona per combattere al fianco di Francesco Sforza, Barbara si ritrova sola in una delle corti più raffinate ed eleganti, che accoglie i più grandi artisti e letterati dell'epoca. Con grande intelligenza, nonostante la tenera età, si adatta alla nuova vita, riceve un'istruzione adeguata e, al ritorno del marito, riesce a conquistarne l'affetto.
Catturata dall'intensità espressiva del volto dipinto, Marie Ferranti costruisce un romanzo suggestivo e coinvolgente che, tra realtà storica e finzione, restituisce pienamente lo spirito di un periodo storico tra i più affascinanti, il Rinascimento italiano, dando vita a un'eroina elegante e colta, straordinariamente forte e determinata, ma al tempo stesso cinica e crudele.

"Un cammeo delicato, che offre le tracce di uno spaccato storico di bellezza e crudeltà, di raffinatezza e solitudine". Nico Orengo, TTL-La Stampa.

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Giudizio personale: 3/5

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Approfondimenti - La Camera degli Sposi

Il ritratto di Barbara di Brandeburgo da cui l'autrice ha tratto ispirazione per il suo romanzo è quello che ritroviamo nella scena detta "della corte", che occupa una parete della Camera Picta, o degli Sposi, nel Castello di San Giorgio a Mantova.


In essa vediamo anche altri personaggi che animano la storia: Ludovico, sulla sinistra, in veste da camera, seduto su una sedia sotto la quale, come segno di fedeltà, riposa il cane Rubino; la piccola Paola, che porge una mela alla madre; Barberina, in piedi sulla destra; forse il precettore Vittorino da Feltre, sullo sfondo.
Di seguito alcuni particolari del dipinto:

Barbara di Brandeburgo


Ludovico Gonzaga


Paola Gonzaga


Barberina Gonzaga

Nella camera ritroviamo anche una seconda scena, detta "dell'incontro", citata nel testo, nonchè lo splendido soffitto col meraviglioso oculo.

Per chi fosse interessato, ecco un sito in cui trovare informazioni ed immagini:

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Com'erano davvero

Barbara di Brandeburgo


Ludovico Gonzaga


Paola Gonzaga (presumibilmente)

Paola Malatesta, suocera di Barbara


Gianfrancesco Gonzaga, suocero di Barbara

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Qui un'intervista a Marie Ferranti



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