" ...se la montagna venisse rimossa, il sole farebbe sorridere le acque; ma la montagna è sempre là e il lago è triste ".
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" Tutti, pensò, dovevano recitare la loro parte e soltanto in questo modo il mondo poteva durare ".
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" La malinconia, egli l'aveva addosso, come una seconda pelle, più sensibile di quella vera... ".
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" ...io sono come quel fuoco, laggiù nella notte... divamperò e mi spegnerò senza ragione, senza seguito... ".
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" ...ed egli, in un solo sguardo, ebbe il senso della sua bellezza come di qualche cosa che gli era destinata da sempre... ".
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" Il desiderio non era in realtà che l'aiuto decisivo e potente della natura a qualcosa che esisteva prima di essa e senza di essa ".
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" Quando si dice fatalità si dicono appunto tutte queste cose, l'amore e il resto... ".
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" Si sentiva stanco e stranamente trasognato, come se in mezzo a quella folla e a quel tumulto, egli si fosse portato dietro una sfera di solitudine trasparente e invisibile ma infrangibile, dalla quale non gli era possibile uscire ".
sabato 29 ottobre 2011
Foto di famiglia
Autrice: Sue Miller
Titolo originale: Family pictures
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Foto di famiglia è un libro doloroso per il suo realismo.
Siamo in America, anni '50-'60, gli Eberhardt sono in otto: padre psichiatra, madre casalinga e "ben" sei figli, di cui il terzo, Randall, affetto da autismo.
La storia è raccontata da Nina, la quarta figlia, una volta divenuta adulta, attraverso numerosi flash-back e riflessioni.
Uno dei personaggi che ci viene presentato per primo è il padre, per il quale ho provato subito poca simpatia, soprattutto a causa del modo crudele con il quale prende in giro le tre figlie più piccole, ridendo della loro perplessità e della loro ingenuità quando, bambine, non capiscono che lui continua a ripetere loro che sono state figlie non volute, incidenti, degli extra, con la vigliaccheria tipica di certi adulti che parlano ai più piccoli con parole ed espressioni che questi di sicuro non capiranno.
Gli altri componenti del nucleo familiare sono la madre, Lainey, che dedica la sua vita al figlio meno fortunato, cadendo in quella degli altri cinque come un fulmine di improvvisa gioia o rabbia; Mack, il primo maschio, adolescente difficile, forse il più colpito dalla tragedia del fratellino e dai cambiamenti che questa ha portato nella sua casa e nella sua vita; Liddie, la sorella maggiore, quasi sempre via; e poi Nina, Mary e Sara, le più piccole, le "anfore della salute", "l'ultima goccia".
L'atmosfera nella casa degli Eberhardt è soffocante così come la vita di famiglia, e i personaggi sono tutti distanti gli uni dagli altri.
Benchè nessun capitolo sia esplicitamente dedicato a Randall, la sua presenza è palpabile in ogni rigo, e la sua malattia condiziona la vita di tutti gli altri personaggi ed i loro rapporti reciproci.
Anche se scritto benissimo, ammetto che non vedevo l'ora di terminare Foto di famiglia, e non per la curiosità di sapere come sarebbe finito, ma per riporlo finalmente in libreria e dirgli addio.
Ciò perchè il ibro è pervaso da un senso di infelicità, ogni personaggio è intrappolato, la famiglia è un luogo claustrofobico in cui nessuno è felice.
Probabilmente voluto, la storia acquista un pò di respiro dopo la morte di Randall, ma allora finalmente gli altri figli si sentono in diritto "di impazzire", come dice Nina, e vediamo ancora più chiaramente quanto le loro vite siano state toccate, oltre che dal fratellino e dalla sua malattia, soprattutto dalle scelte sbagliate dei genitori, in disaccordo fin da subito sulla gestione della cosa e divenuti a poco a poco pianeti distanti e differenti, colmi di rancore e sensi di colpa.
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Retrocopertina: In una grande casa del Midwest americano vivono gli Eberhardt: un padre psichiatra, una mamma a tempo pieno e sei figli di cui uno speciale, enigmatico. Per i medici autistico. Il romanzo racconta i momenti di felicità, le crisi matrimoniali, i drammi, la complessità del rapporto con il figlio più difficile, e ci lascia negli occhi tante istantanee di vita domestica. Sue Miller entra nelle pieghe dei sentimenti e dei legami familiari, ce ne mostra non solo gioie ma anche le sottili violenze. Intorno ai suoi personaggi così veri, si intreccia una storia che offre uno spaccato della nostra società e fa risuonare la musica del quotidiano.
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Giudizio personale: 3/5
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Qui le citazioni dal romanzo
Titolo originale: Family pictures
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Foto di famiglia è un libro doloroso per il suo realismo.
Siamo in America, anni '50-'60, gli Eberhardt sono in otto: padre psichiatra, madre casalinga e "ben" sei figli, di cui il terzo, Randall, affetto da autismo.
La storia è raccontata da Nina, la quarta figlia, una volta divenuta adulta, attraverso numerosi flash-back e riflessioni.
Uno dei personaggi che ci viene presentato per primo è il padre, per il quale ho provato subito poca simpatia, soprattutto a causa del modo crudele con il quale prende in giro le tre figlie più piccole, ridendo della loro perplessità e della loro ingenuità quando, bambine, non capiscono che lui continua a ripetere loro che sono state figlie non volute, incidenti, degli extra, con la vigliaccheria tipica di certi adulti che parlano ai più piccoli con parole ed espressioni che questi di sicuro non capiranno.
Gli altri componenti del nucleo familiare sono la madre, Lainey, che dedica la sua vita al figlio meno fortunato, cadendo in quella degli altri cinque come un fulmine di improvvisa gioia o rabbia; Mack, il primo maschio, adolescente difficile, forse il più colpito dalla tragedia del fratellino e dai cambiamenti che questa ha portato nella sua casa e nella sua vita; Liddie, la sorella maggiore, quasi sempre via; e poi Nina, Mary e Sara, le più piccole, le "anfore della salute", "l'ultima goccia".
L'atmosfera nella casa degli Eberhardt è soffocante così come la vita di famiglia, e i personaggi sono tutti distanti gli uni dagli altri.
Benchè nessun capitolo sia esplicitamente dedicato a Randall, la sua presenza è palpabile in ogni rigo, e la sua malattia condiziona la vita di tutti gli altri personaggi ed i loro rapporti reciproci.
Anche se scritto benissimo, ammetto che non vedevo l'ora di terminare Foto di famiglia, e non per la curiosità di sapere come sarebbe finito, ma per riporlo finalmente in libreria e dirgli addio.
Ciò perchè il ibro è pervaso da un senso di infelicità, ogni personaggio è intrappolato, la famiglia è un luogo claustrofobico in cui nessuno è felice.
Probabilmente voluto, la storia acquista un pò di respiro dopo la morte di Randall, ma allora finalmente gli altri figli si sentono in diritto "di impazzire", come dice Nina, e vediamo ancora più chiaramente quanto le loro vite siano state toccate, oltre che dal fratellino e dalla sua malattia, soprattutto dalle scelte sbagliate dei genitori, in disaccordo fin da subito sulla gestione della cosa e divenuti a poco a poco pianeti distanti e differenti, colmi di rancore e sensi di colpa.
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Retrocopertina: In una grande casa del Midwest americano vivono gli Eberhardt: un padre psichiatra, una mamma a tempo pieno e sei figli di cui uno speciale, enigmatico. Per i medici autistico. Il romanzo racconta i momenti di felicità, le crisi matrimoniali, i drammi, la complessità del rapporto con il figlio più difficile, e ci lascia negli occhi tante istantanee di vita domestica. Sue Miller entra nelle pieghe dei sentimenti e dei legami familiari, ce ne mostra non solo gioie ma anche le sottili violenze. Intorno ai suoi personaggi così veri, si intreccia una storia che offre uno spaccato della nostra società e fa risuonare la musica del quotidiano.
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Giudizio personale: 3/5
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Qui le citazioni dal romanzo
domenica 9 ottobre 2011
Merlino l'incantatore - Vol.1
Curatrici: Letizia Magini e Gabriella Agrati
Volume: 1 di 2
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Merlino l'incantatore è il primo di due volumi dedicati al mago più famoso della letteratura e curati da Letizia Magini e Gabriella Agrati.
Le scrittrici hanno raccolto in questo libro le varie versioni della storia di Merlino, pur con alcuni tagli senza i quali l'opera sarebbe risultata probabilmente appesantita.
Troviamo qui il Merlino dalla prosa di Robert de Boron e la continuazione del Merlino secondo il Ciclo Vulgato, più i testi complementari: Possibile fine del Merlin di Robert de Boron secondo il manoscritto di Modena; Merlino e il Graal secondo il Didot Perceval; Merlino e Viviana secondo la Suite du Merlin; Il Grido di Merlino secondo il Baladro del sabio Merlin con sus profecias e infine Merlino e Viviana secondo il Lancelot del Ciclo Vulgato.
Il personaggio che emerge da queste pagine è senza età, uomo, bambino, vecchio a seconda dei casi, nato da una donna e da un demone incubo. La straordinaria paternità gli ha donato il potere di conoscere il passato, ma la vita virtuosa della madre dopo la sua nascita, fa sì che Dio gli conceda anche il potere di conoscere il futuro.
Così, da strumento del demonio, Merlino diviene strumento del Signore, e si pone al servizio del suo paese.
Non è un personaggio simpatico o amabile, Merlino; spesso risulta irritante, presuntuoso, e tutti i suoi meriti sono dovuti solo ed esclusivamente ai doni succitati.
La storia non risulta molto avvincente, anche se le scene di battaglia sono davvero molto belle.
Essendo un'opera essenzialmente medievale, il Merlino dà poca o nulla importanza alle donne, che sono mero strumento per il concepimento di eroi (e molto spesso ingannate perché ciò avvenga), o, al contrario, esseri malvagi ed egoisti.
A quest'ultima categoria appartiene Viviana, la donna amata da Merlino, il quale forse solo con lei ci mostra il suo volto umano: pur sapendo, infatti, che questo amore e la vicinanza della donna lo porteranno alla morte, il mago non riesce a separarsene, e corre incontro al suo destino.
E l'episodio del Grido gli regala un po' di quella simpatia del lettore che gli è stata negata nel corso del volume.
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Quarta di copertina: La prima immagine che una figura leggendaria come Merlino evoca in noi è quella del vecchio mago saggio e stravagante, consigliere di Artù e artefice delle fortune del suo regno sullo sfondo delle avventure dei cavalieri della Tavola Rotonda e della ricerca del Graal. Ma questo è solo il punto di arrivo di una leggenda che, prendendo le mosse dai più remoti miti dei popoli celtici, nella sua lunghissima evoluzione ha rappresentato gli infiniti volti del grande Incantatore di Britannia: figura storica e personaggio archetipico, personificazione del mito dell'uomo selvaggio, saggio e folle, ultimo dei druidi, profeta di Dio e beffarda incarnazione del male. Ciascuno degli autori che ha narrato le gesta di Merlino a partire dal Medioevo ha aggiunto una tessera al cangiante mosaico che forma il suo ritratto. E tuttavia, con le sue continue metamorfosi, questo straordinario personaggio non ha ancora rivelato il suo mistero: padrone dello spazio, vecchio e bambino, fanciullo dai capelli bianchi, Merlino continua così a giocare col tempo e a percorrere i cicli della vita, da quella passata, di cui conserva il ricordo, a quella a venire, che domina con le sue profezie. Un saggio che si legge come un romanzo, un'opera avvincente in grado di rinnovare la leggenda di Merlino attraverso la lettura di testi antichi in gran parte inediti e delle rielaborazioni che ne sono state tratte nel corso dei secoli.
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Giudizio personale: 3/5
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