lunedì 30 dicembre 2013

First Impressions

Autrice: Alexa Adams
Sottotitolo: A tale of less Pride & Prejudice

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[attenzione: SPOILER]

Probabilmente, chiunque abbia letto Orgoglio e Pregiudizio si è chiesto almeno una volta come sarebbero andate le cose se Collins si fosse proposto a Mary, o se Lydia non fosse mai scappata con Wickham...

A questa e ad altre domande risponde First Impressions di Alexa Adams, con il risultato che... non succede nulla. 
Tutto fila molto, troppo liscio, non c'è tensione, non c'è pathos, nulla che spinga a continuare la lettura (ho impiegato tantissimo tempo per finire il libro).

La prima variation rispetto al romanzo originale, si ha a Meryton, quando Darcy non pronuncia la famosissima frase: "E' tollerabile, ma non abbastanza bella da tentarmi". 
L'uomo, infatti, resosi conto che Elizabeth ha ascoltato Bingley che lo esortava a danzare con lei, da gentiluomo qual è, la invita a ballare, e ne è subito attratto.
Così, l'eroe più famoso di Jane Austen, non si oppone alla relazione tra il suo migliore amico e Jane, fa tranquillamente la corte ad Elizabeth, avverte il signor Bennet del pericolo rappresentato da Wickham.

Mi sarei aspettata un po' di tensione almeno quando Darcy si reca a Rosings per mettere in chiaro che non sposerà Anne, e invece non succede niente; ho sperato in un po' di movimento durante la visita di Lady Catherine a Elizabeth, e non accade nulla (anzi, Lizzy alla cara zia piace!!!).

Uniche note di colore, Caroline Bingley che scappa con l'affascinante Wickham (senza creare, d'altronde, troppo scalpore), e la signora Bennet immersa nell'organizzazione di ben tre matrimoni. 

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Trama: In Pride and Prejudice, Fitzwilliam Darcy begins his relationship with Elizabeth Bennet with the words: "She is tolerable, but not handsome enough to tempt me; I am in no humour at present togive consequence to young ladies who are slighted by other men." What would have happened if Mr. Darcy had never spoken so disdainfully? First Impressions explores how the events of Jane Austen's beloved novel would have transpired if Darcy and Elizabeth had danced together at the Meryton Assembly. Jane and Bingley's relationship blossoms unimpeded, Mary makes a most fortunate match, and Lydia never sets a foot in Brighton. Austen's witty style is authentically invoked in this playful romp from Longbourn to Pemberley.

In Orgoglio e Pregiudizio, Fitzwilliam Darcy comincia la sua relazione con Elizabeth con le parole: " E' tollerabile, ma non abbastanza bella da tentarmi; non sono dell'umore giusto al momento per prendere in considerazione giovani donne lasciate in disparte da altri uomini." Cosa sarebbe accaduto se Mr Darcy non avesse mai parlato in modo così sprezzante? First Impressions esplora come sarebbero andate le cose nell'amato romanzo di Jane Austen se Darcy ed Elizabeth avessero danzato insieme al ballo di Meryton. La relazione tra Jane e Bingley fiorisce senza impedimenti, Mary fa un fortunato matrimonio, e Lydia non mette mai piede a Brighton. L'arguto stile della Austen è autenticamente evocato in questa giocosa commedia da Longbourn a Pemberley.

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Giudizio personale: 3/5

sabato 28 dicembre 2013

Vampire Knight - Volumi 1 a 6

Autrice: Hino Matsuri
Titolo originale: Vanpaia Naito

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Il binomio collegio/vampiri non fa proprio per me, per questo ancora non mi spiego perché fossi attratta da Vampire Knight
Probabilmente mi ero fatta affascinare dalle copertine, chissà.

Il fatto è, che non riesco a condividere le critiche entusiastiche presenti un po' dovunque nel web.
Mi è piaciuta la nuova mitologia vampirica, molto ben costruita, con una "scala gerarchica" che va dal Livello A, a cui appartengono i Sangue puro, al Livello E, in cui si ritrovano i vampiri ormai degradatisi a bestie assetate di sangue.
Non mi convince invece la premessa: va bene la questione delle pacifica convivenza, ma perché mettere nello stesso istituto, seppur in classi separate, degli adolescenti umani e dei vampiri centenari, quindi con un grado di maturità totalmente diverso? E perché dare la responsabilità di "Guardiani" a due ragazzini?

Il Volume 1 non mi è piaciuto granché, mentre nel Volume 2 la mitologia si arricchisce e diventa più consistente e convincente, ed è da segnalare il gesto di Yuuki verso Zero e la reazione di Kaname.
Le tavole sono belle, anche se i personaggi possono apparire eccessivamente "allungati". Interessante anche i personaggi di Zero e Maria Kurenai e le prime scene tra questi, ed è un buon colpo di scena [SPOILER] la comparsa del fratello di Zero.

Gli altri volumi mi hanno lasciata pressoché indifferente, e spesso la lettura mi ha annoiata.
La storia è diventata di nuovo interessante nel Volume 6, con la ricerca di notizie sul passato di Yuuki e i ricordi su quello di Kaname, e il personaggio di Shiri.
E' stato l'unico volume che potrebbe spingermi a continuare la lettura, proprio quando avevo deciso di abbandonare definitivamente il manga.

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Trama:

Volume 1 - Nel collegio Cross, è in atto una segreta convivenza tra studenti umani e vampiri. Yuki, la protagonista, assieme all'enigmatico Zero ha l'incarico di assicurarsi che questa convivenza sia pacifica, sorretta dal desiderio che, in un futuro, uomini e vampiri possano davvero vivere insieme senza combattere. Questa sua convinzione è dettata anche dai forti sentimenti che prova per il nobile Kaname, il capo carismatico dei vampiri del collegio Cross, che un tempo le salvò la vita... Il tutto arricchito e impreziosito dai disegni dell'autrice, che conferiscono alla storia un fascino e una sensualità assolutamente unici.

Volume 2 - Per quattro anni Zero ha lottato per reprimere l’istinto del vampiro che stava emergendo in lui, poi non è più riuscito a soffocare la sete di sangue e ha morso Yuki. Quest’ultima, più che dal morso, è rimasta sconvolta all’idea che Zero abbia sopportato in silenzio le sofferenze della trasformazione in vampiro, senza condividere il suo segreto con lei. E adesso cosa succederà? Il loro rapporto potrà mai tornare quello di prima? Yuki lo spera, ma non sa che c’è qualcosa che Zero non le ha detto a proposito del destino che lo attende...

Volume 3 - Zero è consapevole del destino che lo attende: ora che è diventato un vampiro, le sue facoltà mentali subiranno una lenta erosione, fino a farlo giungere alla pazzia. Anche Yuki sa che è solo questione di tempo prima dell’inevitabile, ma non può fare a meno di pensare che esista un modo per salvare Zero. Nel frattempo, un flashback rievoca il passato di Zero, Yuki e Kaname, il vampiro per cui Yuki nutre una segreta ammirazione. E nel collegio Cross giunge una nuova studentessa, misteriosa e forse anche pericolosa...

Volume 4 - Un intreccio irresistibile di sentimenti, sangue, disperazione, mistero e il tratto sensuale dell’autrice Matsuri Hino rendono questo manga un vero must per tutti gli appassionati di storie sui vampiri. In questo volume, Zero si troverà faccia a faccia con il mostro che ha sconvolto la sua vita, e Yuki prenderà una coraggiosa ma avventata decisione...

Volume 5 - Quinto appuntamento con il manga di Matsuri Hino, che ci trasporta nel pericoloso e affascinante mondo dei vampiri. Il destino di Zero, il vincolo sanguinoso che lo lega a colei che l’ha reso un vampiro, la comparsa di Ichiru e ora l’attacco di Kaname a Shizuka… Quali sono le reali intenzioni di Kaname? E cosa succederà adesso che qualcuno è morto all’interno del collegio Cross?

Volume 6 - I sentimenti di Zero, i sentimenti di Yuki, i sentimenti di Kaname. Ogni cosa si mescola, lentamente, tingendosi del colore del sangue. Kaname fa a Yuki una proposta che lei non avrebbe mai immaginato di ricevere, e alla quale ora non può fare a meno di pensare. Di Matsuri Hino.

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Giudizio personale:
Volume 1 - 2/5
Volume 2 - 3/5
Volume 3 - 2/5
Volume 4 - 4/5
Volume 5 - 2/5
Volume 6 - 4/5

sabato 21 dicembre 2013

Persuade me

Autrice: Juliet Archer

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[ attenzione: qualche piccolo SPOILER]

Ho amato tantissimo questo libro.
Persuasione è il mio romanzo preferito, e per questo sarebbe stato facile trovare una sua rilettura in chiave moderna, qual è Persuade me, mal costruita, di cattivo gusto, o semplicemente brutta.
Invece il lavoro della Archer mi ha catturata da subito, e se solo fosse stato in italiano, l'avrei divorato in un giorno!

Mi è piaciuta moltissimo la moderna Anna, ventottenne, lettrice di russo all'Università. E' una donna gentile, delicata, resa fragile dal rimorso per aver lasciato andare l'amore della sua vita, e dal senso di colpa che le viene dall'infelice matrimonio della sorella Mona (il corrispettivo della Mary austeniana). La scrittrice, infatti, amplia il background della protagonista, attribuendole una breve relazione con Charles Musgrove, terminata la quale, l'uomo, consolatosi tra le braccia di Mona, si è ritrovato padre e marito di una donna molto diversa da quella di cui, anche a distanza di molti anni, è ancora innamorato.

Il Capitano è invece Rick Wentworth, un biologo marino da un decennio in Australia, autore di un trattato, divenuto best-seller, dall'ambiguo titolo di Sex in the sea. Si tratta di un uomo colmo di risentimento e rancore, che vuole ferire ed umiliare Anna quando la crede legata a Charles, ma che impazzisce di gelosia nei confronti del cugino Elliott, e non può dimenticare ciò che è successo dieci anni prima.

Forse ciò che mi è piaciuto meno è stato proprio il quasi continuo ricorrere ai ricordi dei due protagonisti, ma i pregi del libro superano di gran lunga questo "difetto".
La storia fa male quando deve far male, emoziona, c'è una continua tensione, e non riuscivo più a smettere di leggere pur sapendo perfettamente cosa sarebbe successo (tutti gli eventi di Persuasione sono traslati in Persuade me). 
Ho rallentato parecchio solo a poche pagine dalla fine, perché non volevo che il romanzo finisse, ma l'Epilogo si sofferma per lo più sugli altri Elliott, piuttosto che su Anna e Rick.

Bellissime tutte le scene con i due protagonisti, che ho trovato in particolare molto teneri quando, entrambi, mettono gli stessi abiti indossati a teatro perché pensano che all'altro/a siano piaciuti.

Leggera variazione rispetto alla storia originale, è il periodo di tempo che ha visto separati i due, aumentato da otto a dieci anni. Mi sarei aspettata invece una sua diminuzione, dati i nostri tempi, e la scelta dell'autrice è stata una bella sorpresa, in cui ho visto speranza e fiducia nell'amore vero.

Molto interessante anche l'attualizzazione di Mrs Smith, qui amica sincera e affittuaria (un po' ficcanaso) di Anna, allegra e simpatica, ma al contempo anche molto triste, a causa della permanente invalidità del marito.

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Trama:  When do you let your heart rule your head?

When it comes to love, Anna Elliot is stuck in the past. No one can compare to Rick Wentworth, the man she gave up ten years ago at the insistence of her disapproving family. What if she’s missed her only chance for real happiness?

Since Anna broke his heart, Rick has moved on – or so he thinks. Out in Australia, he’s worked hard to build a successful career – and a solid wall around his feelings.

The words 'forgive and forget' aren't in Rick's vocabulary. The word ‘regret’ is definitely in Anna’s. So, when they meet again on his book tour of England, it’s an opportunity for closure.

But memories intrude – the pure sensuality of what they once shared, the pain of parting … And she has to deal with another man from her past, while his celebrity status makes him the focus of unwanted attention.

With Anna’s image-obsessed family still ready to interfere and Rick poised to return to Australia, can she persuade him to risk his heart again?

This contemporary re-telling of Jane Austen's last completed novel is the second book in Juliet Archer's Darcy & Friends series, offering fresh insights into the hearts and minds of Austen's irresistible heroes.



Quand' è che lasci che il tuo cuore domini la tua testa?

Quando si tratta di amore, Anna Elliott è bloccata nel passato. Nessuno può essere paragonabile a Rick Wentworth, l'uomo a cui lei rinunciò dieci anni fa sotto insistenza della disapprovazione della sua famiglia.
E se avesse perso la sua unica chance di vera felicità?

Da quando Anna gli ha spezzato il cuore, Rick ha voltato pagina - o, almeno, così pensa lui. Lontano in Australia, ha lavorato duramente per costruire una carriera di successo - ed un solido muro intorno ai suoi sentimenti.

Le parole " perdonare e dimenticare" non sono nel suo vocabolario. La parola "rimorso" è senz'altro in quello di Anna. Così, quando i due si incontrano di nuovo per il book tour di lui, è un'opportunità per chiudere.

Ma i ricordi si intromettono - la pura sensualità di quello che condivisero una volta, il dolore della separazione... E lei deve avere a che fare con un altro uomo dal suo passato, mentre lo status di celebrità di lui lo rende oggetto di attenzioni non volute.

Con la famiglia di Anna ossessionata dall'apparenza ancora pronta ad interferire e Rick pronto a tornare in Australia, può lei persuaderlo a mettere di nuovo in pericolo il suo cuore?

Questo retelling contemporaneo dell'ultimo romanzo completo di Jane Austen è il secondo libro della serie Darcy & Friends di Juliet Archer, che offre un fresco insight nei cuori e nelle menti degli irresistibili eroi della Austen.

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Giudizio personale: 5/5

sabato 30 novembre 2013

Cronache del Mondo Emerso III - Citazioni

" Se non ci si sente sperduti, non si può trovare la via. "

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" Il mondo dove aveva la ventura di vivere non era perfetto, e neppure lui lo era, soprattutto ora. Eppure c'era sempre qualcosa o qualcuno che aveva bisogno di essere salvato, che non meritava di scomparire. "

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" L'amore non è né piccolo né egoistico. "

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" Qualsiasi cosa ci spinga a vivere, per il solo fatto che ci dà uno scopo, non può essere insignificante. "

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" Stasera anch'io, per la prima volta, sento la morte al mio fianco e ho scoperto che in fin dei conti questa maledetta vita mi piace, mi piace proprio. "

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" ... a quell'urlo il cuore dei nemici, per la prima volta, tremò."

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Qui la scheda del libro


domenica 24 novembre 2013

Elisabetta

Storia: Riyoko Ikeda
Disegni: Erika Miyamoto
Titolo originale: Elisabetta

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Sono passati molti anni da quando ho guardato il film Elizabeth con Cate Blanchett a cui questo manga si ispira, eppure alcune scene -soprattutto quelle tra la futura regina e la sorella Maria o il favorito Robert Dudley- mi hanno richiamato chiaramente alla mente la pellicola del 1998.

La trama è piuttosto semplificata, qualche volta non storicamente accurata, ma si tratta pur sempre di un manga, e vi sono varie pagine di interessanti Note che chiariscono i fatti, nonché una Cronologia che va dall'ascesa al trono di Enrico VIII alla morte di Elisabetta I.

L tavole sono molto belle, ma gli sfondi sono spesso bianchi; ciò che mi è piaciuto meno è stato il modo di rendere Mary Tudor, personaggio storico complesso e sfaccettato, qui abbastanza monodimensionale e provvisto di sguardo torvo e lentiggini sul naso, vero e proprio "simbolo" di cattiveria in ogni cartone animato giapponese degli anni '80.

Non posso dire che la lettura sia stata scorrevole o interessante, mi aspettavo di più.

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Giudizio personale: 2-3/5

sabato 9 novembre 2013

I fiumi della guerra

Autore: George R.R. Martin
Titolo originale: A storm of swords - Book three of a Song of Ice and Fire
Volume: 6 di 12 de "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco"

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[attenzione: SPOILER]

I fiumi della guerra è denso di avvenimenti. Anzi, densissimo.

Il romanzo si apre con le nozze di Sansa e Tyrion, ed ho provato pena e tenerezza per entrambi per motivi diversi. Benché mi facciano rabbrividire i matrimoni di bambine, inclusi quelli fictional, credo che alla fine tutto si risolverà per il meglio. Sarebbe prevedibile, è vero, ma è anche quello che mi auguro per i personaggi.

Le vicende di Jon Snow cominciano noiose come al solito (preferisco gli intrighi di Approdo del Re e le battaglie, ai bruti che scalano la Barriera), ma finalmente ad un certo punto il bastardo di Grande Inverno ci regala un po' d'azione. E anche Ygritte si riscatta, e chiude in modo degno - e anche commovente - questo sesto volume.
Non dimentichiamo il quasi-incontro tra Jon e Bran, che fa da contraltare a quello altrettanto, ahimè, impossibile, tra Arya e la sua mamma.

Non ho trovato le avventure della piccola Stark - con quella che sembra la compagnia di Robin Hood nella foresta di Sherwood - molto interessanti, e nemmeno la sua sorte ora che è rimasta da sola con il Mastino mi incuriosisce.

Jaime Lannister si sta invece sempre più rivelando un personaggio migliore di quanto credessi; piuttosto che sbandierare i propri principi, è a questi leale secondo una sua personalissima - e spesso comprensibile, se non condivisibile - visione del mondo. La sua devozione verso Cersei è ammirabile, e il fatto che sia saltato in un'arena, senza una mano e senz'armi per difendere Brienne da un orso, gli ha fatto guadagnare migliaia di punti. Sono curiosa di leggere come sarà accolto dalla famiglia ora che è mutilato, come reagirà il padre nel vedere questo figlio ai suoi occhi divenuto probabilmente "inutile", e se Cersei lo accoglierà di nuovo nel suo cuore - e nel suo letto - adesso che il gemello/amante non è più fisicamente perfetto. Potrebbe venirne fuori qualcosa di veramente interessante.

Come ricco di spunti può essere il fatto che Jon sia divenuto legalmente l'erede di Grande Inverno. Prevedo altre battaglie e spargimenti di sangue nel lungo periodo.
Parlare del Nord mi porta al tasto dolente, ovvero la morte di Robb e Catelyn. Purtroppo - o per fortuna - mi ero accidentalmente spoilerata riguardo all'avvenimento. Dico "per fortuna" perché, pur non essendo una sorpresa, la cosa mi ha davvero turbata per giorni. Catelyn non è mai stata la mia preferita, ed ultimamente era diventata noiosa, ma cominciavo ad apprezzare sul serio Robb, e facevo il tifo per lui nella guerra per il Trono di spade. Quello che più mi ha colpito è stato il modo ignobile in cui i due sono stati uccisi, la trappola riprovevole in cui sono stati fatti cadere. Ho davvero sperato che prima di morire Catelyn riuscisse a fare un favore al mondo intero e ammazzasse quello scellerato laido di Walder Frey.

Ora però mi aspetto che la maledizione di Stannis colpisca anche Joffrey, pur se una parte di me si chiede cosa ci farebbe poi divertire, una volta eliminato dalla circolazione quel pazzoiode biondo. Che però in questo volume mi sorprende, nominando per la prima volta "suo padre" Robert, e mostrando il suo vero volto al nonno Lannister, che forse per la prima volta si rende conto di quanto il nipote sia una mina vagante.

Quasi assente la mia amata Cersei (ecco, a questo proposito non so se preoccuparmi, o se incolpare la versione "umanizzata" della serie tv), sempre più impotente di fronte ad un figlio non più disposto ad ascoltarla, ed un padre che non esita a zittirla in malo modo.

Un solo capitolo è dedicato a Daenerys, ma si tratta di uno dei più belli. E' da pelle d'oca la scena in cui viene acclamata come "madre" dalla folla.
E i draghi, animali fantastici che non ho mai gradito, cominciano a starmi simpatici.

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[attenzione: SPOILER]

Quarta di copertina: Un autunno di brutali tempeste flagella città distrutte e campi devastati. Nelle terre dei fiumi, nella pericolosa regione delle paludi, ovunque nei Sette Regni dilaga la "Guerra dei Cinque Re". Robb Stark, il giovane re del Nord, pianifica un assalto per riconquistare la terra che è sempre stata della sua stirpe, mentre sua sorella Arya lotta ferocemente per la sopravvivenza. A molte leghe di distanza, invece, Jaime Lannister è costretto a fare i conti con l'atroce mutilazione inflittagli dalla barbarica compagnia di ventura dei Guitti Sanguinari. Nuovi intrighi, nuovi inganni e nuove turpitudini vengono tessuti all'ombra della Fortezza Rossa, mentre nell'estremo nord il colossale esercito del popolo libero cala inesorabilmente verso la mastodontica Barriera di ghiaccio. Gli indeboliti, dilaniati Guardiani della notte sanno che i loro giorni potrebbero essere contati. Spetterà a Jon Snow, il bastardo di Grande Inverno, ergersi per una disperata, eroica, ultima difesa.

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Giudizio personale: 5/5

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Volumi precedenti:
Il Trono di Spade
Il Grande Inverno
Il Regno dei Lupi
La regina dei Draghi
Tempesta di Spade

sabato 2 novembre 2013

1Q84 - Libro 3

Autore: Haruki Murakami
Titolo originale: 1Q84
Volume: 2 di 2
Libro: 3 di 3 - Ottobre-Dicembre

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[attenzione: SPOILER]

Mi spiace molto di non aver avuto tempo di scrivere le mie impressioni su questo libro quando l'ho terminato, qualche settimana fa, perché ne ero davvero entusiasta, e di certo avrei trovato parole più adatte.
Mi è sembrato veramente bellissimo, ancora migliore del volume che lo ha preceduto.

Molti aspetti della storia sono diventati più chiari, e la trama si è focalizzata molto sull'incontro tra Tengo e Aomame, a lungo desiderato, ma impedito per l'uno o l'altro motivo. Di sicuro non si tratta di nulla di originale, ma altrettanto sicuramente ciò tiene ben incollato il lettore alle pagine.

Come ho già scritto per i Libri 1 e 2, probabilmente non è la storia in sé a rendere 1Q84 un romanzo splendido (un "classico contemporaneo" ho letto in più di una occasione, e non posso che essere d'accordo), ma lo stile di scrittura, che ha davvero qualcosa di particolare, che credo di non aver riscontrato in nessun altro libro.

Ci sono certamente degli elementi che potrebbero far storcere un po' il naso a noi occidentali (come, ad esempio, tutta la questione della gravidanza di Aomame, per la quale ho dovuto spingere la mia sospensione dell'incredulità al massimo grado), ma ve ne sono altri assolutamente affascinanti, come il padre di Tengo che, dal suo letto in casa di riposo, incosciente, continua a bussare alle porte per riscuotere il canone dell'NHK, o della madre dello stesso protagonista, che torna nella sua vita come l'infermiera Adachi Kumi, e d'improvviso ci rendiamo conto che non ha importanza chi l'abbia uccisa e perché.

Uno dei temi più rilevanti di quest'ultima parte, o, forse, il tema, è l'amore tra Aomame e Tengo, che non hanno contatti da quando erano bambini, eppure si amano profondamente, si cercano, e sono l'uno per l'altra l'unica possibilità di salvezza da una solitudine che, altrimenti, li annienterebbe. Le loro vite convergono proprio grazie all'anno 1Q84, questa sorta di stravolgimento del tempo e dello spazio in cui tutto, anche ciò che rischia di ucciderli o perderli per sempre, contribuisce alla fine ad avvicinarli e renderli felici.  

Ho letto in più occasioni che alcune persone hanno trovato il finale di questo romanzo scontato, ma credo che fosse l'unico possibile, l'unico a cui tendesse la storia sin dalla prima parola, ed, inoltre, l'unico che desiderassi come lettrice, dopo essermi affezionata ai personaggi, aver empatizzato con loro e tremato per la loro sorte. Certo, mi sono anche arrabbiata con l'autore, soprattutto per i primi mancati incontri sullo scivolo; lì ho addirittura pensato che stessimo giocando alla "telenovela brasiliana", ma ho amato così tanto il mondo e i personaggi di questo romanzo, che ho lasciato correre -più o meno- volentieri.

I Little People sono quasi del tutto assenti in questo volume -scelta molto saggia, secondo me-, e compaiono solo per un attimo, in uno di quei momenti chiarificatori del libro; più importanza assume Hushikawa, che diventa terzo punto di vista del racconto, mentre ne perde Fukaeri, la cui funzione principale si esaurisce nei primi due libri.

Oggetto di un cambiamento macroscopico è Aomame, fredda assassina nel volume precedente, ma in questo resa fragile e imprudente dall'amore per Tengo e dal desiderio di incontrarlo, come se la sua umanità fosse stata finalmente liberata dalla speranza di non essere più da sola, un po' come la daughter che viene fuori dalla sua crisalide.
Anche Tengo, dal canto suo, vede un cambiamento interiore, prende finalmente in mano la sua vita, lascia andare il passato, e, soprattutto, il rancore nei confronti del padre.
E tutto per una donna, che era stata quella bimba che gli aveva stretto la mano all'età di dieci anni.

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Trama: "Tengo, dove sei?" Ci sono amori che devono attraversare universi per incontrarsi. Ci sono amori che devono superare ostacoli, difficoltà, avversari, enigmi. Amori che devono, soprattutto, vincere le paure interiori inquietanti e terribili come piccole creature che albergano dentro di noi per poter creare a propria volta un mondo in cui non ci sia più la paura, un mondo nuovo in cui essere al sicuro in due. Aomame e Tengo vivono da sei mesi in una realtà che non è la loro, un mondo "al di là dello specchio" su cui brillano due lune. Divisi e braccati, costantemente in pericolo di vita, sembra che tutto congiuri per impedire che si incontrino. Sulle loro tracce, oltre la setta Sakigake e forze ancora più sfuggenti e misteriose, adesso c'è anche l'investigatore privato Ushikawa, un ostinato segugio il cui bizzarro aspetto fisico (guardarlo "era come trovarsi di fronte a uno specchio deformante, e tuttavia nitido in modo spiacevole") si accompagna ad un intuito strepitoso. Ushikawa, però, è anche il terzo, inedito punto di vista che, alternandosi a Tengo e Aomame, accompagna il lettore nella vertiginosa conclusione di 1Q84. Qui Murakami tira le fila di tutte le trame, i personaggi, gli enigmi con cui ha costruito la sua narrazione: le domande, le coincidenze, i misteri daranno corpo a una nuova verità, come una costellazione che all'improvviso rivela il suo disegno. Murakami ha creato un universo per raccontarci come si creano gli universi.

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Giudizio personale: 5/5

venerdì 25 ottobre 2013

Il diario del vampiro - La messa nera

Autrice: Lisa Jane Smith
Titolo originale: Dark reunion
Volume: 4 di 10

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La messa nera è un romanzo che si regge bene nonostante la quasi totale assenza della protagonista principale, Elena, morta nel volume precedente ed, in questo, presente solo grazie agli incantesimi di Bonnie e nelle scene finali.

Il titolo italiano non c'entra nulla con la storia, non c'è nessuna messa nera; il titolo originale è infatti Dark reunion, che potremmo tradurre con "Riunione oscura". E' questo, effettivamente, il romanzo più corale della serie fino ad ora, con tutti i protagonisti impegnati a riconoscere e sconfiggere il nuovo big bad, questa volta incarnato da Klaus, un vampiro "Originario" la cui descrizione mi ha molto ricordato lo Spike di Buffy (lungo cappotto nero, capelli biondi e ritti sulla testa).

E' stata molto dolce la scena in cui Stefan ed Elena si incontrano grazie ad un incantesimo di Bonnie, e mi ha fatto tenerezza il timore provato dalla ragazza che Klaus potesse modificare il suo aspetto e Stefan trovarla ripugnante. Continuo a trovare adorabile l'universo adolescenziale creato dalla Smith!

Come i volumi che lo precedono, anche in questo gli eventi si susseguono molto velocemente, spesso lasciandomi l'impressione che qualcosa non sia stato indagato a sufficienza, e che la soluzione sia stata trovata troppo presto. Mi riferisco in particolar modo al personaggio di Tyler ed alla sconfitta di Klaus.

Pur trattandosi di un fantasy, il finale mi ha spiazzato, ma non è stato all'altezza del precedente (benché entrambi fossero stati concepiti come finali "definitivi", visto che Il diario del Vampiro avrebbe dovuto essere una trilogia, diventata poi una quadrilogia con Dark reunion).

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Trama: Non c'è più traccia di Stefan e Damon da quando è scomparsa la bellissima Elena, l'amore che ha unito e diviso i due fratelli vampiri. Intanto Caroline è decisa a riconquistarsi le sue vecchie amiche: Bonnie, dotata di poteri paranormali, e la risoluta, sfuggente Meredith. Ma Bonnie sa che qualcosa sta per accadere. Sente che l'immane forza malvagia che ha già seminato tanto terrore sta tornando. Altro male sta per abbattersi sugli abitanti di Fell's Church, un male inaudito: l'Altro Potere si prepara a mietere nuove vittime, e i nostri giovani eroi dovranno combattere una dura battaglia in cui, per fermare in tempo il male, dovranno essere pronti a tutto, anche a mettere da parte le passioni personali, così brucianti e così distruttive.

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Giudizio personale: 4/5

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Volume 1: Il risveglio
Volume 2: La lotta
Volume 3: La furia

Volume successivo:
- Il ritorno

domenica 13 ottobre 2013

Tempesta di spade

Autore: George R.R. Martin
Titolo originale: A storm of swords - Book three of a Song of Ice and Fire
Volume: 5 di 12 de "Le Cronahce del Ghiaccio e del Fuoco"

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[attenzione: SPOILER]

Tempesta di spade è il primo dei tre volumi in cui è stato diviso, per questa edizione, il libro terzo delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, e questa volta bisogna dire che la divisione pesa molto. Il romanzo ha infatti il sapore di un abbozzo, tutte le storie - che non sono poche - cominciano senza giungere ad una conclusione, seppur momentanea.

Divisioni a parte, le Cronache sono comunque sempre godibili; in questa tranche si accentua la "diaspora" dei fratelli Stark; mai come questa volta, infatti, mi sono parsi così lontani gli uni dagli altri. Un cerchio sembra stringersi intorno a Robb che, vincitore non senza qualche sorpresa di ogni battaglia abbia combattuto, vede crollare a poco a poco attorno a sé il suo preziosissimo castello di alleanze. I capitoli che lo riguardano sembrano trasudare angoscia, e ciò è naturalmente da ascrivere alla bravura di Martin quale narratore.

Non mi aspettavo per nulla i piani matrimoniali messi a punto per Sansa, anche se delle eventuali nozze con Tyrion potrebbero col tempo non risultare così terribili come sembrano a prima vista, e portare qualche sconvolgimento nella trama delle alleanze.

Non nascondo di aver provato pena anche per l'algida e crudele Cersei, ritrovatasi di nuovo, e improvvisamente, a fare da pedina nel gioco politico, manovrata da un padre a cui sembra che importi solo del potere e del figlio Jaime.
Questi si ritrova a fare da controparte alla mastodontica Brienne in una sorta di "strana coppia" a tratti tragicamente comica, ma che, dopo la cattura dei due da parte del detestabile Vargo Hoat e dei Guitti Sanguinari, vede lo Sterminatore di Re diventare addirittura gentile e preoccuparsi per la donzella che lo accompagna.

Oltre la Barriera, Ygritte diventa un po' più simpatica di quanto non fosse nel volume precedente, ma di solito tutti i capitoli che riguardano Jon Snow sono per me piuttosto noiosetti.

La parte migliore del libro è probabilmente quella che riguarda Daenerys, soprattutto dopo il suo arrivo ad Astapor. Mi piacciono sempre molto le descrizioni di nuove città, soprattutto di quelle al di là del Mare Stretto, dove la fantasia di Martin si sbizzarrisce ancor più che altrove. Inoltre sono stati proprio i capitoli dedicati alla Targaryen ad emozionarmi maggiormente: ho trovato terribili le condizioni di vita e l'addestramento riservati ai ragazzi destinati a diventare Immacolati; sono rimasta incredula e sbigottita nel leggere che Daenerys avrebbe dato via uno dei suoi draghi, e che quel drago sarebbe stato Drogon; mi hanno fatto arrabbiare i "Buoni Padroni", mi hanno entusiasmato gli avvenimenti che concludono il volume. L'ultimo capitolo, infatti, mi è piaciuto tantissimo; se anche tutti quelli che lo avevano preceduto mi avessero annoiato a morte, le ultime pagine sarebbero valse la lettura dell'intero libro.

Ciò che Daenerys fa con i suoi draghi mi è sembrata una sorta di vendetta contro tutti coloro che umiliano la dignità umana, ed inoltre ha mostrato contemporaneamente il lato "buono" della regina, quello che non riesce a restare a guardare di fronte alle ingiustizie, ma anche quello più violento e sanguinario.
E "Dracarys" è diventata la mia nuova parola preferita!

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Quarta di copertina: Dopo la morte di re Renly Baratheon gli avversari che si contendono il Trono di Spade sono ridotti a quattro; il gioco di alleanze, inganni e tradimenti si fa sempre più spietato, sempre più labirintico, e l'ambizione dei contendenti non ha limite. E con il "popolo libero" dei bruti, un pericolo ancora più spaventoso si avvicina: gli Estranei, guerrieri soprannaturali che non temono la morte. Perché l'hanno già conosciuta...
Ambientato in una terra di sinistra magia e violenza, ma anche di eroismo e passione, Tempesta di Spade è il quinto romanzo della saga "Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco": un ciclo di romanzi epici e avvincenti, un grandioso affresco fantasy dal ritmo coinvolgente e rapinoso.

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Giudizio personale: 4/5

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Volumi precedenti:
Il Trono di Spade
Il Grande Inverno
Il Regno dei Lupi
La Regina dei Draghi

giovedì 10 ottobre 2013

1Q84 - Libri 1 e 2 - Citazioni

" Tu lo sai [...] qual è la più grossa differenza tra talento e intuito? [...] E' che per quanto uno possa essere dotato di talento, non è affatto sicuro che avrà da mangiare a sufficienza, mentre uno che possiede intuito non avrà mai problemi a pagarsi il pranzo. "

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" Che lui non sembri qualcosa in particolare non è affatto un cattivo segno. Vuol dire che non è ancora incasellato in un ruolo. "

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" Non se la sentiva di fare nulla. L'unica soluzione era rimanere lì, a guardare in alto. Non che lassù ci fosse nulla di interessante, ma pazienza. I soffitti non erano costruiti per intrattenere le persone. "

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" Perciò, ogni volta che guardava il padre, non riusciva assolutamente a credere che i geni di quell'uomo così gretto e privo di cultura costituissero almeno metà del suo essere. "

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" In ogni caso il posto al quale appartengo non è questo. [...] Sono stato rinchiuso per errore nella gabbia sbagliata. "

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" Amare qualcuno dal profondo del cuore è comunque una grande consolazione. Anche se si è soli e non si riesce a stare con quella persona."

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" No, la morte non mi fa particolarmente paura. Mi fa più paura vivere con il peso di essere me stessa. "

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" E questo ti preoccupa. Pensi che se la pistola appare in scena, sicuramente farà fuoco. "

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" Non voglio soldi. A far girare il mondo, più che i soldi, sono i debiti e i crediti. Poiché odio essere in debito, preferisco acquistare crediti."

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" Lui non è qui. Ma un corpo che non si può vedere non è soggetto a decadenza, e le promesse che non sono state scambiate non possono essere infrante. "

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" ... la sua casa sembrò infinitamente misera. Come una prigione che si chiude a chiave solo dall'interno. "

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" Il mondo era il mondo e, per quanto lo riguardava, poteva pure andare avanti come voleva. Tanto, se fosse stato necessario, qualcuno si sarebbe fatto sentire. "

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" Il paesaggio fuori dalla finestra suggeriva che il mondo era formato da un accumularsi di microcosmi, dotato ciascuno di una propria forma, che occupavano posizioni intermedie su una scala di valori che andavano dalla 'tragedia' alla 'mancanza di gioia'. "

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" ... guardavano davanti a loro con espressione tesa senza rivolgersi la parola. Probabilmente non avevano nulla da dirsi. O forse erano in silenzio proprio perché si erano detti qualcosa. "

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Qui la recensione del romanzo

domenica 6 ottobre 2013

Il diario del vampiro - La furia

Autrice: Lisa Jane Smith
Titolo originale: The Vampire Diaries - The fury
Volume: 3 di 10

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[attenzione: SPOILER]

Questo terzo capitolo de Il diario del Vampiro è molto più denso di avvenimenti rispetto al precedente, c'è sicuramente più azione e più coralità.

Elena riesce a fare i conti con la sua nuova vita da vampiro (nei romanzi della Smith gli avvenimenti si susseguono sempre molto velocemente), mentre Fell's Church è minacciata da un misterioso Potere che ha provocato anche la morte della ragazza.

Il big bad del libro si rivela ben presto essere Katherine, colei che ha reso Stefan e Damon vampiri, da tutti creduta morta da centinaia di anni. La scelta di inserire questo personaggio nella storia si rivela secondo me vincente, la crudele vampira è interessante (come lo sono tutti i cattivi ben costruiti) e le scene in cui la ritroviamo sono le migliori. Purtroppo la sua permanenza in quel di Fell's Church è molto breve, e non credo che in futuro salterà di nuovo fuori.

Riguardo agli altri personaggi, ho trovato tutta la storia di Alaric un po' tirata per i capelli, così come l'apparizione di Honoria; Bonnie continua a non starmi simpatica, anche se sta a mano a mano acquistando più visibilità, mentre Meredith comincia ad essere la mia preferita, e anche Damon migliora -mi è piaciuta parecchio la scena in cui manda al diavolo Katherine-.

Molto bella l'immagine dei tre protagonisti legati nella cripta, con Elena al centro, tra i fratelli vampiri.
Il finale è stato commovente e del tutto inaspettato.

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Trama:  Vertici di un fatale triangolo d'amore, Elena e i due vampiri fratelli Stefan e Damon hanno un unico destino. Ora che Elena ha ceduto al fascino del crudele Damon, ora che l'odio di Stefan per il fratello sembra ormai inestinguibile, i tre dovranno stipulare una tregua e unire le loro forze, per affrontare una terribile e oscura minaccia. Una furia malvagia che potrà essere sconfitta soltanto da un'alleanza solida. Odio e amore, sangue e vendetta: sono questi i marchi che segnano la paurosa nuova avventura e ne sigillano la sorte.

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Giudizio personale: 4/5

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Volume 1: Il risveglio
Volume 2: La lotta

Volumi successivi:
- La messa nera
- Il ritorno

domenica 29 settembre 2013

Anna Karénina

Autore: Lev Tolstòj
Titolo originale: Anna Karénina

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[attenzione: SPOILER]

Anna Karénina è un lungo romanzo suddiviso in ben otto parti, eppure non ero ancora alla fine della seconda, che già ero innamorata del personaggio di Anna, una donna brillante, vivace, di buon cuore, a suo modo ingenua, ed incapace di mentire. L'incontro con Vronskij e la passione, ricambiata, che questo le suscita, le apre le porte di un nuovo mondo, un mondo in cui è possibile innamorarsi, ma, soprattutto, le apre gli occhi su quella che è la sua vita: non è un caso se solo a questo punto, la donna si rende conto per la prima volta di alcuni aspetti fisici e soprattutto morali e caratteriali del marito da cui si scopre disgustata.

Per una gran parte del libro - che mi è sembrata infinita - il personaggio di Anna viene eclissato, come inghiottito dalla stessa passione che l'ha risvegliato, e ci ritroviamo spettatori di eventi che riguardano altri personaggi, soprattutto Kitty e Lévin (che, pare, sia il personaggio più simile allo scrittore, e, nello stesso tempo, solo una faccia di quella medaglia che reca dall'altro lato l'effigie di Anna). La loro storia riesce ad interessare ed essere a tratti tenera, come nella scena al tavolo da biliardo, ma il cuore pulsante del romanzo, come d'altronde ci suggerisce lo stesso titolo, è Anna.

Quando finalmente la ritroviamo, è una donna profondamente lacerata dalla sua scelta: incapace di mentire, rifiuta infatti di mantenere una facciata di "rispettabilità" continuando a vivere con suo marito ma intrattenendo contemporaneamente una relazione clandestina (come, sembra, facesse un po' chiunque), e fugge con l'uomo che ama, dovendo però rinunciare all'adorato figlio.
Ed è una Anna che suscita molta pena quella che afferma che le uniche persone che ama sono Vronskij e il suo bambino, ma che, non potendo stare con entrambi, è condannata a non essere mai felice.

L'ipocrita società russa la mette al bando -terribile la scena in teatro, e molto significativa quella del film di Joe Wright, in cui la cognata di Vronskij gli dice che Anna sarebbe stata perdonata se avesse infranto la legge, ma lei ha infranto le regole-, la rifiuta e la evita in quanto donna che ha lasciato la sua casa e suo marito, che ha sfidato le convenzioni sociali, ma ciò non accade a Vronskij, uomo, libero e ad un certo punto anche ricco, non abbastanza sensibile da comprendere quanto l'intera situazione sia deleteria per Anna, confinata nella sua stessa casa, incapace di scappare da se stessa o anche solo di addormentarsi, tenuta lontana dal figlio. E così quell'amore che le aveva aperto gli occhi diviene qualcosa di cupo e angoscioso, starle vicino è quasi impossibile, la gelosia la divora, e il dubbio che l'uomo per cui ha rinunciato a tutto non la ami più, o non la ami abbastanza, la rende folle.

Arriviamo in tal modo al suicidio vendicativo, quello commesso perché lui soffra e si renda conto di ciò che ha perso, e di nuovo Anna ci fa pena, e anche tenerezza, quando si rende conto di quello che sta facendo e vorrebbe tirarsi indietro, vivere ancora, ma il treno è inarrestabile, e il suo passaggio se la porta via per sempre.
Dopo la morte di Anna il romanzo prosegue per un bel po', ma insieme a lei la luce si è spenta, e anche se la ricerca spirituale di Lévin può essere utile soprattutto per comprendere di più l'autore, il motivo principale per cui continuare a leggere ci ha abbandonato per sempre.

Durante la lettura di episodi od argomenti piuttosto noiosi, come l'agricoltura o le elezioni, mi sono spesso detta che se l'autore avesse lasciato fuori tutto ciò di strettamente legato al suo tempo, un po' come Jane Austen, che, ad esempio, non ci parla mai direttamente della guerra in corso durante le vicende dei suoi personaggi, Anna Karénina sarebbe stato un romanzo ancor più diffuso ed amato di quanto sia attualmente. 
Ebbene, nella Postfazione di Vladimir Nabokov, è espresso più o meno un pensiero simile: " Ma a volte, anzi piuttosto spesso [...] l'incanto si spezza [...] fin quando il solenne scrittore non ha assolutamente finito quel pesante periodo in cui ci spiega e ci rispiega le sue idee sul matrimonio o [...] sulla coltivazione dei campi. [...] Per esempio, i problemi agricoli discussi nel libro, specie quando si parla dell'attività di Lévin, sono estremamente tediosi per i lettori in lingua straniera [...]. Artisticamente Tolstoj ha sbagliato dedicando tante pagine a queste faccende, soprattutto perché tendono a diventare antiquate e sono legate a un certo periodo storico e alle idee personali di Tolstoj che col tempo cambiarono. L'agricoltura degli anni Settanta del XIX secolo non ci dà il brivido eterno delle emozioni e delle motivazioni di Anna o di Kitty."

Sempre nella Postfazione, Nabokov spiega qual è il messaggio morale di Tolstoj facendo un interessante, seppur breve confronto tra le coppie Anna/Vronskij e Kitty/Lévin: "Il matrimonio di Lévin si fonda su una concezione metafisica, e non soltanto fisica, dell'amore, sulla disponibilità al sacrificio, sul rispetto reciproco. L'unione tra Anna e Vronskij si fonda soltanto sull'amore carnale, ed è qui la sua condanna (non nel fatto che i due fossero adulteri)."

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[attenzione: SPOILER]

Quarta di copertina: A questo romanzo, pubblicato nel 1875-1877, Tolstoj aveva pensato fin dal 1870 e l'idea gli si era venuta chiarendo e determinando quasi inconsapevolmente mentre altri interessi prevalevano nel suo spirito: mentre, soprattutto, maturava in lui quella profonda crisi che doveva concludersi solo con la sua morte nella sperduta stazione di Astapovo. Anna Karénina è la storia della passione disordinata di una signora dell'aristocrazia russa che, fuggita all'estero con l'amante, non trova la serenità dello spirito nella nuova condizione, e finisce tragicamente i suoi giorni con il suicidio. Ma attorno a questo nucleo si dispongono altre figure e altre vicende, tra cui l'amore felice di Lévin e Kitty, alternativa e soluzione necessaria al problema morale che agitava allora l'anima di Tolstoj. Il libro è dominato da un senso religioso dell'esistenza, dal disprezzo dell'autore per la falsità, la vanità della vita vissuta fino allora e della sua perenne aspirazione alla purezza, adombrata nelle parole con le quali il libro si chiude: " ... non capirò mai con la ragione perché prego e continuerò a pregare, ma la mia vita adesso, tutta la mia vita, indipendentemente da tutto quel che può succedermi, in ogni suo istante non solo non è priva di senso come prima, ma ha un sicuro significato per il bene che ho il potere d'infondervi ".

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Giudizio personale: 4/5

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Qui le citazioni dal testo

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L'ultima trasposizione cinematografica di Anna Karénina è quella del 2012, per la regia di Joe Wright.


Non avevo letto nulla riguardo al film prima di vederlo, e sono rimasta quanto meno perplessa: mi aspettavo una pellicola più "tradizionale", mentre questa si è rivelata piuttosto sui generis.
Il regista, infatti, attua una commistione tra cinema e teatro: gli attori recitano per lo più su un palcoscenico e si muovono come in teatro, con delle pose spesso esagerate.


Tutto è curato nei minimi particolari ed esteticamente molto bello, ma, per tutto il tempo della visione, ho avuto l'impressione che qualcosa non andasse: la mia voglia di guardare una bella storia -che fosse anche "storia" e non solo "bella"- non veniva soddisfatta.


Anna è interpretata da Keira Knightley, che ho trovato davvero perfetta per questo ruolo, mentre gli altri attori non mi hanno convinto, primi fra tutti, Matthew Macfadyen, uno Stiva un po' troppo macchiettistico, e Aaron Johnson nel ruolo di Vronskij, che avevo immaginato più virile.
Fa la sua (breve) comparsa anche Michelle Dockery (Downton Abbey), come la Principessa Myagkaya.




Molto belli i costumi di Jaqueline Durran, per i quali il film si è aggiudicato un Oscar.



Alcune scene mi sono piaciute molto, come quella del picnic tra Anna e Vronskij, con il bel contrasto tra il bianco degli abiti dei protagonisti e il verde della natura, e quella al letto di Anna febbricitante dopo il parto, che è stata resa proprio come l'avevo immaginata leggendo il libro.



Purtroppo nella pellicola il cambiamento di Anna è troppo repentino, e d'improvviso la ritroviamo vicina alla follia in una stanza quasi del tutto spoglia e foderata di blu. Mi è piaciuto, invece, come sono stati resi la superficialità e l'egoismo di Vronskij in un momento così delicato per Anna.
Troppo veloci anche alcuni passaggi riguardanti Lévin e Kitty, che possono risultare non molto chiari a chi non ha letto il romanzo.


Mi ha lasciata purtroppo delusa la scena del suicidio: non c'è nulla riguardo al fatto che fosse vendicativo, né che Anna, alla fine, si fosse pentita del suo gesto. Un vero peccato, perché a mio avviso questi sono due concetti molto importanti ai fini della comprensione del personaggio, e che arricchiscono ulteriormente il romanzo.




sabato 28 settembre 2013

Orgasmo e pregiudizio

Autrice: Arielle Eckstut
Titolo originale: Pride and Promiscuity
Sottotitolo: Il sesso perduto di Jane Austen

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Mi sono avvicinata a questo libro (che, ricordiamolo, è ancora uno dei pochissimi derivati austeniani ad essere stato tradotto in italiano) senza alcun pregiudizio: avrebbe potuto rivelarsi solo una dissacrante stupidaggine, o, al contrario, un omaggio sui generis alla grande scrittrice inglese -in fondo, in decine e decine di sequel o variation dei romanzi di Jane Austen vi sono scene in camera da letto, non necessariamente indelicate o irrispettose-.
Ma ho trovato il contenuto di questo libretto -il cui formato è piuttosto simpatico e la grafica molto ben curata- volgare e di pessimo gusto.

I personaggi più maltrattati sono Elizabeth e Darcy, ma ce n'è per tutti; non è per niente divertente, e l'unica lancia che posso spezzare a favore dell'autrice, è il fatto di aver tentato di scrivere con uno stile simile a quello di Jane Austen, tentativo lievemente riuscito solo nell'episodio riguardante L'Abbazia di Northanger, in cui, diversamente che negli altri, si rivolge al lettore, così come aveva fatto la scrittrice inglese.

Non sono una di quelle lettrici che pensa che con Jane Austen non si possa giocare, mi incuriosiscono molto alcuni dei sequel, e soprattutto le variation, ed in generale tutto ciò che graviti intorno alla "zia" -e ciò spiega la presenza di questo libro nella mia libreria- ma credo proprio che Orgasmo e pregiudizio avrebbe dovuto far compagnia agli oltre 150 saggi della Eckstut su Jane Austen che non sono mai stati pubblicati.

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Quarta di copertina: "Un florilegio perverso e divertente che fa la satira alle opere della Austen, ma anche un omaggio implicito che ne riecheggia lo stile incomparabile con sorprendente fedeltà." Elsa Solendar, Presidente della Jane Austen Society of North America

"Quando Arielle Eckstut lascia che la sua vivace immaginazione provveda alle scene di sesso che la Austen non era capace di inventare, scrive per renderle omaggio più che per dissacrare." The Guardian

" Un atto di ventriloquio letterario, pieno di decoro e divertente, che rievoca lo stile della Austen con incredibile fedeltà." Independent

"Questa fusione di pastiche colto e pornografia soft è avvincente... Eckstut conosce la materia, e questa idea di finzione, leggera, assicura il divertimento ai fan della Austen più maliziosi." Sunday Herald

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Giudizio personale: 1/5

martedì 17 settembre 2013

Il diario del vampiro - La lotta

Autrice: Lisa Jane Smith
Titolo originale: The Vampire Diaries: the struggle
Volume: 2 di 10

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[attenzione: SPOILER]

Questo secondo volume de Il diario del vampiro mi è sembrato un romanzo di transizione: non accade nulla di importante, eccetto la drammatica trasformazione finale della protagonista, che probabilmente porterà ad un capovolgimento delle dinamiche tra i personaggi principali.

La storia si legge in fretta, e dalla scena in cui le tre amiche si intrufolano in casa di Caroline diviene anche interessante, ma non lascia quasi nulla.
Tuttavia mi piacciono questi adolescenti descritti dalla Smith, che non hanno ancora - almeno, non tutti - i pregiudizi propri degli adulti, riescono a credere a ciò che i loro parenti liquiderebbero come stupidaggini, sono leali - vedi Bonnie  e Meredith quando aiutano Elena anche se ne farebbero volentieri a meno -, ma anche ingenui e, probabilmente, spaventati proprio dal giudizio di quegli adulti che dovrebbero guidarli e aiutarli, tanto da soccorrere da soli un amico intrappolato in un pozzo, e accettare in seguito di non chiamare un medico.

Non mi piace invece Damon: è violento, oltre ad essere un ricattatore e un assassino, e la scena in cui costringe Elena a fargli bere il suo sangue, minacciandola, di fronte ad un rifiuto, di far del male alla sorellina di soli quattro anni, mi è sembrata la descrizione di uno stupro (e se in una storia di vampiri il succhiare sangue è metafora del sesso, non sono poi così lontana dal vero).
Mi meraviglia che la protagonista sia stata trasformata così presto, e sono curiosa di leggere il seguito, per sapere cosa succederà adesso che la bionda Elena è diventata un vampiro e Damon il suo lui

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Trama: Due vampiri fratelli, avvolti nell’ombra di un mistero millenario, si contendono l’amore della giovane Elena. Damon è determinato a fare di lei la regina delle tenebre, ed è pronto anche ad uccidere suo fratello per riuscirci. Stefan è alla ricerca di un potere più grande, che gli consenta di eliminare il suo odiato rivale, ma non ha intenzione di cedere alla sete di sangue umano che lo assale. Elena sa che deve prendere una decisione fatale: deve scegliere tra la fedeltà a Stefan e la tenace attrazione per Damon. Nel buio, dentro di lei, è battaglia tra sentimenti contrastanti. Fuori, infuria una lotta senza esclusione di colpi.

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Giudizio personale: 3/5

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Volumi successivi:

sabato 14 settembre 2013

Charlotte

Autrice: Karen Aminadra
Sottotitolo: Pride and Prejudice continues

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Charlotte è un sequel del più famoso romanzo di Jane Austen, Orgoglio e Pregiudizio, incentrato appunto sulla figura di Charlotte e sulla sua relazione con l'insopportabile Mr Collins. Relazione, come chiunque può aver immaginato, per niente felice, e che stringe Charlotte in una morsa da cui sembra impossibile liberarsi.

L'autrice è stata molto brava a delineare le figure dei protagonisti, in particolare quella del signor Collins, un uomo così devoto, servile e sottomesso alla sua incomparabile patronessa, da mettere in secondo piano chiunque altro, persino la moglie, che comunque non ama. Non ascolta nemmeno ciò che lei ha da dire o, peggio, quando la ascolta finge di non capire, se quello che gli viene detto va contro i dettami della osannata Lady Catherine de Bourgh. Per Charlotte sopportare è sempre più difficile, e molto presto si rende conto che anche in lei alberga un animo romantico ed il bisogno di essere amata. 

La comparsa del Colonnello Fitzwilliam e l'intesa che si crea tra i due - in scene ben scritte, mai volgari e funzionali alla storia e alla crescita di Charlotte - mi hanno fatto subito pensare ad una trama scontata: sarebbe stato semplice far morire Mr Collins ed offrire a Charlotte un lieto fine con il cugino del più famoso Darcy, dopo un cammino, magari, reso accidentato dalla ferrea opposizione di Lady Catherine. Una sorta di annacquato Orgoglio e Pregiudizio.

E uno dei meriti dell'autrice è stato proprio quello di non scegliere la strada più semplice, ma di rendere forte questa Charlotte, che, fragile e avvilita, decide di prendere in mano la propria vita e non arrendersi all'infelicità e alla prepotenza della ricca vicina.

E così come nei romanzi di Jane Austen "non succede niente", anche in questo capita più o meno la stessa cosa: assistiamo a cene tra parrocchiani, a confidenze tra amiche, andiamo con i vari personaggi a far spese in città. Eppure, attraverso questi eventi che non hanno nulla di speciale, i protagonisti crescono, maturano e cambiano, e comprendono che per essere felici nella vita bisogna fare delle scelte, correre dei rischi, compiere degli sforzi, ma che quasi sempre ne vale la pena.

Il mutamento del signor Collins è così graduale da non avere nulla di forzato, ed inaspettatamente mi sono ritrovata a provare tenerezza e quasi affetto per lui.
Ho trovato però di troppo la lettera che Darcy scopre verso la fine del romanzo, e che getta luce sull'infanzia e la giovinezza del pastore; una spiegazione inutile, secondo me, perché era già parso tutto molto chiaro dalla commozione con cui l'uomo aveva accolto il regalo inaspettato di Charlotte.

Molto belle le scene dei due coniugi in città a far spese e i piccoli, significativi gesti di Mr Collins verso una moglie di cui, suo malgrado, si scopre innamorato.

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Trama: When Charlotte Lucas married Mr Collins, she did not love him but had at least secured her future. However, what price must she pay for that future? She once said she was not romantic, but how true is that now after almost one year of marriage? Mr Collins is submissive in the extreme to his patroness, and his constant simpering, fawning and deference to the overbearing and manipulative Lady Catherine de Bourgh is sure to try the patience of a saint, or at least of Charlotte. As Charlotte becomes part of Hunsford society, she discovers she is not the only one who has been forced to submit to the controlling and often hurtful hand of Lady Catherine. She feels trapped and realises her need for love and affection. She is not as content as she once thought she would be. The easiest thing to do would be to maintain the peace and do as she is told. But as Charlotte witnesses the misery around her due to her inimitable neighbour, she must decide to remain as she is or to begin a chain of events that will change not only her life but also the lives of those around her in the village of Hunsford forever. But...after all, doesn't every girl deserve a happy ending? 2012 B.R.A.G.Medallion Honoree

Quando Charlotte Lucas sposò Mr Collins, non lo amava, ma aveva almeno messo al sicuro il suo futuro. Comunque, quale prezzo deve pagare per quel futuro? Una volta disse di non essere romantica, ma quanto è vero ciò, adesso, dopo quasi un anno di matrimonio? Mr Collins è estremamente sottomesso alla sua patronessa, e il suo continuo sorriso affettato, l'adulazione e la compiacenza verso la dispotica e manipolatoria Lady Catherine de Bourgh tenta di certo la pazienza di un santo, o almeno quella di Charlotte. Mentre Charlotte diventa parte della società di Hunsford, scopre che non è la sola ad essere stata costretta a sottomettersi alla mano dispotica e spesso dolorosa di Lady Catherine. Si sente intrappolata e si accorge del suo bisogno di amore e affetto. Non è felice quanto pensava di poter essere una volta. La cosa più semplice da fare sarebbe mantenere la pace e fare come le si chiede. Ma mentre Charlotte è testimone della miseria attorno a lei dovuta alla sua incomparabile vicina, deve decidere se restare com'è o cominciare una catena di eventi che cambieranno non solo la sua vita ma anche le vite di quelli intorno a lei nel villaggio di Hunsford per sempre. Ma... dopotutto, non merita ogni ragazza un lieto fine?
Vincitore del premio B.R.A.G. Medallion 2012. 

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Giudizio personale: 5/5

sabato 7 settembre 2013

Frozen Heat

Autore: Richard Castle
Probabili ghost writers: Andrew Marlowe e Tom Straw
Titolo originale: Frozen Heat

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Frozen Heat è il quarto volume della serie di Nikki Heat, "scritta" dal personaggio di finzione Castle, protagonista dell'omonimo dramedy della ABC.

Il romanzo mi è piaciuto, in particolare sono stata davvero molto sorpresa da quanto questa volta sia stato scritto bene, tanto che sono quasi del tutto certa che il ghost writer sia cambiato - e probabilmente il "buffet da tre dollari" menzionato da Marlowe nei ringraziamenti si riferisce proprio a questo -. Alcuni periodi sono ancora confusi, ma lo stile è gradevole e certamente migliorato.

La storia si focalizza sull'assassinio della madre di Nikki, tematica non più affrontata dopo il primo volume, e devo dire che il plot mi è piaciuto anche più di quello scelto per la serie tv, fino alla rivelazione di ciò di cui si occupava davvero la signora Heat. La cosa non mi ha fatto impazzire, ma è molto à la Castle, e rende plausibile che l'abbia "scritta" lui.

Il personaggio di Nikki è, se possibile, ancora più simile a Kate di quanto non lo fosse nei volumi precedenti, e mi è piaciuto molto che Rook affronti la questione dei "muri" dietro cui lei si trincera lasciandolo fuori.
Il giornalista è sempre simpatico - questo è stato probabilmente il romanzo più divertente dei quattro -, romantico e molto dolce.
Il passaggio in cui Nikki quasi lo tramortisce con il tappeto sa di già visto, ma in compenso tutte le scene che vedono insieme i due protagonisti sono gradevolissime, e sempre più vicine a quello che sarà il rapporto tra i corrispettivi personaggi telefilmici di Kate e Rick nella V stagione di Castle (Frozen Heat viene scritto durante la IV). Molto bella in particolare la scena sul divano, quando " sarebbe stato il momento giusto per pronunciare (le parole d'amore). Ma nessuno dei due sapeva se quel pensiero fosse passato per la mente dell'altro in quel momento tenero e vulnerabile. L'ora di esprimerle giunse e poi passò, risparmiata per un altro giorno, se mai " (d'altronde, gli avvenimenti di Still, il Castle scrittore di Frozen Heat non li ha ancora "vissuti").

Mi ha fatto piacere che non si sia indugiato nei facili malintesi che avrebbero potuto "diluire" la storia, allontanando una volta di più la coppia ("tentazione" sempre dietro l'angolo in una serie del genere), come il ritrovamento del cadavere in costume adamitico nell'appartamento di Nikki.

Il finale questa volta è un vero cliffhanger, o meglio, un "to be continued", che mi ha fatto voltare pagina meravigliandomi che fosse bianca, ed ha scongiurato nei fan il "timore" che questo capitolo fosse l'ultimo.

Riferimenti alla serie tv:
- Rook torna al Distretto dopo aver rischiato la vita accompagnato da uno scroscio di applausi, come Kate nella 4x01;
- Nikki e Rook rintracciano ed incontrano il detective che si era occupato dell'omicidio della madre di Heat, come Kate e Rick fanno nel bel "Knockdown" (3x13) ;
- vengono ancora citate alcune pizzerie (la "Original Ray's", la "Rinomato Original Ray's" e la "Giuro su Dio, gente, questo è veramente l'autentico Ray's") che richiamano quelle della 3x20;
- Rook chiede un giubbotto antiproiettile con la scritta SCRITTORE (come quello che ha "realmente" Castle);
- Rook cerca un soprannome per la coppia formata da se stesso e Nikki come fa Castle con Kate nella 5x04 (giungendo al notissimo nick "Caskett");
- nel romanzo compare l'opera d'arte "Pugno del Capitalismo" comparsa nella 4x05;
- come la sua altre ego televisiva, Nikki conosce molto bene il baseball;
- il padre di Nikki è chiaramente un alcolizzato, come in passato il padre di Kate;
- la scena in cui Nikki al Distretto si volta a guardare la sedia vuota di Rook è simile ad alcune della serie aventi come protagoniste Kate e la sedia di Castle;
- il capitano Irons solleva Nikki dal caso di sua madre così come il capitano Montgomery solleva Kate da quello di Johanna Beckett nella 3x13;
- Nikki vede uno psicanalista come Kate nella IV e V stagione della serie tv;
- Rook chiede a Nikki il numero degli uomini con cui ha avuto delle relazioni (senza ottenere risposta), chiaro riferimento alla 4x11;
- Tyler Winn, almeno in principio, ricorda molto il personaggio di Mr Smith;
- al ristorantino in cui cenano Nikki e Rook, una giovane cantante intona I can't give you anything but love, la stessa canzone che ascoltiamo in "The blue butterfly" (4x14);
- per un breve lasso di tempo, Nikki e Rook si trovano ammanettati come nel divertente bottle episode "Cuffed"  (4x10), chiusi nel bagagliaio di un'auto, come accade nella 4x15;
- ritorna la lavagna del Delitto Sud, già comparsa in Heat Rises, che richiama quella in albergo della 3x22;
- anche Rook "ha letto" di un telefono erotico, come Castle nella 3x22 ;
- Nikki si ritrova a dover interrogare un diplomatico, come Kate nella 2x11;
- Nikki e Rymer trovano un'"Unità di Terapia intensiva" improvvisata in una camera d'albergo, come quella nella 4x03;
-  Nikki spedisce Rook in auto durante un'azione di polizia, come Kate molte volte fa con Castle, soprattutto all'inizio dello show;
- il numero di una vettura che Rook e Nikki seguono è composto dalle iniziali di Kate e dal suo numero di badge: KB41319;
- Nikki dice al proprio psicanalista di non voler deludere la madre, proprio ciò che Kate confida al suo;
- nei Ringraziamenti, si fa riferimento alla 4x10 nel menzionare la detective Beckett, e alla 4x08 quando si parla di Esposito e Ryan.

La dedica e i ringraziamenti:
la dedica di questo quarto volume recita: " A tutte le persone incredibili, esasperanti, intriganti e snervanti che ci ispirano a fare grandi cose", utilizzando gli stessi aggettivi che Castle attribuisce a Kate nella sua dichiarazione d'amore nella 4x23 (I think you are the most... remarkable... maddening... challenging... frustrating person I have ever met. And I love you...).
Riguardo ai Ringraziamenti, anche qui sembra palese un cambio "di penna", soprattutto nel racconto iniziale sul convegno di giallisti e nei ringraziamenti a Teri Edda Miller, moglie di Andrew Marlowe ( "... non devo mai domandarmi chi c'è accanto a me..." ). Come negli altri volumi, il mondo delle finzione e della realtà si incontrano, con un "Castle" che ringrazia Kate ( "Tutto comincia e finisce con la detective Kate Beckett" ) e gli altri del Distretto, e poi Stana e gli altri attori ("portano vita, verità e cuore, giorno e notte" ).
Vengono ricordati i "veri" scrittori di gialli, Connelly, Lehane, Patterson e il defunto Cannell, e c'è un piccolo accenno a "Tom" (immagino Straw).
Molto bello il finale, in cui "Castle" scrive: " E ho il sospetto che [Andrew] ci tenga. Alla missione. A fare bene. E moltissimo, ai fan. "

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Trama: Nikki Heat, la detective della squadra Omicidi del Dipartimento di Polizia di New York, piomba su un caso più grande di quello che l'ennesima scena del delitto sembra suggerire. Il corpo irriconoscibile di una donna accoltellata viene ritrovato dentro una valigia in un camion frigo. Una morte di per sé già abbastanza spaventosa, malo shock aumenta quando scopre che il fatto si lega sorprendentemente all'omocidio irrisolto di sua madre. Questa vittima sconosciuta trascina Nikki in un'inchiesta pericolosa ed emotivamente dura, riportando alla luce quel dramma che la assilla da quando aveva diciannove anni. Affiancata ancora una volta dal romantico e brillante giornalista Jameson Rook, Heat lavora per risolvere il caso del corpo nella valigia e, allo stesso tempo, è costretta a confrontarsi con una parte inesplorata del passato della madre. Affrontando le ripetute minacce che la identificano come la prossima vittima, le ricerche di Heat sveleranno dolorose verità familiari, rivelando un'insospettabile vita nascosta, e la condurranno a riconsiderare il suo passato. L'indagine vedrà Nikki e Rook ai margini di Manhattan e tra le avenues parigine in cerca di un killer spietato. Ma la vera domanda è: ora che l'agghiacciante caso della madre si sta sciogliendo, Nikki sarà in grado di affrontare il demone personale che l'ha tormentata per più di dieci anni?

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Giudizio personale: 5/5

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Volumi precedenti:
Heat Wave
Naked Heat
Heat Rises