domenica 28 settembre 2014

Antologia di Spoon River

Autore: Edgar Lee Masters
Titolo originale: Spoon River Anthology

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L'Antologia di Spoon river è un libro molto particolare, che, attraverso poesie più o meno brevi, racconta quella che è stata la vita di una cittadina del Midwest, appunto Spoon River.
Ognuno degli abitanti ci parla in versi dalla tomba, ricostruendo davanti ai nostri occhi il villaggio con tutto il suo carico di odio, acredine, gioie, amori e ingiustizie.
Ed il risultato è qualcosa di veramente suggestivo.

Uomini e donne, ragazzi e ragazze, nella morte sono finalmente liberi di esprimere i propri pensieri, di rivelare segreti, puntare il dito contro chi ha rovinato loro la vita o riflettere su di essa.
Ritroviamo il nome dell'uno nella poesia dell'altro, e così costruiamo a mano a mano un puzzle multiforme e molto spesso triste e malinconico.
Sono infatti i dolori e le brutture della vita a farla da padroni, con poche incursioni nella gioia e nella felicità.

In particolare ho amato molto i versi di Amanda Baker, uccisa dal parto (ed indirettamente dal marito); di Harold Arnett, suicida pentito; di Aner Clute, ritrovatasi prostituta; del povero Jack il cieco, violinista assassinato, che nella morte siede ai piedi di Omero per ascoltarne le storie; di Mrs Charles Bliss, che riflette su quanto sia deleterio che due coniugi che non si amano più restino insieme per i figli; di Carl Hamblin e la sua poesia sulla dea bendata; di Hiram Scates, e Fletcher McGee, di Abel Melveny e Felix Schmidt derubato della sua terra; di Elizabeth Childers, che piange la vita che il suo bimbo non ha mai vissuto; di Mabel Osborne delusa proprio dalla sua amata Spoon River.

Unico neo di un'opera davvero bella ed interessante, le molte poesie sulla questione della banca, che spesso mi hanno un po' annoiata.


Un piccolo estratto:


Amanda Baker

Henry mi rese madre,
sapendo che non potevo mettere al mondo una vita
senza perdere la mia.
Nella mia giovinezza quindi varcai i portali della polvere.
Viandante, si crede nel villaggio dove vissi
che Henry mi amasse con l'amore di un marito,
ma io proclamo dalla polvere
che lui mi uccise per gratificare il suo odio.

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Quarta di copertina: «Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley, / il debole di volontà, il forte di braccia, il buffone, il beone, il rissoso? / Tutti, tutti dormono sulla collina». Quanti di noi hanno accompagnato la voce di Fabrizio De André canticchiando la celebre e struggente ballata? L’autore dei versi, un avvocato del Kansas, compose il documento forse più completo, realistico e lirico sulla vita nella provincia americana di fine Ottocento, testimoniata dagli abitanti defunti del paesino di Spoon River. Con distacco, con passione, con ironia, con rabbia, si presentano su un palcoscenico ideale e raccontano la propria storia. La poesia nuova di Masters, asciutta, limpida, forte, procede nel racconto come una lente d’ingrandimento che rivela anche gli inganni meglio dissimulati, le frodi, le ipocrisie. O i desideri e la bellezza di uomini e donne cui la società negò ogni riconoscimento.

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Giudizio personale: 5/5

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