domenica 14 maggio 2017

Harry Potter e il principe Mezzosangue

Autrice: J.K. Rowling
Titolo originale: Harry Potter and the Half-Blood Prince
Volume: 6 di 7
Lingua: italiano
Genere: fantasy
Prima pubblicazione: dicembre 2005

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Harry Potter e il principe Mezzosangue è proprio come dovrebbe essere un romanzo: divertente, accattivante, con un inaspettato twist finale.
Il sesto volume della fortunata saga di J. K. Rowling non ha nulla dell'angoscia o della cupezza del suo predecessore, Harry Potter e l'Ordine della Fenice, e le sue 500 e più pagine scorrono via con facilità.
La storia si apre con due capitoli in cui il protagonista Harry non è presente, una novità, per quel che ricordo; il secondo, soprattutto, è molto significativo, e probabilmente l'irrimediabile scelta finale di Piton è dovuta proprio agli eventi che si svolgono a Spinner's End.

Il racconto prosegue laddove lo avevamo lasciato nel V volume: il Ministro della Magia Caramel rinuncia al suo incarico per aver ripetutamente scelto di voltarsi dall'altra parte riguardo al ritorno di Lord Voldemort; Harry riceve in eredità gli averi del defunto padrino Sirius Black e si appresta, con gli amici di sempre Ron ed Hermione, a cominciare il sesto anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Si tratta di ragazzi cresciuti, che cominciano seriamente a pensare a cosa fare della propria vita e a cosa essere in futuro, ma che muovono anche i primi passi nelle relazioni sentimentali con l'altro sesso.
E' stato molto tenero leggere dei loro sentimenti, della gelosia, della felicità, del dolore... in particolare, piuttosto che quella tra Harry e Ginny, mi è sembrata più interessante la storia tra Ron ed Hermione, di cui, in realtà, si erano avuti svariati indizi nei volumi precedenti.


Il trasferimento del Professor Piton dalla cattedra di Pozioni a quella di Difesa dalle Arti Oscure dà ad Harry la possibilità di continuare a seguire il corso e, soprattutto, quella di non rinunciare al suo sogno di diventare Auror.
Il ragazzo, convinto del fatto che non avrebbe avuto più accesso all'aula di Pozioni, è costretto a prendere in prestito il libro di testo, e si ritrova tra le mani quello di un misterioso ex allievo, un certo Principe Mezzosangue i cui appunti aiutano Harry ad eccellere nella materia. La rivelazione finale della vera identità del proprietario del libro mi ha un po' deluso, in quanto avevo pensato ad un altro personaggio, la cui indole avrebbe così influenzato il protagonista, già molto legato a lui.


Piton, come nel volume precedente, si rivela quell'adulto che non ha superato i suoi traumi adolescenziali, ma, nonostante la sua tremenda azione alla fine del romanzo, non riesco ancora a vederlo sotto una luce del tutto negativa: credo che la sua scelta sia stata dovuta al giuramento fatto a Narcissa, o, forse alle conseguenze che la rottura del Voto Infrangibile avrebbe avuto su lui stesso, piuttosto che ad una genuina lealtà nei confronti di Lord Voldemort. Vedremo se l'ultimo capitolo della saga mi darà ragione o meno.


Come sempre, l'autrice è stata brava nella caratterizzazione dei personaggi, come il nuovo professore Horace Lumacorno, a cui piace circondarsi di allievi dai nomi altisonanti o "famosi" per diversi motivi. C'è da dire che gli adulti di questa saga poco frequentemente sono un esempio da seguire.
Mi è piaciuta la determinazione di Silente: quel suo bere dal bacile una pozione che avrebbe potuto ucciderlo, pur di recuperare l'Horcrux, è stato un gesto encomiabile.
Il Pensatoio anche questa volta ha contribuito a saziare la mia curiosità nei riguardi del passato di Voldemort, mentre un brutto incidente occorso a Bill Weasley mi ha fatto vedere sotto una nuova luce la tanto bistrattata Fleur DeLa Cour.

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Seconda di copertina: Alla fine dello scorso volume, abbiamo lasciato Harry Potter sconvolto, solo e preoccupato. Il suo amato padrino Sirius Black è morto, e le parole di Albus Silente sulla profezia gli confermano che lo scontro con Lord Voldemort è ormai inevitabile. Niente è più come prima: l'ultimo legame con la sua famiglia è troncato, perfino Hogwarts non è più la dimora accogliente dei primi anni, mentre Voldemort è più forte, crudele e disumano che mai. Harry stesso sa di essere cambiato. La frustrazione e il senso di impotenza dei quindici anni hanno ceduto il posto a una fermezza e una determinazione diverse, più adulte.

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Giudizio personale: 5/5

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Volumi precedenti:
- Harry Potter e la pietra filosofale
- Harry Potter e la camera dei segreti
- Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
- Harry Potter e il calice di fuoco
- Harry Potter e l'Ordine della Fenice

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