giovedì 12 febbraio 2015

Agnes Grey

Autrice: Anne Bronte
Titolo originale: Agnes Grey

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Agnes Grey è uno dei due romanzi della meno conosciuta delle sorelle Bronte, Anne.

Lo stile mi è piaciuto molto, è chiaro, scorrevole, asciutto e tagliente, anche se non ho apprezzato il fatto che la narratrice - la stessa protagonista - si rivolga tanto spesso ai lettori.

La storia dapprincipio è cupa: narra della caduta in miseria di una famiglia altrimenti molto felice, quella dei Grey, per aiutare la quale la piccola di casa, la diciannovenne Agnes, fino ad allora amatissima e coccolata, decide di diventare governante.
Questo affacciarsi al mondo, però, sarà per Agnes motivo di profondo turbamento: per lei non ci saranno altro che maltrattamenti ed umiliazioni, ed avrà modo di apprendere, attraverso la propria esperienza, che non tutte le famiglie sono come quella in cui è cresciuta.

Uno dei temi del romanzo, infatti, e quasi "scandaloso" per l'epoca, è la critica nei confronti della meschinità dei ricchi. Entrambe le case in cui la ragazza si ritrova a lavorare, infatti, pur sembrando all'apparenza diverse, condividono la stessa ristrettezza mentale, la mancanza di rispetto nei confronti del prossimo, e una buona dose di volgarità che nemmeno i più costosi abiti o le più belle carrozze riescono a nascondere.
In entrambe le famiglie, inoltre, ritroviamo dei pessimi genitori, che crescono dei figli malvagi, violenti, superficiali, che, in futuro, saranno quasi sicuramente infelici (emblematica, in questo senso, la storia della giovane Rosalie Murray).

La protagonista è secondo me troppo moralista e critica, anche nei confronti di se stessa, e c'è forse qualche richiamo di troppo alla religione, ma tutti i personaggi sono a tutto tondo e descritti benissimo. Si finisce per essere interessati anche a quelli più odiosi!
Ho apprezzato infatti sia la buona Nancy Brown che le viziate sorelle Murray o la solerte signora Grey.

C'è, naturalmente, nella storia, anche spazio per l'amore, raccontato senza fronzoli od enfasi, eppure la scrittrice riesce a farci sentire tutto il fuoco che cova sotto la cenere.
Ho notato inoltre un'interessante differenza tra i personaggi maschili e quelli femminili. Questi ultimi, infatti, sono attivi, nel bene o nel male (pensiamo all'intraprendenza della signora Grey, o alle trappole amorose di Rosalie), mentre gli uomini, fatta eccezione per Edward Weston, hanno un ruolo che definirei passivo: sono dediti all'alcol, o fanno piccole apparizioni fugaci per mostrarsi violenti con i propri figli o con animali indifesi, o si perdono in ansie e preoccupazioni fino a morirne.

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Quarta di copertina: Agnes Grey, la protagonista dell’omonimo romanzo del 1847, opera prima e in parte autobiografica di Anne Brontë, fa la governante presso due famiglie della facoltosa borghesia inglese di età vittoriana. La sua famiglia è caduta in disgrazia e prendersi cura dei figli dei ricchi, indisciplinati e viziati, è l’unica scelta rispettabile che la ragazza possa fare per sopravvivere. Con una prosa elegante e scorrevole, la minore delle sorelle Brontë mette a confronto la grettezza della nobiltà dell’epoca, del tutto priva di scrupoli e di valori, e i sani principi morali di una giovane timorata di Dio, che cerca in ogni modo di smascherare il lato oscuro delle persone “perbene”.

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Giudizio personale: 4/5

2 commenti:

Clody ha detto...

interessante recensione! ero curiosa di conoscere il tuo parere su questo romanzo... che non ho ancora letto ma che mi piacerebbe leggere.

Carmen ha detto...

@Clody: Ciao Clody!! A me è piaciuto, te lo consiglio!