Titolo originale: The Hakawati
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Un moderno Le mille e una notte. Così potremmo definire questo romanzo in cui si intrecciano innumerevoli storie ispirate all'Antico Testamento, alle opere di Ovidio, Shakespeare, Calvino, autori arabi, il Corano, fiabe siriane e libanesi, le stesse Mille e una notte.
Su tutte, la storia del narratore, Osama, rientrato in Libano dagli Stati Uniti, di suo padre e di suo nonno, in un caleidoscopio di vite ed esperienze che affascina ma che, a dire il vero, almeno all'inizio, può creare un pò di confusione.
Mi piacciono molto i libri che raccontano uno spaccato di storia di un paese lontano e le sue tradizioni, e questo è ciò che ci regala Hakawati, la storia del Libano, di una famiglia drusa, ebrea e araba, l'inizio della guerra tra israeliani e palestinesi, l'impossibile ritorno ad un passato che non esiste più.
I personaggi della numerosa famiglia di Osama sono tutti ben costruiti e interessanti, ognuno con la sua personalissima storia da cui ne scaturiscono mille altre - primo fra tutti, il mio preferito, lo zio Jihad -.
Tra i racconti che esulano da quello familiare, spiccano quello di Baybars - che alla lunga ho trovato leggermente noioso - e quello di Fatima, zeppi di emiri, jinn e sultani, che ci lasciano assaporare l'Oriente lontano.
Un romanzo notevole per la sua struttura e per la toccante esperienza del narratore, diviso a metà tra il suo paese d'origine e quello d'adozione, che torna nei luoghi della sua infanzia e adolescenza solo per scoprirli distrutti dalla guerra, che però non ha scalfito gli affetti più profondi della sua vita.
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Quarta di copertina: "Ascoltami. Sarò il tuo dio, se me lo concedi. Ti voglio condurre in un viaggio al di là di ogni immaginazione. Ti voglio raccontare una storia ".
"Una storia epica, nel senso insieme più antico e più innovativo del termine, spaziando dal Corano al Vecchio Testamento, da Omero a Sheherazade. E' impossibile non farsi coinvolgere". Jonathan Safran Foer
"Hakawati. Il cantore di storie è un romanzo straordinario: un trionfo di narrazioni". Alexander Hemon
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Giudizio personale: 4/5
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Approfondimenti - Umm Kulthum
Nacque in Egitto presumibilmente nel 1904. Fino ai 23 anni cantò in vari teatri travestita da ragazzo, per poi trasferirsi al Cairo, dove incontrò il poeta Ahmed Rami, che scrisse per lei 137 canzoni, e il virtuoso del liuto Mohamed El Kasabji, che la presentò all'Arabian Theatre Palace, dove ebbe il suo primo grande successo.
Nel 1932 divenne abbastanza famosa da cominciare una grande tournée in città come Damasco, Baghdad, Beirut, e Tripoli e la sua fama le permise di incontrare l'allora presidente dell'Egitto Gamal Abdel Nasser. Nel 1967 ricevette anche un telegramma da Charles De Gaulle.
Precedentemente, nel 1944, il re d'Egitto Farouk I l'aveva insignita della più alta onorificenza, riservata solo ai membri della famiglia reale e ai politici.
Nonostante ciò, la famiglia reale si oppose rigidamente ad un possibile matrimonio tra la cantante e uno zio del re, e questo portò Umm ad allontanarsi dai reali e a dedicarsi alle cause della gente comune. Cantò, ad esempio, per la legione egiziana catturata a Faluja nel 1948, durante il conflitto arabo-israeliano. Tra i soldati catturati, vi era anche Gamal Abdel Nasser, proprio il futuro presidente che l'avrebbe in seguito ricevuta.
Negli anni '50 le venne diagnosticata una grave nefrite, che la portò prima negli Stati Uniti per le cure mediche, e poi alla morte, al Cairo, nel 1975.
Il corteo funebre che seguì il suo feretro si estese per ben 10 chilometri.
Ancora oggi Umm Kulthum è ricordata come la più grande cantante araba della storia della musica, ed è conosciuta anche come Kawkab al-Sharq , cioè "Stella dell'Est".
Le sue canzoni trattavano per lo più di temi universali come l'amore, l'attesa e la perdita, ed erano misurate in ore, piuttosto che in minuti.
Un suo tipico concerto consisteva di una performance di due o tre canzoni, per una durata di tre o quattro ore.
Pare che, quando i concerti della cantante erano trasmessi in diretta radiofonica, il parlamento egiziano interrompesse le proprie sedute per permettere ai deputati di ascoltarli.
Fonte: Wikipedia
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Ecco il dipinto di Adriaen Van der Werff citato nel romanzo, in cui Sara offre ad Abramo la sua schiava egiziana Agar.
2 commenti:
carino il tuo blog, scoperto per caso :)
@Lucrezia: Grazie! :)
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