Titolo originale: Sins of the House of Borgia
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Ero un pò prevenuta verso questo romanzo, in quanto temevo che sarebbe stato l'ennesimo che avrebbe sfruttato la "leggenda" degli amori incestuosi di Lucrezia Borgia; una volta cominciata la lettura, tuttavia, ho davvero pensato di dovermi ricredere... fino a trenta pagine dalla fine, ahimè!
Ma andiamo con ordine.
La storia prende le mosse dalla cacciata degli ebrei dalla Spagna, a causa della quale la piccola Ester, narratrice del romanzo, arriverà a Roma, e diventerà poi la dama di compagnia favorita di Lucrezia Borgia ai tempi delle sue nozze con Alfonso d'Este, dopo la morte del secondo marito Alfonso di Bisceglie.
Il libro è scritto benissimo, la prosa è davvero incantevole, e le descrizioni di scene di corte, abiti e quant'altro sono minuziose. La figura di Lucrezia si avvicina molto a quella descritta da Maria Bellonci nel suo bellissimo saggio, e innumerevoli sono i personaggi storici che sfilano davanti ai nostri occhi, da Angela Borgia a Dorotea Caracciolo, da Caterina Sforza a Isabella d'Este. La storia d'Italia e il coinvolgimento dei Borgia in essa viene spesso, purtroppo, lasciata in secondo piano, ma evidentemente non ci troviamo di fronte ad un libro di storia.
Cinquecento pagine scorrono veloci, anche se il romanzo non è proprio privo di difetti, come l'inconsistenza del personaggio di Ester (ribattezzata prima Donata e poi Violante) o la poco coinvolgente storia della stessa ragazza con il duca Valentino, di sicuro non il mio personaggio preferito.
Evidentemente, però, la presunta -e a quanto pare falsa- relazione di Lucrezia con il fratello Cesare rappresentava una tentazione troppo grande per non essere colta, e così, con il suo inserimento a pochissime pagine dalla fine si rovina, secondo me, un romanzo godibile e il cui elemento di novità era rappresentato proprio dal non servirsi degli incesti di casa Borgia.
Senza contare che alla luce della "rivelazione" va riletta l'intera vicenda e la funzione stessa della protagonista Violante all'interno della storia.
Il finale è un pò affrettato e la parte centrale, con un Cesare Borgia onnipresente e una Lucrezia momentaneamente scomparsa dalla scena, può risultare lenta.
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Trama: Quando Violante, giovane ebrea di Toledo, parte per l'Italia nel 1492, non può immaginare i magnifici eccessi di cui sarà presto testimone. Sola e inesperta, fa il suo ingresso come dama di compagnia in una delle corti più fastose d'Europa: quella splendida e misteriosa dei Borgia. Diventata prediletta della bellissima Lucrezia, che la tiene sempre con sé, e innamorata di suo fratello Cesare, che ne farà la propria amante, la fanciulla gode dell'ambiguo privilegio di veder nascere gli intrighi più perversi, le vendette più feroci, i rapporti più lussuriosi di una famiglia celebre per aver fatto del potere, e del peccato, il proprio credo. Compreso il patriarca, Rodrigo Borgia, alias Papa Alessandro VI, che mentre allunga le mani su Roma non si fa mancare i favori della stupenda, e giovanissima, Giulia Farnese. Ma a palazzo, in realtà, nessuno è come appare. Se le lussuose stanze celano una Lucrezia ignota a chi la ritiene soltanto una donna volgare e depravata, e se i mormorii su Cesare non possono svelare l'anima dell'uomo a cui Violante ha dato il cuore, quest'ultima, dal canto suo, nasconde più di un segreto: un passato con troppi lati oscuri, e una missione inconfessata...
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Giudizio personale: 4/5
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Approfondimenti - Dorotea Caracciolo
Nata Malatesta, Dorotea crebbe alla corte dei Gonzaga e seguì la futura duchessa Elisabetta a Urbino come dama di compagnia. La duchessa ne favorì le nozze con il nobile napoletano Giovanni Battista Caracciolo, di trent'anni più vecchio.
Elisabetta Gonzaga, duchessa di Urbino
Il matrimonio fu celebrato nel 1500 ad Urbino, alcuni mesi dopo la nomina del Caracciolo a capitano generale della fanteria della Repubblica di Venezia. Solo un anno più tardi Dorotea si mise in viaggio per la Serenissima. Il corteo fu seguito da una corposa scorta inviata dal capitano, consapevole della pericolosità del viaggio, che avrebbe portato la moglie nelle terre di Romagna, occupate da Cesare Borgia.
Le precauzioni, tuttavia, non furono sufficienti, e il viaggio fu all'origine di un'avventura durata tre anni e dai contorni ancora indefiniti.
Infatti, tra Porto Cesenatico e Cervia, Dorotea fu rapita insieme con la dama di compagnia da alcuni soldati spagnoli e la scorta fu messa in fuga o uccisa. Sulla base di testimonianze di soldati superstiti e di alcuni contadini che avevano alloggiato le donne e i rapitori, il rapimento fu attribuito senza esitazioni a Cesare Borgia, che però lo attribuì a un suo capitano.
Cesare Borgia, il "Duca valentino"
Nell'ottobre del 1502 si seppe che Dorotea era viva, e un anno dopo -in coincidenza con la morte di Papa Alessandro VI e con il declino del potere del figlio Cesare- fu liberata.
Non si sa di sicuro cosa accadde.
Probabilmente la Malatesta fu ad Imola, a Forlì, a Roma, prigioniera a Castel Sant'Angelo insieme a Sancia d'Aragona, infine in un convento di suore.
E' accreditata l'ipotesi che il Borgia fosse, se non il mandante del rapimento, almeno compiacente. C'è inoltre il sospetto che la donna fosse consenziente.
Una volta libera, Dorotea fu accolta con grandi onori dal marito a Faenza, dove nacquero i quattro figli Marco Oliviero, Isabella, Viola e Battista.
Nel 1508 il Caracciolo fu ucciso da un suo parente per vendetta di un torto personale, e la Malatesta decise di trasferirsi con i figli a Napoli, patria del marito.
Qui morì di peste nel 1527, senza essersi mai risposata.
Fonte: Treccani.it
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